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Petera: “In WTA i dilettanti, assurdo il modo di lavorare”. Conferme su Riyadh

L’intervista è uscita in esclusiva sul portale della Repubblica Ceca isport.blesk.cz e l’uomo intervistato è Tomas Petera, ex manager di Karolina Muchova e fino allo scorso anno direttore del torneo WTA 500 di Ostrava. Soprattutto, Petera è stato in queste settimane l’uomo che organizzava al meglio la candidatura della Repubblica Ceca per le WTA Finals che oggi sono state invece assegnate a Cancun ma che, come ormai ripetono da più fonti, resteranno solo per il 2023 prima di finire a Riyahd in Arabia Saudita.

C’è enorme amarezza nelle sue parole, ma il messaggio di fondo è chiarissimo (e molto duro): un attacco diretto ai vertici della WTA, colpevoli a suo dire di una scelta folle, insensata e contro ogni logica. Non tanto la volontà di andare a Cancun, ma perché anche lui ha saputo che la decisione è presa: dal 2024 l’associazione tennistica femminile vorrà portare l’evento di fine anno in Arabia Saudita malgrado loro abbiano praticamente pareggiato la proposta araba proponendo cinque anni di contratto e 15 milioni di montepremi per le giocatrici, 6 milioni di tasse da pagare alla WTA e la copertura totale delle spese di organizzazione. Per il Daily Mail, pochi giorni fa, l’offerta dei sauditi era sempre di 15 milioni di montepremi ma di all’incirca 10 milioni di tasse da pagare.

Ecco qui l’intervista tradotta

Che cosa ti da più fastidio?
Per cinque, sei settimane noi abbiamo fatto l’impossibile per preparare la nostra proposta. Abbiamo fatto un miracolo. Abbiamo pure spedito un camion a Londra con il colore viola da usare per pitturare i campi come è richiesto, volevamo dare un altro segnale di grande serietà. Loro invece non ci hanno nemmeno fatto sapere che avrebbero tenuto l’evento a Cancun

Poi aggiunge: “La policy della WTA non ha alcun senso, per me. Capisci che a due mesi dall’inizio del loro evento più importante dell’anno nemmeno si sapeva dove si sarebbe tenuto?”
Nessuna sorpresa, è stato così anche lo scorso anno.
“Sì, e questo prova che sono solo dei grandissimi dilettanti. Arrivano all’ultimo minuto per organizzare il loro più grande evento. Poi lo piazzano a Guadalajara, Dallas, Cancun. Dove loro non hanno né strutture apposite né fan base”. (Qui Petera si fa trasportare dalla delusione, quantomeno, visto come l’edizione delle Finals 2021 a Guadalajara ebbe un buonissimo numero di spettatori)

L’offerta spiegata nel dettaglio: “Noi potevamo garantire ottima organizzazione, spalti praticamente sempre pieni o quasi. Al momento ci sarebbero quattro tenniste ceche (tra singolare e doppio, nda) qualificate, i polacchi verrebbero per Iga Swiatek. Ho riunito tanti sponsor, e ho presentato una proposta molto buona”.
Puoi spiegare?
“La WTA aveva due opzioni: o scegliere Ostrava per un anno, o Ostrava per un anno e poi Praga per quattro anni, dove offrivano 15 milioni di dollari di montepremi, 6 milioni di dollari da versare in tasse alla WTA e la copertura di tutte le spese”
E allora perché la WTA avrebbe scelto Cancun?
“Mi chiedo la stessa cosa. Ho un’idea, ma la voglio tenere per me. Oggettivamente, non c’è alcuna ragione vera. Dopotutto, a Cancun la WTA pagherà tutto di tasca sua! E l’Arena sembra uno stadio da basket in qualche nostra cittadina”.

Petera non crede assolutamente all’idea che la WTA abbia scelto confrontandosi con le giocatrici: “Questa è follia. Soltanto Pegula, che ci mette un attimo ad arrivare in Messico, potrebbe acconsentire in maniera un po’ imbarazzata. E cosa mi dite di Swiatek? Delle ceche? Delle Europee? Lo escludo categoricamente che loro volessero Cancun”.

La WTA vi ha davvero visto come seri contendenti?
“Giusto l’altro giorno Steve Simon ci aveva richiesto chiarimenti e rassicurazioni. Noi abbiamo garantito che il governo ci avesse confermato che atlete russe e bielorusse potessero entrare nel paese con un’esenzione, permettendo loro di giocare neutrali, e poi mi è arrivato questo messaggio indiretto. Simon non mi ha proprio parlato (riguardo alla decisione di Cancun, nda)”.
Così non ci sarà spazio per le Finals in Repubblica Ceca nemmeno nel futuro?
“Da quanto so, la WTA assegnerà il titolo di città ospitante nei prossimi anni a Riyadh. Allo stesso tempo, il regime in Arabia Saudita non è affatto benevolo verso i principi della WTA. I diritti delle donne e delle minoranze non vengono rispettate. E l’idea che Martina Navratilova possa consegnare il premio a Riyadh? È una presa in giro!”.

Diego Barbiani

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