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Stakhovsky in lacrime a Sky News: “Torno in Ucraina per combattere, mi sono iscritto all’esercito”

Con il quarto giorno di lotta in Ucraina ormai cominciato, l’assedio dei militari russi alla capitale Kiev è sì continuo ma non è stato così immediato come forse Vladimir Putin pensava.

La resistenza che sta mostrando il popolo ucraino è encomiabile, comunque la si voglia vedere, opposta al secondo esercito al mondo per dimensioni. Molto di questo spirito è dato, anche, dal presidente Volodymyr Zelenskyi, riconosciuto ormai in maniera unanime in patria come uomo di onore e unico vero presidente nella storia del popolo ucraino.

Di fatto, per la stragrande maggioranza degli ucraini tutte le persone che si erano succedute prima erano solo dei fantocci del Presidente russo, marionette messe al potere per avere di fatto grande controllo sul territorio malgrado la sua (apparente) indipendenza. Ora, di fronte all’assedio di Putin che vuole riportare il paese sotto il suo dominio reinstallando un governo filo-russo, il senso di nazionalità che sta uscendo dai cittadini rimasti a Kyiv è tutto guidato dal loro presidente, rimasto nella capitale come guida e punto di riferimento.

Per questo, stanno tornando in Ucraina anche tanti connazionali all’estero e, tra loro, l’ex tennista ATP Sergiy Stakhovsky, ritiratosi nel 2021. “Non ho esperienza di guerra” ha commentato quasi in lacrime in una video intervista con Sky News, “ma ho esperienza di armi, a livello personale”. “Questa” ha continuato, “è l’unica ragione per cui sto tornando indietro. L’esercito ha dichiarato che chiunque vuole combattere per il paese può farlo, iscrivendosi nel gruppo di riserva per essere chiamato, raccogliere le armi e diventare parte della resistenza. Ci sono tantissimi come me che si stanno iscrivendo, ho dato il mio consenso sabato scorso ma non c’erano abbastanza fogli per la grande quantità di persone che hanno fatto richiesta. Ora hanno proprio cancellato la procedura e basta semplicemente presentarsi”.

“Mentre son qui, tanti miei connazionali stanno rinunciando alle loro famiglie, cercando loro rifugio, non vedo perché io non debba farlo”. Stakhovsky si trovava a Dubai fino a pochi giorni fa e nei giorni scorsi aveva ammesso che lui stesso non si aspettava questo assedio. Nessuno, probabilmente, era pronto. Diceva che è da tanti anni ormai che il popolo ucraino è nemico di Putin e l’odio è forte. I ricordi del 2014, della Crimea sottratta all’Ucraina e dei problemi nel Donbass hanno rappresentato ostacoli che sono perdurati e nelle ultime settimane probabilmente la popolazione pensava che una volta annesse le auto-proclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk la questione potesse fermarsi come nel 2014. Lui stesso quando ha lasciato Kyiv non pensava a questa esclation così importante.

Dopo aver elogiato Zelenskyi, Stakhovsky ha denunciato la mancanza di supporto: “Siamo realisti. Sono stati otto anni di guerra con la Russia, che fossero filo-russi o russi stessi. Dove è stato tutto questo astio negli ultimi otto anni? Nessuno di noi credeva si arrivasse a questo. Nessuno. E nessuno dei leader europei, o mondiali, e pronto a lottare e aiutare l’Ucraina nell’immediato futuro, per un Europa migliore. Noi vogliamo vivere in un paese civile e democratico, dove puoi eleggere un vero presidente. E per quanto si possa dire, il presidente odierno ha a cuore il paese, fa quello per cui crede mettendo a rischio la sua stessa vita. Lui è molto probabilmente l’unico vero presidente che abbiamo mai avuto. Precedentemente erano tutti degli scherzi politici. Lui poteva essere un attore di commedie, ma è divenuto il presidente dell’intero popolo ucraino”.

Diego Barbiani

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