Djokovic a Melbourne non si batte, lezione a Medvedev: il serbo dice 18

[1] N. Djokovic b. [4] D. Medvedev 7-5 6-2 6-2

Straordinaria dimostrazione di forza di Novak Djokovic che in un paio d’ore ha fugato tutti i dubbi e messo a posto i detrattori che si affollano nell’ambiente tennistico. Il numero 1 del mondo ha vinto il suo diciottesimo Slam impartendo una lezione di tattica ma anche di forza ad uno stralunato Daniil Medvedev, sorpreso da avere di fronte un grande giocatore e non quel quasi ex che si era palesato qui e lì durante il torneo.

Medvedev ha chiaramente sbagliato l’approccio al match, nel quale se non proprio favorito era almeno pari al suo avversario, non facendosi trovare pronto alle difficoltà che Djokovic gli ha proposto, prima fra tutti la lunghezza dei colpi, che finivano sempre negli immediati dintorni della riga e poi la capacità di difesa del serbo, bravo a rimandare dall’altra parte colpi che sarebbero stati definitivi contro chiunque. Questo è stato sufficiente per instillare dei dubbi nella testa del russo che ha perso del tutto di vista l’andamento del match.

La partita è durata sostanzialmete un set, il primo, nel quale sembrava che si potesse verificare l’andamento previsto: Djokovic che cercava di variare per non essere costretto a reggere il ritmo di Medvedev e il russo teso a cercare di sfondare. Djokovic era partito fortissimo però dando immediatamente tutto quanto aveva per cercare di insinuare qualche dubbio nella testa del suo avversario ma il break in partenza era stato recuperato senza troppi problemi da Medvedev. Davvero sembrava che fosse il più giovane russo ad avere meno difficoltà nel tenere il servizio ma arrivati sul 5-6 Medvedev giocava un game disastroso e non troppo fortunato che era una vera e propria iniezione di fiducia per Djokovic. Il serbo poteva permettersi di perdere il primo servizio in apertura di secondo set ma a questo punto gli bastava stare solo un po’ più attento per non solo recuperare il brak ma far saltare completamente le convinzioni di Medvedev. Come sempre succede ad un rinfrancato Djokovic faceva da contraltare un Medvedev totalmente in confusione, che non riusciva più nemmeno a sviluppare le sue trami più semplici, diventando persino falloso nei fondamentali da fondo campo, soprattutto col dritto. La partita si “apriva” e Djokovic, saggiamente, rallentava, concentrando tutto al servizio e pizzicando qui e lì l’avversario. Era sufficiente, Djokovic reggeva l’ultimo tentativo, non troppo convinto, di Medvedev di tornare in partita verso la fine del terzo set, prendendosi anche la soddisfazione, in totale fiducia, di sfidare sul ritmo il rivale per chiudere al primo match point addirittura con uno smash.

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