Malgrado siano passati ormai quattro mesi dalle elezioni di inizio agosto, il caos in Bielorussia è ancora tanto attorno alla figura di Aliaksandr Lukashenko.
Uno dei capi di stato più contestati in questo momento in Europa, da 26 anni a capo del piccolo paese di natura sovietica, ha per molti connazionali (e non solo) l’ombra di un dittatore e negli ultimi tempi le manifestazioni di protesta nei suoi confronti sono state enormi.
Dalla Bielorussia rimbalza la notizia, riportata sul sito web by.tribuna.com, di un’indagine sviluppatasi attorno a un incontro segreto avvenuto il 17 novembre e dove la lottatrice bielorussa Vasilisa Marzalyuk disse che un gruppo di atleti voleva scrivere al Comitato Olimpico Internazionale (IOC) per esprimere il loro disaccordo con il gruppo della Libera Associazione degli Atleti, nata durante il periodo elettorale e che chiedeva un’elezione libera e sicura. Quando Lukashenko venne proclamato vincitore con l’80% delle preferenze in un momento in cui la sua rivale Sviatlana Tsikhanouskaya era data avanti o quantomeno in un testa a testa molto serrato, è esplosa la rabbia e la protesta nel paese. Una settimana dopo l’incontro segreto, il 24 novembre, è comparsa per la prima volta questa lettera di protesta da parte di un gruppo di atleti che si autodefinivano, secondo il reportage di Tribuna, “la voce della vera comunità sportiva” e che appariva, sempre secondo il sito bielorusso, a stampo pro-governativo pur non nominando in alcun modo Lukashenko o senza alcun cenno al suo ambiente.
Per Tribuna, ogni manifestazione contro Lukashenko viene immediatamente ripresa e copiata dalle forze governative. In questo periodo alla catena di solidarietà delle donne bielorusse e le loro marce vestite di bianco e rosso il governo ha opposto un assembramento di donne alla Minsk-Arena. Ci fu una corsa ciclistica a favore della bandiera (bianco-rosso-bianco) della Bielorussia democratica, ripresa da una corsa simbolica in onore di Lukashenko. L’unica differenza, semmai, che i cortei di chi era contro il capo di stato raccoglievano centinaia di migliaia di persone, mentre i pro-governo non avevano mai lo stesso impatto e spesso andavano a prendere persone per portarle a manifestare.
In tutto ciò, ora, per Tribuna la lettera di chi si espone contro gli atleti che chiedono di rivedere il voto delle elezioni sembra abbia come fine la copia e la risposta a chi spinge per la libertà del proprio paese. Diventando dunque una forma pro-governo e, dunque, pro-Lukashenko. Per provare a dare una forma a queste sensazioni, ecco i due loghi. Questo si rifà al gruppo di atleti considerati pro-governo
Questo invece quello che è stato preso dalla Libera Associazione degli Atleti
Inizialmente, riporta Tribuna, c’erano solo 55 firme e non tutte sembravano corrispondere a persone reali. Il numero poi ebbe degli sbalzi definiti abbastanza casuali passando da 85 a 500 a 850 a 1100 fino a raggiungere la soglia di 2103 firme. Tra queste spicca, secondo il sito web, quella di Aryna Sabalenka oltre a calciatori, giocatori di hockey e personalità varie.
La lettera, che sarebbe stata redatta tra il 17 e il 24 novembre chiede alla comunità internazionale di ascoltare la loro volontà, cioè di lasciare fuori la politica da ogni manifestazione sportiva. Per loro, gli atleti bielorussi devono concentrarsi nelle attività in campo e competere sotto la bandiera simbolo della Bielorussia, quella che tradizionalmente conosciamo (in contrasto dunque con quella sventolata dai manifestanti, quella della Bielorussia democratica). Per loro, il passo compiuto porta un’invasione politica in un territorio che è da salvaguardare e che queste persone non hanno diritto a rappresentare la Bielorussia, con il rischio (si dice) di dividere la comunità sportiva locale tra amici/colleghi e alieni.
