Swiatek per la BBC: “So i sacrifici di mio papà. Non voglio che altri ragazzini abbiano gli stessi problemi”

Iga Swiatek, impegnata domani negli ottavi dell’Australian Open contro Sorana Cirstea, durante la sua permanenza a Melbourne sta collaborando anche con la BBC come “columnist” scrivendo alcuni articoli di approfondimento e insight.

L’ultimo, in particolar modo, è veramente toccante e merita una riproposizione. Il titolo può essere fuorviante perché fa riferimento soltanto all’allenamento con Rafael Nadal lo scorso anno al Roland Garros, ma la quantità di informazioni va ben oltre il semplice aspetto dell’incontro col proprio idolo.

ESSERE UN MODELLO PER I BAMBINI

Swiatek racconta di quanto impegno stia dedicando alla propria vita fuori dal campo. Dice che si sente onorata e sorpresa di essere già un idolo vero per tanti bambini in Polonia. Un ruolo, quello di modello, che ancora non sente particolarmente suo per la giovanissima età ma che, dice, vorrebbe ambire per il futuro prossimo ma si rivede in loro quando da piccola andava a caccia di autografi al torneo WTA di Varsavia, dove ha anche partecipato come raccattapalle.

“Ho ancora tutti gli autografi, probabilmente nel mio attico. Ero in campo come ballgirl per un match di Caroline Wozniacki, ed era bello perché ha origini polacche ed è riuscita ad arrivare in vetta al mondo. Ricordo quando le lanciavo la palla, sentivo molto stress perché temevo di non raggiungerla! Ma era bello, non ricordo di essere mai stata a un così importante evento e vedere le giocatrici da così vicino è stato qualcosa di straordinario. Quando vedo i bambini che sono così eccitati di vedermi fa ancora un certo effetto. Non ci sono abituata. Quando sono a casa sono sempre Iga, la ragazza che ero qualche anno fa”.

L’INCONTRO CON NADAL

Lo scorso anno, durante la trionfale camminata a Roma della polacca, ci fu il primo contatto con Rafael Nadal nella palestra. Lei, timidissima, lui a farle i complimenti per la vittoria. Una foto sui social, un piccolo sogno che si avverava. Non sapeva, Swiatek, che la sua psicologa Daria Abramowicz stava muovendo le sue pedine per ottenere un allenamento tra Nadal e Swiatek a Parigi. Un regalo di compleanno per Iga che avrebbe compiuto 20 anni il 31 maggio.

“Quando ci siamo incontrati è stato surreale. Ero super emozionata, non riuscivo a smettere di sorridere per circa cinque minuti. Volevo vedere come era Rafa nella vita reale e lui stava giocando col suo dritto, divertendosi, scherzando, che per me è assurdo visto che lo considero il migliore che ci sia. Ricordo che al mio primo Slam ho dovuto sforzarmi di chiedergli l’autografo perché ero nervosissima. Avere un allenamento con lui pochi anni dopo è stato il genere di momento dove capisci quanto enormi siano stati i progressi fatti”.

L’ATTIVITÀ NEL SOCIALE

Swiatek, nella parte conclusiva, tocca un punto molto personale. Alcune delle azioni rivelate erano già note al pubblico, almeno i suoi fan, mentre altre non avevano avuto molto eco al di fuori della Polonia. Altre invece sembrano proprio delle novità rivelate ora per la prima volta.

Parla di quanto si stia sforzando per collaborare con associazioni no profit per dare un suo contributo a chi ne ha bisogno, riconosce che oltre al tennis c’è veramente tanto di più. Per la prima volta parla della volontà di fondare una sua fondazione per aiutare i bambini polacchi ad avere un aiuto importante nella crescita scolastica e sportiva, rivela a un pubblico internazionale quanto fatto sotto Natale e altri progetti a cui si sta dedicando.

“Prima o poi vorrò avere una mia fondazione – come Rafa e altri giocatori – una che possa dare una borsa di studio ai bambini in Polonia. So quanto è stato duro per mio padre investire su di me. Non voglio che altri ragazzini talentuosi possano avere gli stessi problemi che ho avuto io all’inizio (per emergere). Potrebbero non avere soldi a sufficienza per allenarsi o per fare fisioterapia e voglio provare a rendere loro la vita più semplice. Non c’è ancora un piano chiaro, è solo un’idea

Al momento devo concentrarmi sulla carriera così questo tornerà tra qualche anno quando sarò un po’ più vecchia. Ma nel corso degli ultimi anni, da quando ho vinto il Roland Garros, ho cominciato a occuparmi di diverse associazioni di beneficienza in Polonia. Durante il torneo di Indian Wells dello scorso anno ho donato il Prize money del terzo turno a due associazioni che raccolgono fondi per la cura della salute mentale. Una decisione spontanea che ho preso sfruttando la giornata mondiale per la salute mentale.

Collaboro con una delle più importanti associazioni di beneficienza in Polonia a supporto dei bambini che han bisogno di aiuti, The Great Orchestra of Christmas Charity, e recentemente ho dato loro la racchetta con cui ho vinto il torneo di Roma. Sarà messa all’asta assieme all possibilità di fare un allenamento con me. Un’altra associazione che supporto è The Noble Gift, in supporto di famiglie e bambini che vivono in povertà. Lo scorso Natale, ho aiutato una famiglia dove il padre e la figlia erano entrambi malati di cancro e avevano bisogno di soldi per pagare le terapie”.

Una Swiatek che a nemmeno 21 anni dimostra ancora una volta una maturità enorme. Lei che poteva anche smettere di giocare a tennis nel giro di due anni, dopo aver completato il liceo durante il primo lockdown, se non si fosse trovata a competere per i grandi tornei. Pochi mesi dopo è arrivato il titolo a Parigi ma la sua vita non è stata stravolta: la ragazzina dalla provincia di Varsavia, cresciuta senza aiuti di alcun genere e arrivata fino al numero 4 del mondo e alla notorietà internazionale sta riuscendo fin qui a mantenere una prospettiva molto bilanciata sul mondo.

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