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Il limbo dorato di Jannik Sinner


Chiunque conosca un po’ il tennis e segua le sue vicende più o meno costantemente, sapeva già che la partita di ottavi di finale agli US Open contro Zverev sarebbe stata una partita difficile per Sinner, per diversi motivi: Zverev, sebbene ancora in fase di riassestamento sul circuito, è uno abituato a questi palcoscenici e quando si trova a giocare da “sfavorito” riesce quasi sempre ad esprimere tutte le sue potenzialità senza particolari paturnie; le cose per Sascha infatti si son sempre complicate nel momento in cui ha dovuto gestire un’aspettativa evidentemente, fin qui, più grande di lui.

Oltretutto, analizzando i colpi e cercando tatticamente una chiave del match, il tedesco, insieme a Medvedev è uno di quei giocatori che a Sinner può causare le maggiori difficoltà dal punto di vista tecnico: l’altoatesino si trova sulla stessa diagonale un rovescio di uguale efficacia, spesso anche più potente, la capacità di tirare con entrambi i fondamentali e i colpi di inizio gioco che sono più remunerativi di quelli di Jannik.

Ed è così che la partita è stata: difficile, molto fisica, lunga, estenuante. Perché i valori sono molto simili e perché non c’è qualcosa di decisivo, tecnicamente, che sposti gli equilibri. E allora che si fa? Si aggredisce, si prende l’iniziativa, si prova qualcosa di diverso.Sì, chi riesce e chi può. E appare evidente che al momento Jannik Sinner non riesce a “fidarsi” di altre eventuali soluzioni, tecniche e tattiche.

Intendiamoci: Sinner è diventato un giocatore da top ten e nessuno può metterlo in dubbio.È un giocatore solido, è migliorato anche fisicamente, ha provato ed è riuscito a stabilire uno standard di livello alto, e fin qui l’annata è di spessore, destinata probabilmente a concludersi alle ATP Finale di Torino, perché se quello che l’azzurro desiderava era rimanere lì, senza scendere quasi mai di livello, possiamo cantare vittoria senza se e senza ma: Jannik è stabilmente tra i primi dieci giocatori del mondo e con merito, vincendo anche un Master 1000 per la prima volta in carriera qualche settimana fa.

Ora occorre capire a cos’altro aspira Sinner: uno Slam? La top 3? Diversi Slam? Essere numero 1? E cosa ci si aspetta esattamente da lui?Se fosse anche solamente una di queste cose, allora Sinner deve fare altri passi avanti: per scardinare gli equilibri, per non giocare partite estenuanti finite con i crampi che ti devastano devi avere convinzione e capacità di andarti a prendere punti a rete, di giocare più variazioni con i colpi, di trovare meglio gli angoli e di cambiare traiettorie ai colpi; quel rovescio, così bello e naturale, deve trovare meglio e più spesso il lungolinea, quel servizio deve essere più efficace. E se con il team di adesso non riesce a farlo, deve cambiare ancora. Accontentarsi vuol dire rimanere in questo limbo dove né il fallimento né il successo sono ammessi, soltanto uno status quo che però, evidentemente, delude anche lui.

Rossana Capobianco

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Rossana Capobianco

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