Storia del match Muchova-Swiatek che lanciò Karolina, col regalo di Safarova

C’è una storia molto carina legata all’unico precedente delle due finaliste del Roland Garros 2023, Karolina Muchova e Iga Swiatek.

Le due si sono affrontate nel primo turno del WTA 250 (allora si chiamava ancora ‘International’) di Praga. Eravamo a cavallo tra gli ultimi giorni di aprile e i primi di maggio, Madrid ancora non aveva due settimane di durata, e Lucie Safarova avrebbe chiuso la propria carriera entro un mese.

L’ex top-5 della Repubblica Ceca era rientrata dopo diversi mesi di pausa (non giocava un match ufficiale dal settembre 2018) un paio di settimane prima, chiamata da Petr Pala per la sfida di Fed Cup tra la Repubblica Ceca e il Canada di metà aprile. Un’ultima volta con la nazionale, un’ultima volta con le compagne. Giocò il doppio a punteggio già acquisito (finirà 4-0 per le ceche) e vinse in coppia con Barbora Krejcikova contro Gabriela Dabrowski e Sharon Fichman.

Safarova si presentò a Stoccarda per il doppio e la tappa successiva, a Praga, avrebbe dovuto vederla con una wild-card in singolare per l’ultimo torneo in patria. Dopo l’evento in Germania, però, Lucie ebbe un confronto con gli organizzatori del torneo in Repubblica Ceca per declinare l’invito. Nel week-end di Fed Cup aveva visto Karolina Muchova giocare e, come ha riferito al portale ceco blesk, non si sentiva al 100% e per quanto sarebbe stato bello avere un’ultima occasione, non trovava giusto negarla a Karolina che ne aveva più bisogno.

Muchova, quattro anni fa, non era ancora mai entrata nelle prime 100 del mondo. Era 106 in quella settimana, e con quella wild-card ricevuta sfruttò benissimo l’occasione arrivando fino alla finale, dove perse in tre set molto combattuti contro Jil Teichmann. E la scalata cominciò al primo turno dove affrontò una qualificata di 17 anni, dalla provincia di Varsavia: Iga Swiatek.

A causa della pioggia dei giorni precedenti, l’attuale numero 1 del mondo dovette giocare il terzo e ultimo turno di qualificazioni il giorno stesso in cui poi è scesa in campo per il primo turno del main draw. Questo la condizionò abbastanza in termini di energie mentali, calando alla distanza e venendo sconfitto 4-6 6-1 6-4. Iga ricordava ancora dopo la semifinale vinta a Parigi contro Beatriz Haddad Maia come quel giorno si fosse comportata da novellina, con tanti problemi sul dritto e un crollo emotivo nel finale con anche molte lacrime di rabbia versate dopo il match point concretizzato dalla ceca.

Lei è riuscita poi a cancellare il momento e riprendersi piuttosto bene, ma allo stesso modo anche per Karolina quel match ha rappresentato un passaggio importante. Non solo la prima finale WTA della carriera, ma anche l’ingresso nella top-100 che le ha garantito l’entrata diretta nel primo main draw della carriera a Wimbledon, ovvero tanti soldi per programmare meglio i successivi 12 mesi. E nello Slam londinese, all’esordio, è riuscita a spingersi fino ai quarti di finale entrando così addirittura tra le prime 50 del mondo.

Probabilmente ci sarebbe riuscita comunque, perché il talento è troppo per non farcela e solo gli infortuni continui potevano forse giustificare questa mancanza. In ogni caso, tutto ciò è nato (anche) grazie all’aiuto di un grande giocatrice come Safarova che le ha concesso questo regalo.

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