20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
L’obbedienza è un mestiere duro. Una lezione che ci viene impartita fin da bambini e che ci accompagna zelante nel corso della vita. Obbedienza prima alla volontà dei genitori, poi alle regole e alle leggi, per molti alla fede, per altri all’amore e alla verità, con quell’illusione benevola che ci fa credere che quando scegliamo serenamente a cosa obbedire stiamo esercitando la nostra personale libertà. Eppure nei momenti decisivi è necessario saper disobbedire. Come fece il Conte di San Sebastiano, che osò coraggiosamente disobbedire a un ordine militare in battaglia. Nonostante la vittoria ottenuta nessuno lo ricorda mentre è rimasta l’espressione che pare a lui dedicata: essere bastian contrario. Se il conte piemontese potesse dare oggi uno sguardo ai suoi eredi ribelli, resterebbe molto divertito nell’osservare che in uno sport elegante e ossequioso come il tennis, gli atleti controcorrente imperversano più che mai. In questo 2022 è stato protagonista un giocatore che ama andare contro gli stereotipi e contraddire sistematicamente: Nick Kyrgios ogni tanto ci prova a mettere la testa a posto, a seguire le regole e la disciplina ma il DNA da bastian contrario è più forte di qualunque buona intenzione! Aveva cominciato bene la stagione il tennista aussie vincendo in doppio l’Australian Open insieme al connazionale Kokkinakis, con uno straordinario percorso iniziato grazie a una wild card. Ma il risultato più sorprendente è arrivato a luglio. Giunto alla finale di Wimbledon con un atteggiamento ligio e serio, candidamente in tono con la mise del torneo, nell’ultimo match ha dovuto soccombere, trovando dall’altra parte della rete il più formidabile bastian contrario del circuito: Novak Djokovic. Carattere da combattente e temperamento impulsivo Djokovic li ha sempre avuti, senza farne mistero. A gennaio il serbo pur di non piegarsi e sacrificare i propri principi etici ha iniziato l’anno con un processo, è finito in una struttura di detenzione per rifugiati e poi si è fatto espellere da quell’Australia che ha cancellato con un colpo di spugna i 9 titoli Slam conquistati, additandolo a nemico della salute pubblica per il credo no vax. Nonostante le critiche e i giudizi severi che si sollevavano ovunque, Nole è andato avanti. Ha continuato ad allenarsi pur sapendo che molti tornei non lo avrebbero ammesso a causa delle restrizioni anti Covid e ha lottato per vincere anche quando in palio non c’erano punti preziosi per il ranking mondiale. Novak è fuori dubbio il più devoto disobbediente dell’ATP, che per operare cambiamenti in nome dei principi in cui crede non esita ad anteporre qualsiasi atto di disobbedienza si renda necessario, assumendosene però tutte le relative conseguenze. Non a caso il campione serbo è il tennista più divisivo degli ultimi tempi, capace di mettere d’accordo tutti gli animi solo sul campo di gioco. Un bastian contrario eticamente disubbidiente, con una fierezza tutta balcanica che lo accomuna a un altro grande campione, ruvido e schietto come lui, che ha sempre amato viaggiare controvento, fedele alla sincerità del suo pensiero, più o meno condivisibile ma sempre genuino. Nole aveva incontrato Sinisa Mihajlovic in occasione degli Internazionali di Roma del 2016, dove si erano scattati una foto destinata a diventare iconica. Ne era nato un legame di amicizia tale per cui Mihajlovic è subito intervenuto in favore del connazionale a seguito delle vicende australiane. “Per me Djokovic è la prima vittima, non il principale responsabile di questo episodio. Penso inoltre che tutto andasse risolto internamente, fra lo Stato di Vittoria e il governo centrale. Ridicola messinscena la sua permanenza in hotel.” Con queste parole l’ex calciatore aveva espresso il suo pensiero sul visto negato a Djokovic e la sua espulsione dall’Australia. Adesso è stato Nole a dedicare un messaggio a Sinisa che dopo tre anni di lotta contro la leucemia è venuto a mancare lo scorso venerdì. “Hai lasciato un segno indelebile” ha scritto sui Social Novak nell’ultimo abbraccio al campione serbo che con grande coraggio ha provato fino in fondo a disubbidire al destino. Ciao Sinisa!