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06 Mag 2023 11:52 - Extra
Swiatek e Sabalenka: ancora loro. A Madrid la finale WTA 1000 tra numero 1 e 2 del mondo
di Diego Barbiani
Iga Swiatek contro Aryna Sabalenka. Aryna Sabalenka contro Iga Swiatek. Ancora loro, ancora in una finale.
Per l’ottava volta negli ultimi 18 mesi la polacca e la bielorussa incroceranno i propri destini, stavolta nella prima finale ‘1000’ l’una contro l’altra.
IL 2023 FIN QUI
Sabalenka è laa vera costante, fin qui, della stagione WTA e ha avuto accanto, in senso figurato, sia Elena Rybakina sia (da febbraio in poi) Swiatek. In generale, sono le migliori giocatrici per rendimento nel 2023, con la giocatrice di Minsk che guida la Race con oltre 4000 punti e potrebbe addirittura portarsi vicina ai 5000 in caso di successo stasera. La ragazza dalla provincia di Varsavia, invece, proprio perché le due rivali hanno corso tanto (e bene) fino a due settimane fa non ha mai rosicchiato che poche centinaia di punti nel tentativo di colmare il grande gap maturato all’Australian Open. In soldoni: l’eliminazione agli ottavi per mano (guarda caso) di Rybakina le ha portato in dote appena 240 punti, contro i 1300 della kazaka finalista e i 2000 della bielorussa, campionessa. Attualmente, i punti di distacco da Aryna sono 1550.
Non è stata una brutta prima fase di stagione per Swiatek, ma molti dei giudizi sul suo conto sono stati “macchiati” da quanto aveva ottenuto negli stessi mesi del 2022. Avendo praticamente solo vinto, era impossibile per lei guadagnare sulle rivali. Sabalenka si sta avvicinando, una vittoria oggi renderebbe possibile un cambio in testa al ranking già dopo il Roland Garros, ma la polacca ha raggiunto qui a Madrid la quarta finale della sua stagione, la seconda in un 1000, e per quanto da Doha 2022 avesse conosciuto solo vittorie per sei tornei consecutivi, raffrontando i momenti si scopre che ha fatto comunque un’ottima figura: vittoria a Doha (quest anno un WTA 500), finale a Dubai (WTA 1000), semifinale a Indian Wells (WTA 1000), vittoria a Stoccarda (WTA 500) e finale da giocare a Madrid (WTA 1000).
Per Sabalenka, invece, 11 vittorie consecutive a gennaio e due titoli vinti tra Adelaide (WTA 500) e Australian Open (Slam), poi tanta continuità coi picchi delle finali, perse, a Indian Wells (WTA 1000) e Stoccarda (WTA 500). Mai una volta sconfitta prima dei quarti di finale. Non sta avendo, da qualche appuntamento, la stessa brillantezza del primo mese dell’anno, ma con ritrovata fiducia rispetto al 2022 è stata in grado di scavare un bel solco con tante altre ed è tornata al punto del 2021, quando era subito dietro ad Ashleigh Barty, indiscussa leader di quel periodo.
I PRECEDENTI: IGA AVANTI 5-2
1. WTA Finals Guadalajara, 2021, Round Robin: Sabalenka b. Swiatek 2-6 6-2 7-5
2. WTA 1000 Doha, 2022, quarti di finale: Swiatek b. Sabalenka 6-2 6-3
3. WTA 500 Stoccarda, 2022, finale: Swiatek b. Sabalenka 6-2 6-2
4. WTA 1000 Roma, 2022, semifinale: Swiatek b. Sabalenka 6-2 6-1
5. US Open, 2022, semifinale: Swiatek b. Sabalenka 3-6 6-1 6-4
6. WTA Finals Fort Worth, 2022, semifinale: Sabalenka b. Swiatek 6-2 2-6 6-1
7. WTA 500 Stoccarda, 2023, finale: Swiatek b. Sabalenka 6-3 6-4
I CAMMINI DELLE DUE FINALISTE A MADRID
A livello di punteggi, né Swiatek né Sabalenka hanno particolarmente sofferto. L’unico passaggio a vuoto della polacca è stato nel secondo set contro Ekaterina Alexandrova al quarto turno, quando sembrava avviata alla classica vittoria dell’ultimo anno e mezzo quando sul 6-4 5-3 30-30, senza aver concesso palle break dal primo turno di battuta del match, ha messo appena lungo un dritto a campo vuoto. Lo sbandamento si è fatto sentire nel primo quarto d’ora successivo, poi la russa ha giocato un tie-break perfetto al servizio meritandosi il terzo set quando ormai era l’una del mattino. Iga, riuscendo a ritrovarsi, ha fatto il break decisivo sull’1-1 raddoppiato poi da quello sul 5-3 che ha siglato la sua vittoria.