Per Tribuna, la lettera della Libera Associazione degli Atleti era molto lineare e chiara, priva di pathos, breve. Questa invece è molto “pompata” nelle parole e nei modi, in contrasto coi nomi dei firmatari molto molto piccoli. La firma di chi chiede nuove elezioni è il risultato di un gruppo Telegram tra atleti in continua espansione e chiunque si aggiunge aderisce all’idea. All’inizio fu mandata ai media locali con oltre 100 firme, un numero poi continuato a crescere. La lettera di chi si oppone invece veniva sbandierata piena di firme ma almeno nei primi momenti erano abbastanza poche, malgrado una cerimonia tenuta al comitato olimpico nazionale (NOC). Formalmente, si dice, la lettera non vuole supportare i poteri governativi dello stato ma denuncia il silenzio sulle pubbliche espressioni di politica nello sport e i tentativi di far pressione sugli atleti che non vogliono esporsi in questo piano. In un piccolo apice, però, c’è un ringraziamento al grande appoggio dello stato bielorusso, a conti fatti guidato da Lukashenko. Tribuna chiude l’articolo con una frase ripresa dalla lettera di questi atleti (“Vogliamo vivere in pace e armonia”) commentando: “Vogliamo capire: un mondo di violenze, persecuzioni, e silenzio consenso?”.
Negli ultimi mesi, dopo una prima reazione a metà agosto, Sabalenka non aveva più espresso pubblicamente i suoi sentimenti circa la situazione in patria. Subito dopo le elezioni lei, a Lexington in Kentucky, scrisse un post su Instagram dove chiedeva di smetterla con le violenze e gli abusi contro il popolo bielorusso e raccontava della paura quotidiana quando attendeva notizie da sua mamma per dirle che era tutto ok a casa. Da quando è tornata dall’America, però, non ha più fatto veri accenni alla situazione creando un po’ di insofferenza a diversi utenti sul suo profilo Instagram che le chiedevano di esporsi e alla lunga hanno cominciato a insultarla finché lei non ha risposto alle offese cominciando a sua volta a rivolgersi male contro di loro. La stessa Sabalenka, tra l’altro, in passato si era lamentata proprio col sito Tribuna per aver a suo modo di vedere creato polemiche nei suoi confronti con frasi poco carine anche legate al suo silenzio social. In merito alle sue posizioni politiche non si è mai espressa direttamente, ma nel suo passato ha incontrato in un paio di occasioni Lukashenko, grande appassionato di tennis, soprattutto in un periodo dove questo può essere la leva per dare lustro al paese. E allora lui era in tribuna per la finale di Fed Cup del 2017, ha avuto contatti anche con Victoria Azarenka e a fine 2018 fece una chiacchierata/intervista proprio con Sabalenka, trasmessa sulla principale rete televisiva nazionale la sera dell’ultimo dell’anno.
Sempre il sito web Tribuna nell’ultimo periodo racconta di aver mandato una lettera con delle domande sia a Vasilisa Marzalyuk sia ad Alexander Bogdanovich, ex campione olimpico e membro politico bielorusso:
– Pensate che le elezioni siano state corrette? Credete che Aliaksandr Lukashenko abbia davvero ricevuto l’80% dei voti? (se sì, chiarite come si è formata la commissione elettorale)
– Più di 30.000 bielorussi sono stati arrestati dall’inizio delle proteste per aver cercato di esprimere dissenso, come commentate questi numeri?
– Centinaia di bielorussi hanno raccontato le violenze subite dalle forze dell’ordine, ma nessun caso è stato affrontato in tribunale. Cosa ne pensate?
– Perché alcuni degli atleti che non supportano Lukashenko sono stati esclusi dalle rispettive squadre nazionali? Perché sono messi così sotto pressione? Perché loro non possono avere il sogno Olimpico che voi chiedete?
Non è arrivata alcuna risposta.
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