Dopo un paio di settimane piene di sorprese le semifinali dello US open si sono alla fine assestate. I favoriti della vigilia hanno vinto entrambi e anche se hanno avuto qualche intoppo la loro vittoria non è mai sembrata in discussione. Casper Ruud, che solo tre anni fa veniva agevolmente battuto a Milano da de Minaur o Kecmanovic, e Carlos Alcaraz, che 15 mesi fa al Roland Garros festeggiava l’ingresso nella top100, domenica sera si disputerano l’ultimo slam dell’anno e il numero 1 della classifica mondiale.
I loro avversari hanno fatto quello che potevano, in un caso – Khachanov – davvero poco, nell’altro – Tiafoe – un po’ di più, anche se lo statunitense è stato aiutato dal solito scialacquone spagnolo. Se mai il russo ha avuto qualche possibilità l’ha persa dopo i 55 colpi tirari nel dodicesimo punto del tiebreak del primo set, quando uno scambio onestamente da terza categoria ha dato il primo set a Ruud. Il norvegese da quel punto in poi ha semplicemente dato maggiore profondità ai colpi e tanto è bastato perché Khachanov era un lontano parente di quello visto contro Carreno Busta e Kyrgios, forse provato dai due lunghi match più probabilmente tornato ai livelli che gli sono più conseuti dopo due mezzi prodigi. Ruud ha smarrito il quarto set per distrazione, quando si stava mentalmente preparando al tiebreak ma ha immediatamente richiuso la porta all’inizio del quarto, quando la differenza tra i due è diventata enorme. Ruud approfitta dunque di un tabellone che si è spalancato davanti a lui, senza mai aver fatto vedere chissà quali grandi cose e facendo prevalere la solidità contro avversari che per un motivo o per l’altro gli erano nettamente inferiori.
Come previsto Ruud troverà Alcaraz, che a Miami gli aveva tolto la soddisfazione del suo primo Masters 1000. Inutile dire che nel caso del ragazzo spagnolo le aspettative sono ben altre perché in tutto il torneo Carlitos ha mostrato che o torna Djokovic, che ha pur sempre 36 anni, oppure si può sperare che si batta da solo. Dopo averci provato contro Sinner, Alcaraz ha ancora sperperato l’inimmaginabile contro Tiafoe, che ha giocato l’incontro migliore del suo torneo ma che ha raccattato due tiebreak perché il suo avversario è ancora un teen-ager dedito al divertimento più che a qualche forma di saggezza tattica. Non che Alcaraz non mostri di comprendere quello che il povero Ferrero si sforza di spiegare nella preparazione dei match – le infinite variazioni sono naturalmente agevolate da uno smisurato talento ma pensate da “mosquito” – ma la voglia di spaccare in due palla e avversario prevale ancora talmente tanto da far finire fuori giri quello che pare possa essere l’uomo da battere in futuro, posto che non lo sia già.
Alcaraz ha perso il primo set perché Tiafoe non ha sbagliato nulla e ha giocato come non si era mai visto, ma mentre Frances ha resistito altri quattro game prima di claare lo spagnolo ha mantenuto il suo livello e tanto è bastato per mettere insieme una terribile serie di otto game a zero, o se preferite di 12 a 1. Alcaraz forse si deve essere annoiato a quel punto e avanti 2-0 nel quarto ha riammesso in partita Tiafoe, perdendo due servizi di fila. Ha avuto il match point nel decimo game del quarto lo spagnolo, ma per una volta non ha aggredito a sufficienza la seconda di Tiafoe col rovescio e poi ha subito una controsmorzata bellissima di Frances. Trascinato dal pubblico Tiafoe ha di nuovo toccato vette elevatissime, con Alcaraz un po’ frastornato, cosa che gli è costata un altro tiebreak e il quarto set. Alcaraz è di nuovo partito con break nel quinto, se è ancora fatto raggiungere da Tiafoe ma nel finale di set, e di match, ha staccato l’avversario.
Finale giusta? Non c’è dubbio che l’appeal possa essere discutibile ma il tabellone di Ruud non è tanto diverso da quello incontrato a volte da Nadal o da Djokovic, quindi a poco serve scandalizzarsi. Se l’unico avversario decente è un rattoppato Berrettini non è certo colpa sua, come si usa dire. Dall’altra parte Alcaraz ha fatto il suo, questo Nadal non sarebbe stato avversario troppo peggiore di Tiafoe o di Sinner, questo passa il convento. C’è forse da segnalare l’inconsistenza del ranking, che andrebbe forse rivisto considerata l’enorme differenza di qualità e difficoltà tra uno slam e un masters 1000. Ma di questo ne parleremo a tempo debito.
Semifinali
[5] C. Ruud b. [27] K. Khachanov 7-6(5) 6-2 5-7 6-2
[3] C. Alcaraz b. [22] F. Tiafoe 6-7(6) 6-3 6-1 6-7(5) 6-3
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