Round 1: bye
Round 2: 6-3 6-2 a Julia Grabher (lucky loser)
Round 3: 6-3 6-2 a Bernarda Pera (numero 26 del seeding)
Round 4: 6-4 6-7(2) 6-3 a Ekaterina Alexandrova (numero 16)
Quarti di finale: 6-0 6-3 a Petra Martic (numero 27)
Semifinale: 6-1 6-1 a Veronika Kudermetova (numero 12)
Nel primo match, contro Grabher, si è visto una Swiatek fare un po’ di fatica a contenere l’estremo top spin sul dritto di un’avversaria che si è mostrata molto più a suo agio quella sera nelle condizioni della Caja Magica, avendo già tre partite alle spalle. Poi è andata in crescendo, al di là di quella sbavatura contro Alexandrova.
Sabalenka ha avuto un percorso però abbastanza anomalo, con nessuna testa di serie affrontata fino alla semifinale ma con di fatto diversi punti evidenziati proprio contro alcune sorprese di questo torneo, come Mayar Sherif che le ha tolto un set e per un parziale e mezzo è parsa darle tanto fastidio prima di cedere a un livello che non poteva contenere.
Round 1: bye
Round 2: 6-4 6-3 a Sorana Cirstea
Round 3: 6-4 7-5 a Camila Osorio (wild card)
Round 4: 6-3 6-1 a Mirra Andreeva (wild card)
Quarti di finale: 2-6 6-2 6-1 a Mayar Sherif
Semifinale: 6-4 6-1 a Maria Sakkari (numero 9)
Da notare che era 6-4 4-1 e servizio contro Osorio al terzo turno, ha avuto parecchio da fare nel gestire l’ordine e la qualità di Andreeva nel primo set, ha avuto un set da incubo contro Sherif. Queste tre ragazze, soprattutto, hanno impostato partite con palle molto “sporche”, non offrendole cioè impatti puliti sulla racchetta (finché lei non è riuscita con la propria potenza a distruggere la resistenza avversaria). Questo sarà un punto che potrà tornare contro Swiatek. Meno il fattore smorzata: Sabalenka ha mostrato parecchi problemi, al di là di spostamenti quando non è in controllo del punto, quando le avversarie cercano la smorzata. Questo colpo, fin qui, sta completamente mancando dall’arsenale di Iga.
SWIATEK, PRO E CONTRO
PRO: Parliamo della miglior giocatrice al mondo attualmente sulla terra battuta. Punto. E, per marcarla ancor di più, probabilmente il margine che ha sulle altre, su questa superifice, è in alcuni casi talmente ampio che può anche permettersi di gestire momenti di partita dove gioca ben sotto il suo massimo. Contro Kudermetova in semifinale ha vinto il primo set servendo il 39% di prime palle in campo. Lo ha vinto 6-1, mancando tre chance consecutive di break sul 3-0.
Si muove davvero tanto bene, e non è sulla sua terra rossa preferita. Madrid, come anche Stoccarda, sono molto diverse da dove lei ha espresso i suoi picchi maggiori: Roma e Parigi. Eppure, la facilità che ha nel coprire il campo è eccezionale, in più qui a Madrid sta trovando modo di far viaggiare particolarmente bene i propri colpi e far correre tanto l’avversaria, con l’altura che si è unita piuttosto bene al suo spin esasperato. Unito questo alla capacità di aprire il campo colpendo verso gli angoli, vengono fuori partite spesso a senso unico.
