Conclusi gli Internazionali d’Italia per la prima volta in versione “lunga”, passiamo alle pagelle:
VOTO 10 non può non andare al vincitore del torneo, Danil Medvedev, che a sorpresa vince il primo torneo sul rosso e si candida per essere uno dei principali outsider, alle spalle dei favoritissimi, a Parigi.
VOTO 9 per Rune, finalista a Roma dopo Montecarlo, perché battere Djokovic in questo torneo e Ruud su terra non è banale: peccato che in finale è sembrato un po’ scarico sia dal punto di vista fisico che mentale.
VOTO 8 per i protagonisti inattesi di questa settimana, Hanfmann e Marozsan, entrambi provenienti dalle quali: il primo batte due top ten (Fritz e Rublev) e arriva ai quarti dove nulla può col vincente del torneo mentre l’ungherese batte il neo numero 1 Alcaraz con un tennis spumeggiante. Vittoria che potrà raccontare ai suoi nipoti.
VOTO 7 per Casper Ruud che finalmente torna su livelli accettabili, non batte nessun top player ma arriva zitto zitto in semifinale perdendo con Rune dopo aver dominato il primo set.
VOTO 6 per gli italiani (escluso Sinner): compitino per i nostri tennisti, che battono giocatori che dovevano battere ma perdono contro avversari più quotati, senza nessuna sorpresa e nessun exploit degno di nota.
VOTO 5 per gli organizzatori. Ok, c’è stata la pioggia, tanta, ma alcune situazioni potevano essere gestite meglio: è impensabile far giocare Tsitsipas-Musetti in settimana a mezzanotte (ma anche qui, la pioggia…)
VOTO 4 per Sinner. Forse siamo troppo severi con il buon Jannik, ma se sei un top ten, numero 1 italiano di gran lunga e salti Madrid per arrivare al meglio a Roma, non puoi perdere con Cerundolo prendendo due 6-2 consecutivi. Unica attenuante la condizione fisica che non è sembrata essere delle migliori.
VOTO 3 per Alcaraz che, anche se distratto dal Roland Garros, non può prendere una stesa da un giocatore mai sentito prima dal grande pubblico proveniente dalle qualificazioni.
VOTO 2 per Djokovic : torneo insufficiente per il serbo che sì, era al rientro dopo un piccolo periodo di inattività, ma è sembrato il lontano parente del giocatore che un anno fa vinceva questo torneo. Ha vinto soffrendo con gente come Etcheverry e perdendo un set contro Dimitrov, ma poi ha subito una da stesa da Rune intervallata sotto dal secondo set vinto di esperienza. Preoccupa il suo stato di forma in vista di Parigi.
VOTO 1 per una parte del pubblico del Foro che accorre, nonostante tutto, sempre in maniera numerosissima e calorosissima al torneo romano però i fischi all’annuncio dei giocatori e le urla tra prima e seconda, sono un’abitudine davvero insopportabile.
VOTO 0 per la formula del torneo a 2 settimane: ok, saremo dei conservatori sotto quest’aspetto, ma la formula allungata di Madrid e Roma non ci convince per niente.
Tanti giocatori hanno la testa al Roland Garros, i match aumentano ma la qualità diminuisce di gran lunga: alzi la mano chi ha contato più di 3 o 4 match davvero interessanti in questa edizione. Il programma scarno della seconda settimana, con vari giorni di riposo come se fosse uno slam, abbassano ancora di più l’interesse.
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