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“Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo”. Con queste parole Michelangelo descrive il momento in cui fa prendere vita a fantastiche creature scultoree, figure sublimi che si liberano dalle zavorre e si stagliano leggere nella roccia granitica. Simile a una scultura di marmo a cui mani sapienti hanno donato una impensabile morbidezza sembra anche il gioco di Lorenzo Musetti, così leggiadro e fantasioso. Il giovane campione italiano sta letteralmente incantando il grande pubblico in questa straordinaria seconda parte di stagione. L’estetica di gioco di Lorenzo lo rende uno dei più interessanti tennisti del circuito ATP, proprio come la scultura che sa regalare un’anima al marmo. Uno stile “vintage” ispirato da un tocco e una sensibilità che lo differenziano dai giovani colleghi, fautori principalmente di un gioco improntato alla potenza e all’aggressività da fondo campo. Smorzata al volo, pallonetto, rovescio a una mano con tanti tagli di palla e serve and volley sono il creativo bagaglio tecnico di Lorenzo. L’astro nascente di Carrara sta sempre più dimostrando di non essere una fugace meteora nel panorama tennistico italiano ma una poliedrica conferma. Complice una tendenza di gioco eclettica e fuori dal comune, capace di contaminare il nuovo con l’antico in una combinazione che riesce a conquistare immediatamente lo spettatore sia dentro che fuori dal campo. Lorenzo è infatti un ragazzo dai gusti d’altri tempi non solo per quanto attiene allo stile tennistico ma anche nella vita privata. In fatto di musica per esempio ha ereditato dal padre la passione per i Led Zeppelin, i Simple Minds e gli U2. A differenza della stragrande maggioranza dei millennials suoi coetanei, Lorenzo ai videogiochi preferisce il rock degli anni 80 e 90. Anche in cucina Musetti non riesce a rinunciare ai sapori della tradizione lunigiana con i piatti che gli preparano la mamma e nonna Maria: il sushi non riesce proprio a farselo piacere! Per non parlare dei sentimenti, come quando una storia d’amore finita male ha rischiato di mandarlo in tilt facendogli perdere addirittura la voglia di giocare. Adesso è in attesa del colpo di fulmine, niente ragionamenti per lui ma solo l’istinto a guidarlo nelle faccende di cuore esattamente come nel rettangolo di gioco. Tutte passioni dai contorni retrò che quando impugna la racchetta si traducono in un elegante e solido rovescio a una mano a cui oggi, grazie ai continui progressi tecnici, si aggiunge il diritto sempre più potente e profondo. Estroso, esuberante e ricco di soluzioni in campo Lorenzo col suo gioco riesce a emozionare e a emozionarsi. All’ATP di Firenze durante la semifinale con Auger Aliassime una congestione o più probabilmente una crisi di panico si è trasformata in un attacco di umanità, mostrando tutta la sensibilità di un ventenne fin troppo esigente con se stesso. Sta maturando a ogni torneo Lorenzo, vincendo e convincendo, brillando anche quando cade, a dimostrazione del fatto che è un giovane tosto e sicuro. Lo ha confermato anche all’ATP di Napoli dove ha battuto in finale l’amico Matteo Berrettini, dando prova dei notevoli miglioramenti fatti con una costante crescita. Con così tante soluzioni di gioco Lorenzo deve paradossalmente semplificare, scegliere tra le tante strategie di cui dispone quella maggiormente efficace per conquistare il punto. Come Michelangelo, artista “del levare” e non “del mettere”, Lorenzo deve solo scolpire il suo gioco alla stregua di un blocco di marmo da cui liberare la magia imprigionata dentro, levigando i colpi e dosando follia creativa con tecnica raffinata, per dare al marmo l’effetto di una morbida pelle, come solo i grandi artisti sanno fare.