Ci sarà anche Danielle Collins al via della prossima stagione tennistica. La statunitense, che concluderà il 2024 in top-10 dopo gli ottimi risultati della prima parte di stagione, prenderà parte con la maglia degli Stati Uniti alla United Cup che inaugurerà l’anno nuovo tra Sydney e Perth. La notizia è che la finalista dell’Australian Open […]
Le antiche rune difficilmente mentivano. Non erano facili da interpretare ma non avevano segreti per i sacerdoti che le sapevano consultare. Dopo i fasti leggendari di Borg, Edberg e Wilander adesso le rune sembrano profetizzare il ritorno dei norreni nel circuito ATP. In effetti i nomi dei giovani scandinavi, Ruud, Rune e Ruusuvuori, potrebbero nascondere la formula magica di un antico rito vichingo.
Norvegia, Danimarca e Finlandia scommettono su questi tre giovanissimi atleti per tornare ai vertici, mentre la Svezia punta sui due fratelli Ymer per risollevarsi. Grazie a questi talenti emergenti infatti il tennis nordico sta di nuovo ritornando in auge dopo il leggendario ventennio dominato dai tre mitici svedesi, provando a interrompere la parabola discendente che ne era seguita.
Invece il miracolo scandinavo sta smantellando le convinzioni che davano ormai per affossato questo sport. Per quanto a prima vista possa sembrare insolito, il tennis nel Nord Europa ha sempre goduto di una estesa partecipazione popolare soprattutto in Svezia fin dai primi del ‘900. Merito del re Gustavo V di Svezia che dopo un viaggio in Gran Bretagna rimase talmente conquistato dal tennis che al suo ritorno in patria fondò il primo circolo svedese, anche se preferiva giocare nella mondana Cannes in doppio misto con Suzanne Lenglen. Di ben altro lignaggio i campioni del tennis nordico che hanno regnato fino alla metà degli anni ‘90: la grande Svezia del tennis di Borg, Edberg e Wilander ha regalato pagine indimenticabili di tennis all’insegna della passione per uno sport iconico anche tra insospettabili fiordi.
Poi il vuoto…ci ha provato invano Robin Soderling a rianimare il tennis scandinavo: nonostante lo svedese sia stato l’unico oltre a Djokovic a sconfiggere Nadal nell’amato Slam parigino nel 2009, è stato costretto troppo presto al ritiro a causa dei pesanti strascichi della mononucleosi. Oggi il tennis svedese è affidato a Elias e Mikael Ymer, due giovani fratelli di origine etiope che stanno ridando speranza agli appassionati dopo il tramonto della “golden age”. Per dare nuovo lustro al tennis scandinavo invece Casper Ruud ha pensato bene di abbandonare i patri confini: proprio come gli avi guerrieri si è prodigato in un’invasione vichinga sui campi di terra rossa europei, approdando a Maiorca per studiare all’Academy di Rafael Nadal. Sull’isola il terraiolo nordico ha completato la sua formazione ed è diventato grande fino a centrare nel 2021 la Top Ten. Ama giocare sulla terra rossa Casper e la recente vittoria all’ATP 250 di Buenos Aires conferma la tendenza del giovane norvegese a dare il meglio di sé proprio su questa superficie. Un vichingo gentile, con un forte spirito agonistico celato dietro un saggio autocontrollo.
Una forza mentale quella di Casper elogiata anche da Roger Federer che ne aveva intuito le grandi potenzialità. È invece ancora un teenager il danese Holger Rune che oltre ad aver dato del filo da torcere a Djokovic agli ultimi US Open è diventato celebre per essersi presentato in campo con la famosa borsa blu dell’Ikea riempita di drink energetici e banane da mangiare durante il match. Il colosso svedese tramite Instagram ha apprezzato la vivacità del diciottenne suggerendogli un’altra borsa, sempre del marchio di casa, ma termica così da conservare al fresco bevande e frutta. Un po’ d’Italia invece per Emil Ruusuvuori che è seguito da un allenatore italiano, il lombardo Federico Ricci che da anni vive in Finlandia.
Se non è stato facile portare Emil al tennis strappandolo dal più diffuso badminton, ancora più complicato è infondere nel ragazzo la giusta adrenalina per rendere maggiormente competitive le performance: è introverso, tranquillo e molto pacato Emil, facile da gestire ma più difficile da motivare: tocca al coach Ricci trovare la soluzione per potenziare il giovane in un giusto mix di algida freddezza e calda latinità che per ora sta dando buoni risultati, come dimostra la finale raggiunta dal finlandese nel torneo di Pune. Niente scorribande per questi vichinghi del tennis, colonizzatori garbati e cortesi, guerrieri soltanto sui campi.
Sono scesi dalla penisola scandinava non solo per giocare ma anche per allenare i giovani talenti europei, come pare si accinga a fare lo svedese Magnus Norman, probabile prossimo allenatore e nuovo mentore di Jannik Sinner. Oppure no, non ancora, chissà, magari un domani, tentenna Jannik dopo il divorzio da Piatti: proviamo a interrogare le rune?