di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
“Ma quanti sono questi Cerundolo?” L’interrogativo avrà di sicuro tormentato Albert Ramos-Viñolas al rientro negli spogliatoi dopo la seconda sconfitta rimediata in sette giorni a opera dei fratelli Cerundolo.
Albert si sarà poi consolato una volta appurato che di tennisti in attività nella famiglia Cerundolo per fortuna non ce ne sono più: li ha già sfidati tutti. Per primo si è imposto agli onori della cronaca il minore Juan Manuel e dopo una settimana è stato Francisco a far parlare di sé. Sono cresciuti a ritmo di tango e smash i due tennisti argentini seguendo le orme dei genitori: il papà Alejandro è stato giocatore professionista negli anni Ottanta mentre la mamma Maria Luz dopo un passato tennistico adesso fa la psicologa sportiva.
Francisco a ventidue anni ha messo in bacheca già tre challenger, oltre alla finale dell’ATP di Buenos Aires persa contro il connazionale Schwartzman. Ma in ascesa è soprattutto il più piccolo di casa, appena diciannovenne e vincitore del torneo ATP di Cordoba: Juan Manuel al suo debutto in un tabellone principale di un torneo Open è riuscito sorprendentemente ad aggiudicarsi la vittoria finale.
Ma i due giovani gauchos non sono certo un caso isolato nel tennis: celeberrimi i due campioni di doppio Mike e Bob Brian. I gemelli americani hanno vinto 16 Slam nella loro lunghissima carriera tennistica, terminata con il ritiro della coppia lo scorso anno a soli…quarantadue anni! Non riuscivano proprio a giocare l’uno contro l’altro e dalla necessità di condividere la stessa metà del campo è nata una leggendaria coppia di doppio.
Ventidue anni di sodalizio sportivo straordinario, perché quando giocavano insieme Bob e Mike diventavano una cosa sola: nessuna tensione o rivalità per i due esuberanti gemelli californiani. Dotati di caratteristiche tecniche speculari in campo, i due fratelli sono sempre stati uniti da un rapporto solidissimo che ha saputo indicare loro la strada da percorrere, un cammino fatto di record e vittorie esplorato praticamente sempre insieme.
Non amano essere divise dalla rete neanche le due sorelle Williams, eppure Venus e Serena si sono trovate opposte 31 volte in carriera, di cui 9 in finali Slam. Vincenti però anche in doppio con 14 Slam collezionati e 3 medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi. Una sfida lunga venti anni, in una sorta di “interdipendenza“ come ammette la stessa Venus. Tra le due sembrerebbe proprio la sorella minore Serena la più protettiva, stando al racconto di Venus: è Serena quella che ha sempre continuato a proteggere la sorella e a supportarla.
Due campionesse complici e affiatate, con carriere eccezionali, sebbene il percorso tennistico di Serena abbia surclassato quello di Venus. In effetti occorrono molta sintonia, amore e intelligenza per impedire che una rivalità agonistica possa minare la serenità familiare. Il legame tra fratelli è una relazione molto articolata, dinamica ed esposta al cambiamento. Un rapporto capace di rimodularsi nel corso della vita ma che, proprio perché nasce tra pari, pone l’uguaglianza come regola di fondo. È molto difficile affrontare il confronto fraterno sul piano psicologico quando inevitabilmente si crea un vissuto di ineguaglianza. In bilico sul filo di un rasoio avrà un bel da fare il top ten Stefanos Tsitsipas a gestire i rapporti con i fratellini e la sorellina che stanno iniziando a muovere i primi passi nel mondo del tennis professionistico!
Ma la lista è lunga: condividono lo stesso amore tennistico tra gli altri Matteo e Jacopo Berrettini, Dominic e Moritz Thiem, Alexander e Misa Zverev, Karolina e Kristýna Plíšková, per non parlare del numero 1 Novak e i fratelli Marko e Djordje Djokovic.
Tutti fratelli, uniti oltre che dal DNA da legami fortissimi e dalla medesima passione sportiva. Eppure ognuno è diverso, indipendente e simile solo a se stesso. Proprio come il commovente paradosso che cantava Rino Gaetano: tutti i fratelli non sono altro che straordinari figli unici.