WTA Finals: Garcia sontuosa, Sabalenka al tappeto. La francese è la nuova Maestra

[6] C. Garcia b. [7] A. Sabalenka 7-6(4) 6-4

La partita perfetta nella giornata più importante. Caroline Garcia chiude il suo 2022 alzando al “cielo” della Dickies Arena di Fort Worth il quarto titolo stagionale, il dodicesimo della carriera, dopo una prova praticamente inappuntabile.

È lei la campionessa delle WTA Finals 2022, mettendo la firma a una seconda parte di stagione da capogiro, rientrando nelle posizioni di vertice del ranking di singolare dopo essere precipitata addirittura al numero 75 del mondo. Adesso sarà la nuova numero 4, riportandosi ai livelli di cinque anni fa. Non è più giovanissima, il 22 ottobre 2023 anno spegnerà 30 candeline e tantissima acqua è passata sotto i ponti di chi avrebbe dovuto trainare il tennis francese verso importanti traguardi ormai una decina di anni fa, ma la Garcia di adesso può vantare comunque tre titoli WTA 1000 in singolare, uno in doppio, due Roland Garros vinti in doppio e ora questo nuovo grande risultato. Tanto male, in fondo, non sta andando pur navigando tra mille vicissitudini personali e infortuni che ne hanno sempre minato la continuità.

Il presente, però, è suo ed è brillante. In un torneo dove ha perso soltanto da Iga Swiatek (che, insomma, di ‘sti tempi non è affatto un fattore negativo) è stata super a vincere lo spareggio per la semifinale contro Daria Kasatkina resistendo a uno scontro dove il suo tennis non è mai particolarmente brillante. Soffre parecchio le giocatrici di contenimento, quelle capaci di allungare lo scambio, variare tanto le traiettorie, risultare difficili nella lettura e che ti trascinano in lunghi e laboriosi scambi. L’importantissimo successo al tie-break decisivo l’ha lanciata: 6-3 6-2 ieri a Maria Sakkari e oggi 7-6(4) 6-4 contro Aryna Sabalenka che, come lei, era imbattuta nelle finali di tornei importanti con quattro titoli WTA 1000 in bacheca.

Oggi, però, ha estratto dal cilindro la miglior prestazione possibile. Al servizio sembrava una macchina: 11 ace totali, 10 solo nel primo set. In 11 turni di battuta solo in due circostanze è stata spinta ai vantaggi, ma non ha concesso alcuna palla break risolvendo le due situazioni intricate (l’ultima proprio sul 5-4 nel secondo parziale) con altrettanti servizi vincenti. Un rendimento di assoluto livello che impediva a Sabalenka di proporre qualsiasi cosa, lasciandola sperare che ci fosse un segnale di cedimento, un’occasione, un piccolo spiraglio. L’unico momento, probabilmente, è arrivato sul 4-3 e servizio per la francese nel secondo parziale quando la bielorussa è stata avanti 15-30 in risposta. Con una seconda profondissima, però, Garcia ha ricacciato indietro Sabalenka che aveva i piedi dentro al campo per aggredire subito e con altrettanto coraggio ha colpito di dritto dal centro mandando la palla verso l’incrocio delle righe in lungolinea. Sul 30-30 è arrivato poi il suo unico ace della seconda frazione, chiudendo il turno di battuta con un’ottima difesa sul lato del dritto alla risposta di Sabalenka, con quest ultima che ha poi vanificato il suo attacco mettendo in rete il dritto successivo. L’unico momento delicato per Garcia, che in tutta la partita è stata indietro alla battuta solo in quattro circostanze e tre di queste sono state degli 0-15.

Per Sabalenka invece la situazione era un po’ diversa. Non tanto, perché per gran parte del match era vicinissima all’avversaria, ma quando il livello è così alto per entrambe la differenza viene nei dettagli e dunque per Aryna c’è stata una percentuale di prime palle sempre vicina al 40% nel primo set che la portava a dover prendere grandi rischi e sul finire della prima frazione è arrivato il conto da pagare. Con quel gioco sempre così spericolato, è veramente difficile per lei mantenere alto il rendimento da fondo campo. Non stava attuando la versione vista ieri contro Iga Swiatek, dove al servizio sembrava voler chiudere il punto senza dover colpire una seconda volta la palla, ma malgrado percentuali vicine al 90% di realizzazione con la seconda palla per lei servire sempre dopo Garcia sarebbe diventato un problema soprattutto nelle fasi finali del set. E di fatti già sul 6-5 30-30 ha rischiato tanto non mettendo mai la prima e venendo graziata dalla francese soprattutto sul 40-30, ma poi nel tie-break dal 2-0 è precipitata perdendo sei punti di fila, aumentando visibilmente la tensione e i nervi. Era risalita cancellando i primi due set point, ma sul terzo è incappata in un brutto doppio fallo.

Ha pagato carissimo quel passaggio a vuoto, perché l’inizio del secondo set è stato disastroso, nell’unico momento in cui è parsa davvero scollegata dalla partita. Prima un brutto punto perso sul 15-15, poi addirittura fermatasi dopo uno schiaffo di dritto col naso sulla rete, convinta forse di aver chiuso il punto e invece costretta dal recupero di Garcia a doversi riorganizzare affossando però in rete la voleè del 15-40 divenuto poi break. Guardando nel complesso, così come Garcia ha avuto molto agio nei propri turni di battuta tranne in un paio di occasioni, si può dire lo stesso di Aryna, a dimostrazione di come sia stata una partita giocata su pochissimi punti. Dettagli, però, che alla fine fanno tutta la differenza possibile. Sabalenka ha concesso una palla break, concretizzata da Garcia, che a sua volta ha tenuto immacolata la casella senza mostrare segni di tensione veri tranne forse nell’ottavo gioco del secondo set quando dopo l’ace sul 30-30 ha sbagliato il lancio di palla successivo e si è fermata, cercando di riassestarsi ma mettendo lunga la prima palla. Lei però è riemersa e sul 5-4 è sempre stata avanti nel punteggio, aiutata ancora dalla prima di servizio sul 15-15 e sul 40-40 e venendo forse graziata da un rovescio incrociato a tutto braccio di Sabalenka sul 30-30 finito di poco largo. Dettagli, segnali.

La francese vola, come l’aeroplano che da sempre era il simbolo delle sue esultanze in campo post-vittoria. Cinque anni dopo la prima e finora unica partecipazione alle WTA Finals si è ripresa con gli interessi un posto tra le migliori e chissà che nel 2023 non possa finalmente consolidarsi ai piani alti della classifica.

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