Piove sul bagnato per Simona Halep, ed è una notizia che sembra spezzare le speranze della rumena di vedere risoltasi la sua questione con l’antidoping in breve tempo.

Anzi, il comunicato ufficiale emesso dalla ITIA (International Tennis Integrity Agency) afferma che all’ex numero 1 del mondo è stato riscontrato un problema col passaporto biologico.

L’Athlete Biological Passport è un metodo sviluppato dalla WADA (World Anti Doping Agency) e inglobato nel TADP (Tennis Anti Doping Porgram) dove le varie agenzie di antidoping monitorano i valori del sangue dell’atleta nel tempo, così da riscontrare eventuali violazioni del programma anti doping.

La nuova accusa verso Halep viene mossa dopo un’analisi del passaporto biologico della giocatrice svolto da un collegio di esperti. Il comunicato specifica chiaramente come questa sia una accusa separata dalla prima comunicazione data, lo scorso settembre, circa la positività al Roxadustat rilevata durante lo US Open in cui venne sconfitta al primo turno contro Daria Snigur.

Nicole Sapstead, direttrice del reparto antidoping alla ITIA, afferma: “Sappiamo che la notizia di oggi aggiunge complessità a una situazione già molto sentita. Dal risultato di questo processo noi rimaniamo comunque pronti a confrontarci con Simona Halep in maniera empatica, efficente e organizzata”. Solo poche settimane fa la rumena aveva pubblicato un video in cui lamentava la pessima gestione del suo caso, la positività al Roxadustat, con i continui rinvii del processo e ormai otto mesi di attesa dal momento della sospensione per un’udienza che, dati alla mano, potrebbe arrivare a fine maggio ma che ora inevitabilmente rischia di allungarsi. È da capire, tra l’altro, se questa seconda violazione di cui ora è accusata le comporterà una ulteriore sospensione nel momento in cui sarà giudicata per il primo problema.

L’unica certezza fin qui, almeno così sembra, è che per Halep purtroppo la situazione si fa molto più complicata.