La chiamano “la regina dimenticata”: Lady Jane Grey regnò per soli nove giorni nel 1553 sul trono d’Inghilterra prima di essere deposta da Maria la Sanguinaria. L’epilogo che toccò in sorte a Jane, la regina meno longeva della storia, lo si può intuire dal soprannome affibbiato all’usurpatrice Maria. Per sua fortuna il nuovo re del ranking ATP Daniil Medvedev dopo tre settimane di dominio perderà solo la testa della classifica, non come la povera Jane che il capo lo perse sul serio sotto i colpi di un boia.
Ammettiamolo, l’incoronazione del tennista moscovita era avvenuta sotto i peggiori auspici, in coincidenza con l’inizio dell’invasione russa all’Ucraina. Difficile non intravedere un nesso tra le prestazioni sotto tono di Daniil in queste ultime settimane e la pressione inaspettata provocata dall’appartenenza ad una nazione diventata di colpo protagonista di un odioso conflitto. Inoltre appena asceso alla vetta della classifica Daniil si è dovuto confrontare di nuovo con Rafa Nadal durante la semifinale di Acapulco in un match in cui non ha saputo regalarsi l’agognata rivincita della finale degli Australian Open.
A Indian Wells invece ha perso a sorpresa contro il francese Monfils vedendo sfumare addirittura il traguardo degli ottavi. Infine il ministro dello sport britannico sta valutando di vincolare la partecipazione al torneo di Wimbledon dei tennisti russi ad una netta dissociazione dal leader sovietico Putin, nonostante le esternazioni di Medved e Rublev a favore della pace non ritenute probabilmente sufficienti. Insomma, tre settimane di regno in cui il giovane tennista di grattacapi ne ha avuti parecchi e che si concluderanno con il passaggio dello scettro lunedì 21 proprio a Novak Djokovic, di nuovo primo e senza aver giocato!
Anche il serbo per la verità ha avuto un inizio anno particolarmente tribolato a causa delle sue posizioni no vax ma con l’allentamento delle misure anti Covid in Europa la stagione sulla terra rossa sembra almeno assicurata per Nole. Certo, sull’argilla non sarà facile scalzare il re indiscusso di questa superficie. Se l’Inghilterra ha visto regnare per soli nove giorni la sfortunata Jane, la Francia al contrario può vantare uno dei re più longevi della storia. Non si tratta di Luigi XIV con i suoi oltre 72 anni di regno trascorsi a Versailles, bensì del Re Sole del tennis, Rafa Nadal, con i suoi 13 titoli conquistati sul centrale del Bois de Boulogne.
Chissà se in questo 2022 finora così ricco di soddisfazioni per Nadal, la terra rossa di Parigi ha in serbo per lui il 14esimo titolo del Roland Garros. In fondo l’eroico aviatore francese aveva origini spagnole proprio come l’intramontabile Rafa che anche se lo nega, è impossibile non abbia fatto un pensierino sulla possibilità di tornare al vertice della classifica mettendo nel mirino gli antagonisti.
Con Zverev irrequieto e Medved distratto, arrivare a incalzare Djokovic potrebbe essere meno arduo del previsto. La tenacia e la costanza dei veterani sono caratteristiche tipiche di sovrani eterni al contrario della discontinuità dei giovani che riescono a essere re per una sola notte. Ci sono voluti diciotto anni per avere un numero 1 ATP che non fosse uno dei Fab Four ed è durato solo tre settimane: il nuovo re non ha saputo brillare, non è riuscito a squarciare l’oscurità di una buia notte senza stelle.
Eppure il fugace cambio della guardia non deve ingannare: a volte è solo questione di afferrare il momento giusto e Medvedev lo riagguanterà presto. Da buon appassionato di scacchi Daniil sa che il tempismo è fondamentale. Come amava dire il grande campione Bobby Fischer non è sufficiente giocare la mossa giusta, la si deve anche giocare al momento giusto. Sapersi contenere è una delle cose più difficili che un giocatore di scacchi deve imparare. Lo ha capito anche Daniil, forse occorre soltanto aspettare il momento giusto per diventare finalmente il re di una lunga e incredibile notte costellata di successi, in cui poter uscire di nuovo a riveder le stelle.
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