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17 Feb 2021 18:04 - Commenti
Tsitsipas e Karatsev insieme a Medvedev, qualcosa è cambiato. Finalmente.
di Roberto Salerno
Più che un pronostico era un auspicio quello di ritenere che una decina d’anni d’età di differenza ad un certo punto il loro peso dovevono pur farlo sentire. E se Zverev è incappato in una partita assurda regalando a Djokovic l’ennesima semifinale da miracolato il più sereno Tsitsipas ha trovato il modo di evitare una sconfitta che sarebbe stata una mezza catastrofe, soprattutto per il modo con cui stava maturando. Nadal – un altro Nadal rispetto a quello in pieno controllo con Fognini – sembrava perfettamente a suo agio con quel gioco potente ma non rapido del greco, costretto dalle sue grandi aperture a ritardare il momento dell’impatto sulla palla. Soprattutto sul solito rovescio ad una mano Nadal per un paio d’ore ha aperto squarci che sembravano sanguinare da quanto Tsitsipas pareva persino dolorante. Ma ad un certo punto l’età si è fatta sentire. A poco a poco Nadal perdeva un po’ di potenza, poi un po’ di mobilità e infine anche un po’ di sicurezza, consentendo a Tsitsipas – che come spesso succede prendeva un po’ più di fiducia e tentava accelerazioni meno banali – prima di rimanere attaccato alla partita e poi di superarlo in modo anche più netto di quanto non dica il risicato 7-5 al quinto. Naturalmente il momento in cui questo passaggio si è condensato è nel tie break del terzo set, con Nadal che ha regalato davvero troppo, persono gli smash, colpo che sbaglia ogni passaggio della cometa di Halley. Superato quel momento che poteva essere decisivo la partita ha preso una posizione abbastanza precisa e il resto dei game è passato attendendo il momento del break del greco. Che il solito generosissimo Nadal riusciva a rinviare ma non ad evitare, perché in fondo, anche se tendiamo a dimenticarlo, rimane un essere umano e pure lui si sarà accorto di come stavano andando le cose. Dopo tutto, non è successo niente di straordinario: il più giovane alla distanza ha approfittato del calo del più anziano. Quante volte abbiamo visto e quante altre volte vedremo una situazione del genere?
Eppure 24 ore prima questo non era bastato a Zverev che dopo una partenza fulminante si è perso nei propri pensieri, nonostante la vittoria del tie break. Quello che è successo dal secondo set in poi è difficile da spiegare e forse impossibile da comprendere, perché il tedesco è stato avanti 4-2 30/0 nel terzo e 3-0 nel quarto, ed entrambe le volte Djokovic non ha fatto assolutamente nulla tranne che mettere la palla in campo e centrale. Come questo sia bastato per arrivare in semi non si sa ma la fortuna del serbo non si è esaurita con la vittoria ai quarti di finale. Dall’altra parte doveva esserci Thiem, poteva esserci Shapovalov o Auger Aliassime, sembrava certo toccasse a Dimitrov e invece ci sarà Aslan Karatsev, numero 114 del mondo – ma è stato 111 eh? – che sarà alla sua sesta partita in uno slam. Ipotizzare che l’asino vivo possa dare tanto fastidio al dottore se non morto almeno convalescente è un azzardo ma è chiaro che chi guarda tennis e non è parente del serbo domani non potrà che tifare forsennatamente per questo strano giocatore che ha preso a pallate prima Schwartzman e poi Auger Aliassime, prima di approfittare dello strano malanno di Dimitrov. Peccato per il bulgaro, che in Australia era già arrivato una volta in semifinale, giocando una splendida partita – e naturalmente perdendo – proprio contro Nadal, e che contro il malandato Djokovic di questo inizio 2021 poteva avere le sue brave possibilità. Karatsev – che è il quinto giocatore dell’era Open ad arrivare in semifinale in uno slam, ma degli altri quattro vi ricordate solo di uno – non parte proprio battuto ma è difficile immaginare una sopresa più grossa di Djokovic che entra in difficoltà contro un picchiatore terribile. Fra l’altro non è mai successo nei quattro precedenti che il giocatore qualificato arrivasse in finale. Vedremo, ma ancora meglio vedremo l’altra semifinale, che ha l’aria di essere la vera finale di questo torneo che non poteva che essere anomalo. Purtroppo per Tsitsipas, che deve riprendersi più dal punto di vista mentale che fisico, dall’altra parte della rete ci sarà Daniil Medvedev, che ha superato Rublev col piglio del primo della classe. Rubliev ha avuto pazienza per tutto il primo set, riprendendo pure lo svantaggio di un break, ma Medvedev ha ancora una volta mostrato che è in grado di cambiare marcia a piacimento e lasciar vedere agli avversari la scia del suo passaggio. Medvedev non sbaglia praticamente mai, e nei momenti normali si limita a sfiancare l’avversario ributtando dall’altra parte qualsiasi tentativo di accelerazione. Al momento giusto, verso la fine del set, semplicemente accompagna la prestazione accelerando lui, lasciando annichiliti gli avversari. Contro Tsitsipas è avanti 5-1 nei confronti diretti, anche non giocando da più di un anno e l’ultima volta ha vinto il greco. Poco per avere chissà altre speranze che non siano quelle di una buona partita.
Insomma il torneo maschile è talmente vicino alla fine che sembra finito. Ma lo sport è bello perché il finale può cambiare no?