Australian Open femminile: analisi, percorsi, protagoniste e mine vaganti in un tabellone sbilanciato

PARTE ALTA

protagoniste più attese: [1] Ashleigh Barty, [4] Sofia Kenin, [5] Elina Svitolina, [6] Karolina Pliskova, [12] Victoria Azarenka, [18] Elise Mertens
possibili exploit: [13] Johanna Konta, [20] Maria Sakkari, [22] Jennifer Brady, [25] Karolina Muchova, [29] Ekaterina Alexandrova
mine vaganti non teste di serie: Barbora Krejcikova, Aliaksandra Sasnovich, Shelby Rogers, Kristyna Pliskova, Danielle Collins, Kaia Kanepi, Aljona Ostapenko, Nadia Podoroska, Cori Gauff, Marie Bouzkova
italiane: Martina Trevisan, Elisabetta Cocciaretto, Jasmine Paolini

1° QUARTO

Barty si trova a guidare una parte alta abbastanza soft nell’insieme e con due buoni match d’esordio per approcciare un eventuale banco di prova contro Ekaterina Alexandrova al terzo turno. Sarebbe un buon match-up, con l’australiana che è capace di disinnescare la potenza della russa e difficilmente verrebbe battuta, ma può essere un assaggio per i turni successivi. Diamo qualche possibilità ad Alexandrova perché il terreno veloce è pane per i suoi denti, se poi le condizioni diventassero indoor il suo valore aumenterebbe ancora come dimostra il profilo e i successi a Limoges e Linz negli ultimi cinque anni. Ci sarebbe anche Krejcikova in questa zona, molto vicina ad Alexandrova e indicata come possibile mina vagante: il senso è proprio di variabile che potrebbe scombinare il tabellone nei primissimi round e magari costruirsi un percorso per diventare poi exploit. L’eventuale quarto turno per Barty sarebbe, in linea di teste di serie, contro Anett Kontaveit o Petra Martic, ma qui ci sono almeno tre possibili sorprese: Aliaksandra Sasnovich (esordio contro l’estone e già vittoriosa in passato), Kristyna Pliskova (anche perché la superficie sembra anche più veloce degli anni passati) e Shelby Rogers, una delle statunitensi più pimpanti dalla scorsa estate.

L’ottavo sotto ha come teste di serie più alte Karolina Pliskova e [11] Belinda Bencic, che però non abbiamo incluso nei nostri elenchi perché è ferma praticamente da un anno. Ha giocato solo a Roma, perdendo malamente contro Danka Kovinic, e poi eliminata all’esordio questa settimana a Melbourne. Ha un inizio fattibile, ma al terzo turno l’Elise Mertens vista da agosto a oggi le è superiore, motivo in più per averla inserita tra le protagoniste più attese. La sua zona di tabellone è abbastanza invitante per provare a farsi largo, ha appena vinto un titolo giocando a tratti molto bene e dalla semifinale all’Australian Open 2018 ha avuto pochissimi black out, dimostrandosi più volte in grado di farsi largo in un tabellone senza una vera leader, qualità mai troppo elogiata ma che possiede da sempre. E la zona è abbastanza un terno al lotto, soprattutto capire chi arriverà a giocarsi l’ottavo nella parte sotto. Oltre a Pliskova, apparsa abbastanza imballata ma inevitabilmente con alte aspettative, ci sono giocatrici per nulla facili: Muchova e Ostapenko (l’una contro l’altra all’esordio), e Collins. Danielle l’ha appena battuta e potrebbe ritrovarla al secondo turno, ma in generale in Australia si trova spesso molto bene. Ostapenko ha giocato piuttosto bene, malgrado tante lamentele in campo (verso se stessa, verso hawkeye, verso chiunque) e Muchova ha un gioco molto ben articolato per non evidenziare i problemi attuali della connazionale.

