Trionfo di Alcaraz a Miami, primo Masters 1000, travolto Ruud

[14] C. Alcaraz b. [6] C. Ruud 7-5 6-4

Un anno fa Carlos Alcaraz era ancora minorenne e a Miami restava giusto il tempo per perdere contro Emi Ruusuvuori, il finlandese che ha buttato al vento il match contro Sinner a primo turno. Lo spagnolo era numero 132 del mondo, in molti pronosticavano un buon futuro, soprattutto sulla terra rossa, dove avrebbe potuto raggiungere, dicevano, ottimi risultati. La finale la giocavano, abbastanza a sopresa, Hurkacz e proprio il nostro Sinner, il predestinato, colui che avrebbe dominato il tennis da lì a qualche mese. Sinner perse quel match e un anno dopo deve guardare da lontano il trionfo di uno che nel frattempo è diventato talmente forte da far temere di non riuscire a trovargli un avversario adeguato. Quando arrivò Nadal, proprio a Miami, di fronte c’era Roger Federer, ma oggi chi c’è? Perso in problemi di ben altra gravità Medvedev, alle prese con problemi esistenziali Tsitsipas, turbato e scosso da gravi accuse figlie di un comportamento a dir poco censurabile Zverev, il vero avversario di Carlos Alcaraz Garfia è lui stesso, perché a nemmeno 19 anni tutto può ancora accadere e non è detto che l’amore per uno sport così pretenzioso come il tennis, possa bastare.

Quello che è certo è che in questo momento in campo il margine tra lui e il resto della truppa è così ampio che o lo colma da solo, lasciandosi andare a intemperanze – non caratteriali, meglio precisarlo, perché Alcaraz è un giocatore di grande correttezza – tipiche dell’età oppure i risultati potrebbero essere severissimi. La sua prima finale masters 1000, contro un buon giocatore come Ruud, arrivato in finale abbstanza casualmente, è stata la summa del momento di Alcaraz. Lo spagnolo ha perso il suo primo servizio, è andato sotto 4-1, dopo aver fallito la palla break per il recupero e poi ha vinto il set 7-5, rendendo i game divertenti perché impegnato a provare variazioni, dalla palla corta al serve & volley, oppure addirittura una pallina lenta poco oltre la rete, buona per far capire ancora meno a Ruud. E poi, se proprio serviva, dei terribili colpi da fondo, oggi il dritto incrociato, che è stato davvero devastante. Un simile show avrebbe forse meritato un avversario più attrezzato, anche se Ruud ovviamente ha dato tutto e anche qualcosa di più, facendosi trovare pronto quando Alcaraz esagerava con le esuberanze giovanili. Dopo il secco parziale di 9 game a 1, Ruud recuperava uno dei due break calmando, se così si può dire, la partita. Alcaraz a quel punto si limitava a gestire, lasciando un po’ andare i turni di risposta. Era più che sufficiente per chiudere il match con un turno di servizio impeccabile e, dopo poco meno di due ore, lasciarsi andare ad una tutto sommato composta esultanza, prima di sciogliersi in lacrime nel box con Juan Carlos Ferrero, mentore e artefice di questo capolavoro.

Da domani Alcaraz sarà numero 11, ancora fuori dalla top10 e, tanto per spiegare ulteriormente il valore che c’è da dare al ranking, Ruud sarà settimo, suo best ranking. Quanto abbia senso lo abbiamo visto durante la partita di oggi. Quello che preoccupa ulteriormente è che adesso comincia la stagione sulla terra rossa, che sembrava dovesse essere la superficie preferita di Alcaraz. Lo rivedremo a Monte Carlo, a questo punto speriamo di esserci tutti sbagliati, altrimenti avremo poco da divertirci.

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