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Swiatek ai quarti dopo 3 ore di lotta contro Bencic

[1] I. Swiatek b. [14] B. Bencic 6-7(4) 7-6(2) 6-3

Alla vigilia dell’ottavo di finale di Wimbledon tra Belinda Bencic e Iga Swiatek c’erano due certezze: questo è il primo grande test della carriera per la polacca sull’erba, questo è il match che può cambiare il volto della classifica. Alla fine le previsioni si sono realizzate, seppure con un andamento un po’ diverso da quanto preventivato. Swiatek si è imposta 6-7(4) 7-6(2) 6-3 cogliendo la vittoria più importante in carriera sull’erba e lo ha fatto al termine di una partita rocambolesca a dir poco: non sempre spettacolare, segnata da tanti errori di due avversarie lontane dalle versioni migliori, ma che hanno visto la polacca chiudere dopo tre ore e tre minuti di lotta punto a punto e coi rimpianti di un’avversaria che non ha avuto più hawkeye a disposizione quando sul 15-30 nell’ultimo game un suo dritto è stato chiamato fuori e l’arbitro ha confermato, ma la realtà era che la palla era buona e poteva essere 15-40.

Abbastanza brutto il primo set, con tante occasioni mancate dalla numero 1 del mondo contro una svizzera che era piuttosto limitata soprattutto al servizio da una fasciatura importante all’avambraccio destro. Se Bencic faceva fatica al servizio, allo stesso modo Swiatek non sapeva approfittarne. Il primo dato vero è questo: Iga nei turni precedenti ha vinto circa il 65% dei game giocati in risposta e oggi ha gettato alle ortiche un primo set dove ha avuto uno 0-40 sull’1-0, uno 0-30 poi divenuto 30-40 sul 2-1, addirittura un 15-40 sul 5-4. Per la Swiatek di questo anno e mezzo, chiudere un set con 0/6 nelle palle break è un qualcosa di mai avvenuto. Soprattutto contro un’avversaria che serviva male, perché Belinda era spesso chiamata alla seconda e fin dal primo turno di battuta commetteva doppi falli.

Normalmente la pressione della polacca va a segno dopo poche occasioni, invece oggi per tutto il primo set è sembrata piuttosto lenta nei movimenti, forse nella giornata peggiore come sensazioni sul campo, arrivando spesso male sulla palla e regalando tanto. Già sull’1-0 ha giocato male almeno due chance, poi sul 5-4 due gravi errori: il primo di esecuzione con una risposta di rovescio, su una seconda palla, finito lontano dalla riga laterale; il secondo tattico cominciando lo scambio ma senza mai angolare il dritto, colpendo spesso nelle zone centrali e perdendo alla fine un punto dove Bencic con la sua mano pregiata sul rovescio ha trovato un ottimo passante.

In un set con soli sette punti persi alla battuta, con percentuali ottime al servizio su cui molto influivano i tanti errori in risposta dell’avversaria, la numero 1 del mondo si è persa dopo tutte queste occasioni, vedendo Bencic abbastanza solida da salire subito 4-0 nel tie-break, subire una rimonta parziale dal 6-1 al 6-4 ma concretizzare il quarto set point. Sembrava un canovaccio abbastanza simile alla loro partita dello US Open del 2021, dove Iga ha avuto grandi rimpianti nel primo set per poi spegnersi nel secondo, ma oggi ha cercato di ripartire meglio ed essere più aggressiva soprattutto col dritto. È riuscita a trovare un immediato break, lo confermava, ma non aveva la brillantezza dei giorni migliori. Bencic ugualmente non era in una bella giornata, ma ha gestito bene i vari momenti delicati e passata la prima sfuriata dell’avversaria ha trovato l’aggancio sul 3-3: il servizio non ha aiutato (per la prima volta) la numero 1 che tornava indietro nel punteggio e doveva servire con sempre più pressione addosso.

Malgrado un dritto sempre più falloso e lei sempre più scomposta, Swiatek se l’è cavata piuttosto bene sul 4-5, mentre sul 5-6 è arrivata indietro 15-40: sul primo match point è stata molto aggressiva, sul secondo ha aperto il campo con un buon dritto incrociato chiudendo poi di rovescio nella parte sguarnita. Nel tie-break infine, pur perdendo i primi due punti alla battuta, ha poi ritrovato efficacia prima col servizio e poi col dritto salendo 6-2 e concretizzando il primo set point con un doppio fallo della svizzera.

Il set decisivo è cominciato con due fasi diametralmente opposte. Belinda trovava improvvisamente continuità con la prima, raccogliendo subito inattesi punti gratuiti, mentre Iga perdeva la propria prima palla e sull’1-1 si faceva riprendere da 30-0, salvava (bene) una palla break e riusciva con fatica a rimanere avanti. Subito dopo, con l’elvetica che sembrava addirittura trovare maggiore spinta e qualità (splendida la combinazione col rovescio incrociato e lungolinea per il 40-30 sull’1-2) tornava ad avvertire dolori al braccio fasciato e perdeva la battuta con due doppi falli da sinistra, non riuscendo poi a concretizzare un 15-30 in risposta grazie a un paio di buoi servizi dell’avversaria che veniva anche aiutata dal dritto per l’allungo sul 4-1. Da lì Iga ha sempre faticato alla battuta: indietro 15-30 sul 3-1, trovatasi 30-30 sul 4-2, poi 0-30 al servizio per il match. L’ultimo passaggio chiave è quel dritto in pressione della numero 14 del seeding, chiamato ‘out’ ma che invece a quanto pare era buono. Dal 30-30 Swiatek ha spinto bene col dritto: prima un vincente in lungolinea, poi sull’incrociato.

La gioia, alla fine, è stata quasi contenuta. Nell’urlaccio cacciato c’era tutta la grinta di chi era a un passo dal tracollo e ha retto, è risalita pur non giocando bene, ma mostrandosi alla fine vincente. Una vittoria pesante, perché oltretutto tiene vive le speranze di essere ancora numero 1 dopo questo Slam. Malgrado tutto, malgrado oggi le difficoltà riemerse, Swiatek è ancora viva.

Diego Barbiani

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