In questa sezione ci sono anche due delle tre italiane: Paolini apre contro Pliskova, Cocciaretto contro Mona Barthel. La toscana ha poche chance, se non esaltarsi e rendere i game il più possibile incerti, creando qualche crepa nella mente non perfetta (in questo momento) di “Kaja”. La marchigiana ha un primo turno fattibile contro Mona Barthel, mentre al secondo sarebbe dura sia contro Muchova che Ostapenko. La terza, Trevisan, si trova contro Alexandrova. Sorteggio molto brutto, sulla carta, e non ha cominciato al meglio il 2021. Però è da vedere, perché anche Alexandrova è una giocatrice molto brava a fare un determinato tipo di tennis (offensivo da fondo) e le difese e il contrattacco di Martina che tanto bene avevano fatto a Parigi, con gli scambi potenzialmente più lunghi, potrebbero livellare la situazione.

2° QUARTO

La zona della campionessa in carica, Sofia Kenin, è piena di mine vaganti. Al di là dell’esordio, nel suo settore ha Kanepi e Podoroska. L’estone è probabilmente la definizione migliore di una giocatrice che può arrivare e distruggere il tabellone nei primissimi turni, approfittando magari di una big non brillante, e queste sono le condizioni della Kenin vista fin qui. Dovesse arrivare al terzo turno, Podoroska sarebbe forse l’avversaria designata, anche superiore a [28] Donna Vekic, che da mesi ha smarrito la brillantezza del 2019. L’argentina è reduce dalla semifinale al Roland Garros, ma sta piacendo per come è rimbalzata da un momento così sorprendente tanto da continuare con un tennis di spessore, sacrificio e un dritto che può far tanto male, oltre al carattere tipico da sudamericana molto energica e combattiva. La strada verso l’ottavo per Kenin potrebbe essere in forte salita, e a quel punto Brady più che Konta potrebbe rappresentare il pericolo maggiore. Non sembrano esserci vere avversarie al di fuori della statunitense e della britannica, ma “Jen” lo scorso anno ha svoltato mentalmente, è vicina alla top-20 e ha qualità importanti sul veloce con una tenuta mentale che spesso è stata elogiata, soprattutto durante l’ultimo US Open.

Sotto il percorso sembra vedere al quarto turno Azarenka e Svitolina, ma c’è almeno un’insidia: Maria Sakkari, che ogni volta a Melbourne trova energie in più dalla fortissima spinta della colonia greca locale e in questi anni si è stabilizzata piuttosto bene nei pressi della top-20 con qualche exploit e prestazioni spesso di livello medio-alto. È nel terzo turno di Azarenka, quindi potenzialmente quello più complicato, ma la bielorussa è da valutare perché è stata ferma 14 giorni per la dura quarantena e non ha brillato affatto nell’unico match giocato in settimana contro Yulia Putintseva, lei invece nel terzo turno di Svitolina. Gli altri nomi che potrebbero rappresentare mine vaganti sono invece tutti nei pressi dell’ucraina, che apre contro Marie Bouzkova, giocatrice ceca molto tenace e diversa dallo stile offensivo a cui siamo abituati, più votata al contrattacco e a scambi lunghi, con Elina che dovrà fare lei gioco, fattore che non le riesce sempre. Si sono affrontate in finale a Monterrey prima della sospensione del circuito, vinse Svitolina ma stando in campo più di due ore e mezza. La vincitrice avrà Cori Gauff o Jill Teichmann: le due si sono affrontate questa settimana, ha vinto la statunitense dopo quasi tre ore di gioco. Auguri.

PARTE BASSA

protagoniste più attese: [2] Simona Halep, [3] Naomi Osaka, [7] Aryna Sabalenka, [9] Petra Kvitova, [10] Serena Williams, [14] Garbine Muguruza, [27] Ons Jabeur
possibili exploit: [15] Iga Swiatek, [17] Elena Rybakina, [19] Marketa Vondrousova, [23] Angelique Kerber, [32] Veronika Kudermetova
mine vaganti non teste di serie: Tsvetana Pironkova, Venus Williams, Caroline Garcia, Anastasia Pavlyuchenkova, Camila Giorgi, Fiona Ferro, Anna Blinkova
italiane: Sara Errani, Camila Giorgi

3° QUARTO

Qui cominciano i problemi per le big. Che poi la vera domanda sarebbe: chi scegliamo come big svantaggiata? Il totale di campionesse Slam presenti già in questo quarto è da impallidire. In ordine: Andreescu, Venus Williams, Kvitova, Muguruza, Kerber, Osaka.