CONTRO: In tutto ciò, Swiatek non ha un servizio che può garantirle a prescindere punti gratuiti. Di fatto, deve lavorare molto più con la testa, fare affidamento su una percentuale di prime palle che contro Sabalenka dovrà essere necessariamente attorno al 60% se non oltre. A Stoccarda giocò un primo set alla battuta di altissimo livello, con addirittura il 78% di prime palle in campo, evitando quasi sempre l’aggressione della bielorussa dal primo colpo. Però, appunto, serve superarsi. A Madrid, la novità, è che sta anche raccogliendo abbastanza punti diretti con la battuta pur chiamata a seconde insidiose: questo anche grazie all’effetto che diventa forse più fastidioso che in altri terreni.
Altro punto negativo, e lo accennavamo prima, è la smorzata. Aryna è stata spesso in grande affanno quando doveva muoversi in avanti. Osorio al terzo turno ha giocato almeno otto smorzate e non ha mai perso il punto. Lei ne ha provata una sul 5-1 contro Kudermetova in semifinale, in totale sicurezza, ed è venuta piuttosto male. Non è un colpo che non ha mai provato, da (più) giovane la usava abbastanza (basti anche andare a rivedere la partita contro Simona Halep a Parigi nel 2020), ma ultimamente l’ha messa in soffitta e difficilmente la riproporrà in un match così.
BONUS: finora, in carriera, non ha mai sbagliato l’approccio a una finale. Ne ha giocate 16, ne ha perse solo 3, e solo nell’ultima contro Barbora Krejcikova a Dubai ha “mollato” non aiutata a dovere da un fisico che stava patendo la pessima condizione dovuta all’infezione. Per il resto, abbiamo sempre visto una Swiatek che in finale si è trasformata a livello mentale, infliggendo sconfitte molto pesanti alle rivali (Sabalenka si beccò un netto 6-2 6-2 a Stoccarda nel 2022, idem Ons Jabeur a Roma lo scorso anno, Karolina Pliskova addirittura 6-0 6-0 a Roma nel 2021) e l’unica sconfitta in un ultimo atto nel 2022, contro Krejcikova a Ostrava, arrivò con la ceca che pur trovandosi di fronte un’avversaria oltre il limite fisico fece di tutto per tenere in vita il match sotto 3-5 al terzo, annullandole cinque match point e mollando solo dopo tre ore e 16 di altissimo livello (partita dell’anno, non a caso).
SABALENKA, PRO E CONTRO
PRO: Per tutta la sua carriera fin qui abbiamo detto: “Quando vuole, è devastante”. Ora, nel 2023, sta trovando quella continuità nei risultati che le era mancata per troppo tempo. A 25 anni Aryna è quel tipo di giocatrice che sembra vinca su tante avversarie già prima dell’ingresso in campo. Potenza, esuberanza, foga, ritmo forsennato. Per affrontarla serve uno sforzo mentale importante. Sherif nei quarti di finale ha impostato una partita da terraiola, esasperando le traiettorie alte per mandarla fuori giri. E per 45/50 minuti c’era riuscita alla grande, con Sabalenka persa letteralmente in campo senza sapere più come fare. Poi, prova e riprova, la numero 2 del mondo ha trovato quattro vincenti consecutivi colpendo sempre bene la palla per il controbreak del 2-2 nel secondo e da lì il copione è cambiato.
Momento. Avrà perso la finale a Stoccarda contro Iga, ma l’inizio di 2023 in generale è per lei una iniezione di fiducia molto importante. Già dopo la semifinale vinta contro Sakkari diceva di voler ritrovare Swiatek in finale per avere subito la rivincita. Ci crede tanto, ed è giusto sia così. Una eventuale vittoria la avvicinerebbe sensibilmente al numero 1, traguardo comunque alla portata prima o poi in questa stagione.
