20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
22 Gen 2022 20:07 - Commenti
Fuori i secondi, da stanotte l’Australian Open fa sul serio. Medvedev è già numero 1?
di Roberto Salerno
Dopo l’infinita tensione scatenata dal caso Djokovic gli Australian open hanno trascorso una settimana decisamente tranquilla. Tutte le partite sono state in linea con i pronostici della vigilia e anche la vittoria di Cilic contro Rublev, giusto l’ultimo match di terzo turno, sorprende fino ad un certo punto, chi conosce la capacità di sprecare di Rublev e gli altalenanti picchi di gioco che ogni tanto raggiunge il vincitore di US Open 2014. Sostanzialmente ricorderemo due match, quello tra Kyrgios e Medvedev e, ovviamente, quello tra il nostro Berrettini e Carlos Alcaraz. Anche in questo caso però è fuori luogo parlare di sorpresa, perché che Kyrgios potesse fare una bella partita e perdere era abbastanza prevedibile, perché Medvedev è per il momento troppo forte per lui. E per tutti gli altri, a dire il vero. Secondo l’ATP da oggi Medvedev è numero 1 del mondo e ci resterà fino alle prossime classifiche se Zverev non dovesse trionfare domenica prossima. Ci torneremo. Intanto archiviamo il match del russo evitando di ripetere le soliste sciocche considerazioni su Kyrgios e su quanto sia difficile rivederlo preso in queste condizioni, quanto talento spreca e via luogocomuneggiando.Al limite possiamo ricordare, anche noi ripetendoci, che il tennis è un gioco e se qualcuno lo prende come un gioco magari non ha tutti i torti e i “colpevoli” sono altrove.
L’altro match della settimana si è chiuso al super tiebreak del quinto set, e Berrettini lo ha vinto con merito. Il motivo per cui Berrettini è riuscito a fare partita pari e per lunghi tratti a dominare un avversario che è così forte da far dimenticare che ha poco più di 18 anni, va ricercato in una serie di concause, prima di tutto la bella prestazione di Matteo, che tatticamente ha fatto quello che doveva e che fisicamente ha retto con grande costanza lo scambio da fondo. Matteo ha sorpreso Alcaraz non tanto aggredendo quando poteva e cercando di abbreviare gli scambi, cosa che chiunque si aspettava figuriamoci Ferrero, quanto con la sua solidità nello scambio lungo e con l’altissimo rendimento del colpo debole, il rovescio. Lo slice di rovescio che ha dato il punto decisivo nel tiebreak del secondo set è più eloquente di mille discorsi per mostrare quanto ci si stia impegnando su quel colpo. Il servizio ha funzionato molto bene, anche se da quel lato Matteo può fare tranquillamente meglio e il dritto, giocato più stretto del solito, ha messo in difficoltà Alcaraz più e più volte. Per quanto non sia di moda nell’asfittico mondo del tennis italiano va ricordato che forse tutto questo non sarebbe bastato se Alcaraz non avesse giocato una partita sotto tono per almeno un paio d’ore. Lo spagnolo ha fatto un primo set disastroso, perdendo sei game di fila che gli sono costati lo svantaggio di due set e anche nel terzo sembrava ormai fuori dal match. È stato solo l’unico errore di Berrettini che lo ha rimesso in partita, provocato da una sicurezza che col senno del poi si è dimostrata eccessiva. Berrettini è stato bravo poi a riprendere una partita che sembrava compromessa ma qui è stato ancora aiutato da Alcaraz, che non si è accorto di avere l’avversario in difficoltà e ha rischiato troppo nelle occasioni avute per portarsi avanti. Insomma bravo, davvero bravo, Berrettini ma chissà come finirà la prossima volta.
Per il resto difficile considerare una sorpresa clamorosa l’assenza di Karatsev (o Hurkacz). Il russo non è sembrato mai brillante e non è venuto a capo delle continue variazioni di Mannarino, anche se ha buttato al vento più di un’occasione per arrivare da Nadal. Ad ogni modo la parte alta del tabellone si è “aperta” per Berrettini, che adesso giocherà con Carreno Busta e poi probabilmente con Monfils. Impensabile non considerarlo favorito per il posto in semifinale, mentre l’altro spicchio di tabellone è certamente più complesso. Anche qui c’è un favorito, Zverev che è l’unico dei sedici a non avere ancora perso un set e che sembra avere abbandonato le amnesie degli anni passati, ma lo aspettano due partite che possono riservargli molto insidie. La prima contro Shapovalov, che non ha molto convinto sin qui ma rimane un giocatore col bagaglio tecnico forse più completo che c’è in circolazione e che chissà se prima o poi metterà a posto: la seconda verosimilmente contro Nadal. Rafa è stato abbastanza convincente finora, anche se contro un Khachanov non certo brillante ha smarrito un set per strada. Contro Zverev non partirà favorito ma naturalmente eviteremmo di dar il finale per scontato.
Nella parte bassa del tabellone anche Sinner ha un’opportunità niente male, anche se per lui il torneo comincia sostanzialmente con gli ottavi. Finora non ha incontrato un top100 e i primi tre set contro Taro Daniel hanno fatto suonare più di un campanello d’allarme. Sinner giocherà con de Minaur, parte ancora da favorito ma se non alza il livello del suo tennis la partita non la vincerà. Speriamo bene. Nel turno successivo avrebbe il vincente tra Tsitsipas e Fritz, che giocheranno una partita meno scontata di quanto non si sarebbe detto. Il greco è sembrato molto nervoso, probabilmente disturbato anche dalle sue condizioni fisiche non perfette e contro Paire non si era neanche reso conto di aver vinto la partita. Fritz può senz’altro giocarsi le sue carte, ma deve evitare i black out come quelli contro Bautista Agut, che gli stavano costando il match. Costretti a scegliere diciamo Tsitsipas naturalmente ma con un grosso punto interrogativo.
L’ultimo spicchio di tabellone è quello che ha perso Rublev ma che è inverosimile non sia preda di Medvedev. Daniil è ormai molto consapevole del fatto che per batterlo gli avversari dovrebbero ritrasformarsi in qualche Fab e gioca con una tranquillità che nessun fischio o buuu sono in grado di scalfire. Le due partite, contro Cressy e uno tra Felix Auger Aliassime o Cilic, che lo dividono dalla semifinale non lo terranno molto sul campo. E probabilmente nemmeno la semifinale.
Non è chiaro intanto se Medvedev è già numero del mondo perché il sito ATP dice che Djokovic scalerà i suoi 2000 punti alla fine di questo mese mentre Medvedev scalerà i suoi 1200 in corrispondenza con la finale dell’anno scorso, cioè il 21 febbraio. Fosse davvero così oggi sarebbe una giornata storica perché esattamente 18 anni dopo Roddick in vetta al ranking non cis arebbe nessuno dei fab4. È tempo di diventare maggiorenni.