C’è la curiosità enorme di rivedere Andreescu in campo, all’esordio contro Mihaela Buzarnescu, in una zona di tabellone dove le insidie maggiori sembrano provenire da eventuali mine vaganti. Pironkova sembra rientrata molto bene e ha già colto scalpi di ottimo livello tra New York e questa settimana per non considerarla. Sui campi veloci è un’insidia, malgrado i difetti classici su un dritto che è sempre stato il punto debole. Andreescu però non la distruggerà sulla potenza e riuscisse la bulgara a confermare il rendimento fin qui, come secondo turno non sarebbe troppo comodo. Forse più intricato questo di un terzo turno contro Venus, apparsa abbastanza rinvigorita in questa settimana ma con tante incognite legate anche all’età. Le alternative sono Wang Qiang, Kirsten Flipkens o la nostra Sara Errani, che ha fatto benissimo a qualificarsi e una vittoria potrebbe essere già tanto in questo momento. Sotto invece è il territorio di Kvitova che non ha un brutto tabellone perché l’altra testa di serie è la connazionale Vondrousova, recentemente arrivata in semifinale ma sul cemento veloce paga normalmente contro avversarie più potenti e che la investono al servizio.

Osaka è padrona dell’ottavo sotto, ma mai come ora la giapponese avrà un tabellone difficile. Lo US Open dello scorso anno rappresentava una storia simile per la presenza di Camila Giorgi al secondo turno e Marta Kostyuk al terzo e lei non in perfette condizioni fisiche, qui invece pur sembrando piuttosto pimpante avrà tutte sfide delicate a cominciare dall’esordio molto insidioso contro Pavlyuchenkova. L’ipotesi di una Garcia al secondo turno (favorita contro Polona Hercog) è un altro passaggio delicato per quanto la francese non stia più ripetendo gli exploit del 2017. Il punto cruciale, però, per lei come per altre che stiamo indicando come mine vaganti, è la possibilità di indovinare la giornata. Forse non ha più nelle corde lunghi periodi di alto rendimento, ma rimane una giocatrice molto temibile nel giorno secco. Discorso simile ma amplificato per Ons Jabeur che sembra molto probabile protagonista al terzo turno essendo favorita all’esordio (contro Andrea Petkovic) e ancor di più al secondo round. La tunisina che sta scrivendo la storia per il suo paese lo scorso anno partì proprio da qui per fare un anno che l’ha vista arrivare in top-30 ma avvicinandosi moltissimo alla top-10 nell’ipotetica Race. Da 1 a 10 la difficoltà per Osaka, realisticamente, di raggiungere il quarto turno è 8/8,5. Agli ottavi potrebbe avere poi Muguruza, apparsa molto brillante in questa settimana e con una zona di tabellone fattibile se non altro per un terzo turno contro Kerber, apparsa in ripresa rispetto al 2020 ma che spesso in passato c’ha rimesso le penne.

4° QUARTO

A prima vista il posto per la semifinale sembra roba tra Sabalenka, Serena Williams e Halep (in puro ordine di tabellone). Come è strutturato il tabellone, però, sembra favorire la statunitense. È più un discorso di equilibri, di giocatrici, di condizioni attuali e di prospettive.