CONTRO: Non è stata una Sabalenka spettacolare fin qui. Partite vinte, punteggi anche relativamente agevoli, ma se contro queste avversarie non era mai in discussione una eventuale vittoria (paradossalmente la partita più semplice l’ha avuta in semifinale, complice anche una Sakkari troppo in affanno per proporle problemi) in finale il livello si presume salirà tanto. Ha mostrato difficoltà negli spostamenti: abbiamo detto delle smorzate, ma in generale non sembra leggera (non quanto Iga) negli spostamenti laterali. Può pescare il jolly con una delle sue sbracciate fulminee, ma il rischio di un gratuito sale tanto in quei casi. Soprattutto se la palla che arriva sarà abbastanza fastidiosa da gestire e un dritto di Swiatek può risultare molto pesante e carico di spin.
Il servizio. Quello che può essere un vantaggio, contro una come Swiatek può diventare un’arma a doppio taglio. Ha parlato a lungo in Australia dei cambiamenti fatti nell’estate 2022, si è detto di quanto ora abbia un colpo nuovo e più sicuro pur spingendo di più. La realtà dei fatti, però, sembra raccontare altro. Forse rischia di più, forse in tante partitite si sente più sicura, ma contro l’avversaria che mette tanta pressione tornano i difetti della “vecchia” Sabalenka. A Stoccarda una fase finale di game sul 3-4 nel primo set con sole seconde, due doppi falli, l’ha portata ad appoggiare la palla al di là della rete sulla chance concretizzata da Iga per il 5-3. Nel secondo parziale, un doppio fallo ha dato il break decisivo alla rivale. Anche a Madrid la si è vista in più occasioni esagerare quando era con l’acqua alla gola. La polacca, qui, potrebbe darle tanto fastidio se ripeterà la prova perfetta di Stoccarda.
QUALCHE SPUNTO EXTRA SULLA PARTITA
Ci sono cicatrici che Sabalenka non ha mai rimosso. Una tra queste è l’atteggiamento nelle finali. Questa sarà la ventiquattresima della carriera, il bilancio è 13 vinte e 10 perse, con cinque di queste nelle ultime sette giocate. Tante delle sconfitte sono giunte anche per momenti in cui si bloccava e non aveva altra via che forzare ancor di più quando il cervello era ben poco lucido. Ha un po’ corretto quell’aspetto, ma non è mai veramente sparito come il problema al servizio, lasciando perdere quel periodo a inizio 2022 dove faceva tra i 15 e i 20 doppi falli a partita. Andando per forza a tutto gas per tutto il tempo, Aryna balla costantemente su un filo. Se riesce a vincere, spesso lo fa esaltandosi, ma può essere più difficile vederla imporsi se il punteggio rimane in bilico fino alle fasi decisive del set. Dipende molto dall’avversaria, ma se questa riesce nella pressione sistematica in risposta, ecco che può andare in affanno.
Swiatek ha un piccolo vantaggio psicologico, al di là di queste situazioni di campo. Sta attraversando il periodo che lo scorso anno la vedeva vincere ogni partita e fin qui è stata appena sotto la perfezione in termini di risultati, mostrandosi già come principale favorita per il prossimo Slam. A inizio anno si diceva di quanto potesse gestire questa fase dove, a maggior ragione perché ha solo 21 anni (ancora per qualche settimana), un calo sarebbe stato anche prevedibile. In realtà ha perso solo contro giocatrici di primissima fascia in momenti dove si esprimevano ad alti livelli. Non c’è nulla di male, come non ci sarebbe perdere qui a Madrid contro questa Sabalenka. Sarebbe solo un nuovo tassello della loro saga, con magari la bielorussa che a Madrid riconfermerebbe la vittoria del 2021 e come qui con l’altura e la palla che viaggia di più i suoi colpi sanno essere molto efficaci. Però, insomma, Iga è lì, malgrado qualche malumore in Australia e dopo Indian Wells quando tutto sembrava fin troppo cupo. Arriverà la fase di stagione per lei più dura (sull’erba) e i ragionamenti probabilmente cambieranno, ma senza intoppi la polacca è alla quinta finale negli ultimi sei tornei disputati, tre di questi sono 1000. Fortuna che sembrava ridimensionata.