Simon all’ambasciatore cinese: ‘Voglio che il problema arrivi al governo. Peng deve essere libera’

Dopo gli appelli di questi giorni ad avere risposte sulla questione legata a Shuai Peng e sui continui silenzi da Pechino, il CEO della WTA Steve Simon ha deciso di non attendere ulteriormente.

Una mossa importante, quella effettuata, perché subito dopo il comunicato che giudicava come insufficienti i due mini-video pubblicati dalla tv cinese sulla tennista ha forse capito che era inutile pensare di poter arrivare a qualcosa.

Simon ha scritto direttamente all’ambasciatore cinese a Washington chiedendo di far arrivare il caso ai leader di governo di Pechino: “Questo è un argomento urgente che deve essere portato all’attenzione degli alti funzionari del governo cosicché possa finalmente essere risolto. Come CEO dell’organizzazione mondiale di tennis femminile, confido che tu sia la persona che possa darmi una mano.

Peng Shuai è assente ormai da due settimane e noi siamo molto preoccupati per la sua salute e sicurezza. […] Per poter arrivare a una risposta positiva, ho due richieste per cui ho bisogno della tua assistenza. Per prima cosa ho bisogno di una conferma indipendente e verificabile che Shuai è al sicuro. Così che le sue colleghe e i suoi fan in tutto il mondo possano vedere che è al sicuro, richiedo che possa avere la possibilità di uscire dal suo paese o parlare via teleconferenza con me e nessun altro presente, a meno che non sia col permesso di Peng. Secondo: le accuse di molestie sono serie. Come leader dell’associazione di tennis femminile, penso sia vitale vedere che queste accuse vengano investigate correttamente, pienamente e con trasparenza e senza censura. Qualsiasi cosa che non corrisponda qui sarebbe un importante passo indietro per le donne, senza parlare della giustizia in sé.

Se le nostre due richieste non saranno onorate, noi non avremo scelta se non quella di considerare seriamente se sarà il caso di tornare a giocare in Cina. Se Peng non è al sicuro, non è libera di muoversi o parlare liberamente, noi abbiamo importanti preoccupazioni che nessuna delle nostre giocatrici lo sarà, in Cina. E se le accuse mosse da Peng non saranno investigate, creerebbe enorme sconcerto nella comunità della WTA. Detto semplicemente: la WTA è a un bivio con la Cina. Spero di poter contare su di te per spedire questi messaggi ai vostri leader affinché il problema sia risolto”.

Come dicevamo, non è un comunicato facile. Altrettanto vero però che fin qui, e queste parole lo dimostrano, Simon non si sta mai tirando indietro malgrado le perdite economiche enormi a cui sta andando incontro. La WTA è a un bivio con la Cina, e gli ultimi segnali da Pechino non stanno che aumentando la spaccatura. Un nuovo video, nella notte, è stato pubblicato dalla tv di stato che mostra Peng su uno dei campi principali dove tradizionalmente si svolge il WTA 1000 di Pechino. Pallida in volto, magra, movimenti abbastanza rigidi. Fin qui è comparsa solo quando fonti governative hanno deciso che dovesse comparire. Si può dire, magari, che almeno c’è piacere nel vederla ancora viva, ma se la Cina vuole spingere sul fatto che lei stia bene e questi 20 giorni li abbia passati a casa da sola, sottolineando più volte la parola “libera”, e non voleva essere disturbata da nessuno, poi c’è la questione del: perché non è Shuai a poter parlare?

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