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Dopo un anno di attesa, è arrivata la sentenza per il caso di doping che ha visto coinvolta Simona Halep. La decisione del tribunale indipendente ha dato una sentenza durissima: 4 anni di squalifica per l’assunzione del Roxadustat rilevata nel settembre 2022 dopo la sconfitta al primo turno dello US Open contro Daria Snigur.
Il tribunale indipendente voluto dalla ITIA (International Tennis Integrity Association) si è riunito secondo quanto comunicato il 28 e 29 giugno a Londra e ha sentito le versioni di esperti scientifici convocati da Halep e la giocatrice stessa a proporre informazioni e tabulati ma non è bastato: l’11 settembre il tribunale ha dichiarato l’ex numero 1 del mondo colpevole di violazione antidoping in due punti del codice: la presenza di Roxadustat nelle urine prelevante il 29 agosto 2022, ma soprattutto viene confermata l’assunzione di una sostanza proibita anche nel merito del programma sul passaporto biologico dell’atleta con 51 campioni di sangue forniti.
Il tribunale, pur accettando la tesi difensiva di Halep secondo cui c’è stata l’ingestione di un integratore contaminato, ma ha stabilito che il volume ingerito dalla giocatrice non poteva rappresentare la concentrazione trovata nel test di fine agosto dello scorso anno. Con anche l’infrazione accertata del passaporto biologico, il tribunale ha stabilito che non ha motivo di non credere all’opinione unanime dei tre esperti indipendenti della APMU (Athlete Passport Management Unit) secondo cui il “probabile doping” era responsabile delle infrazioni contestate alla tennista.
Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, ha commentato: “Dopo una rigorosa analisi, accettiamo di buon grado la decisione del tribunale. Il volume di prove ricevute dal tribunale sulla procedura di infrazione del test e del passaporto biologico erano di fatto sostanziali”.
Halep, di fatto, viene squalificata dal 7 ottobre 2022 (data di inizio della sua sospensione) al 7 ottobre 2026. Con possibilità ora di chiedere una revisione del caso in appello.
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