Aryna e Serena sono le teste di serie più alte dello stesso ottavo, quindi potenzialmente contro al quarto turno. Non si sono mai affrontate e sarebbe sulla carta un confronto tra cannoni e muscoli, grinta e cattiveria agonistica. Poi però arriva la storia: della statunitense non c’è molto da dire, per la bielorussa invece c’è la sua difficoltà fin qui nel trasportare il rendimento avuto nel tour allo Slam. Quando raggiunse gli ottavi allo US Open 2018 sembrava un tassello destinato a diventare fisso per lei, che però già nel 2019 subì alcune brutte sconfitte contro-pronostico ed è una cominciata una serie che l’ha vista al massimo al terzo turno negli ultimi sette Slam. Qui il sorteggio sembra tenderle una mano, con l’esordio contro Viktoria Kuzmova (reduce da sette sconfitte consecutive) e un secondo turno che deve essere passato contro Daria Kasatkina o Katie Boulter mentre al terzo la testa di serie Shuai Zhang rimane un buon sorteggio. Però poi arriverebbe l’ottavo, dove con molta probabilità avrebbe la Serena di questo periodo, piuttosto pimpante e che sembra essersi preparata bene trovando magari stimoli maggiori dal fatto che più passa il tempo e più per lei le occasioni son sempre minori. Tutti discorsi che facciamo ormai da un po’, ma oggi gli anni sono 39 e mezzo, al Roland Garros (lo Slam peggiore) sarà a quattro mesi dai 40, Wimbledon e lo US Open sono i terreni migliori ma rimangono almeno a sei mesi da adesso. E poi è sembrata veramente in palla che viene da darla favorita nell’esordio contro l’ostica Laura Siegemund e nel terzo turno dove potrebbe avere una Alison Riske non più in forma come un anno fa, con poche alternative pronte.

Dei tre noi (Sabalenka, Serena e Halep), la rumena è quella verso cui ora si addensano un po’ più di nubi. Con delle condizioni fisiche non ottimali, il tabellone ha diverse trappole nel suo ottavo. Un terzo turno scomodo contro probabilmente tre avversarie su quattro (Kudermetova, Kostyuk o Blinkova) e un quarto turno dove le insidie sono diverse: Swiatek, Giorgi o Rybakina su tutte, considerando anche Ferro come possibile alternativa.
Da un lato è vero che i fastidi alla schiena, arrivando al terzo turno, potrebbero anche essere passati (o perlomeno aver imparato a gestirli come fece con l’infortunio al piede nel 2018), ma Kudermetova come Kostyuk sono giocatrici che stanno crescendo: la russa da un paio d’anni ormai strizza l’occhio alla top-30, l’ucraina è riuscita a entrare in top-100 a ottobre e ora è già nei pressi delle prime 70. Halep rimane favorita in ogni caso, ma poi bisogna vedere che Halep sarà, perché da lì si capirà qualcosa anche dell’ottavo. Swiatek è la testa di serie più alta e quindi apparentemente la giocatrice designata, ma la polacca non si è detta soddisfatta delle due partite giocate questa settimana al rientro dopo la vittoria a Parigi. Quattro mesi fuori, una vita che è cambiata di colpo, un nuovo ruolo da capire e far suo. Ci sarà un processo mentale che si costruirà col tempo, è difficile vederla già pronta e carica con quel livello mostrato in Francia anche perché la terra è la sua superficie preferita mentre col cemento ancora può patire soprattutto le grandi colpitrici. Ecco perché potrebbe anche essere una delle prime 15 teste di serie più a rischio nei primi due turni, e nei paraggi c’è Camila. È vero che si è ritirata per un fastidio muscolare, ma sorprenderebbe non vederla in campo contro Yaroslava Shvedova, praticamente assente negli ultimi tre anni e non ancora in condizione per ricordare l’ottima giocatrice della prima parte dello scorso decennio.
Un secondo turno Swiatek-Giorgi sarebbe la riproposizione del match del 2019, quando l’azzurra vinse 6-2 6-0. Era l’esordio Slam per Iga, giocatrice allora troppo leggera e fragile per gestire le catenate che arrivavano, ma da lì è successo di tutto. La costante però è nel 6-4 6-2 che la polacca ha subito pochi giorni fa contro Alexandrova: su un campo molto veloce e un’avversaria iper aggressiva non sembra avere ancora il tempo per contrapporre il suo gioco. Potrebbe dunque esserci una chance per Rybakina, abbastanza simile a Giorgi ma un po’ più equilibrata e con ottimi picchi fatti vedere nell’ultimo anno. Ferro invece è l’outsider: la più solida e costante tra queste, ma ancora un po’ indietro in classifica da non avere tutti gli occhi addosso.

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