di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
19 Ott 2020 10:35 - Commenti
Roger e Rafa, palla al centro
Cosa sarebbe successo se da bambini invece di iniziare a giocare a tennis avessero continuato a inseguire un pallone?
di Annalisa Migliorini
“Pensare che all’inizio avevano scelto il calcio. Cosa sarebbe successo se da bambini invece di iniziare a giocare a tennis avessero continuato a inseguire un pallone? Un imprevedibile effetto sliding doors ci avrebbe privati di un pezzo di storia del tennis. Fino a dodici anni Roger giocava a calcio, decide poi di smettere per assumersi in via esclusiva la responsabilità di ogni risultato. Sceglie uno sport individuale in grado di esaltare la sua voglia di autonomia.
Anche Rafael giocava a calcio da bambino, uno zio militante nel Barcellona può costituire fonte di grande ispirazione ma anche lui alla fine lascia il ruolo di centravanti preferendo il tennis, con l’unica certezza di fare dello sport la propria vita. Il destino è ineluttabile al di là delle singole scelte, sa sempre trovare la strada giusta per esprimersi nella forma più completa. Chissà se sarebbero diventati fuoriclasse, se si sarebbero ugualmente trovati, sfidati per anni e inseguiti a caccia di trofei. Ma il fato aveva un piano già stabilito e di questo gliene siamo infinitamente grati. Non solo: ha voluto proprio strafare! Sport individuale per eccellenza il tennis propone di solito in ogni epoca una coppia di rivali che duellano e al cui fianco si schiera il pubblico. In questo dualismo Roger e Rafael sono meravigliosamente contrapposti, potrebbero essere usciti dalla fantasiosa penna di uno scrittore, tanto i loro tratti caratteriali e tecnici sono diversi ma complementari. Tanto è sofisticato e regale lo svizzero, quanto lo spagnolo è genuino e gitano, un “Gypsy” come amava cantargli Shakira*. Roger è un eclettico poliglotta, a suo agio con disparati idiomi, mentre Rafael è più a suo agio a sfoggiare muscoli guizzanti. Federer esprime l’eleganza del tennis classico coniugato con quello moderno grazie ad una sensibilità e a un tocco unici. Merito di una versatilità che fa sembrare facile l’impossibile, con il rovescio a una mano giocato con estrema naturalezza e con quel controbalzo che gli consente di giocare aggressivo senza un grosso dispendio di energie. Appare di aspetto impeccabile anche al tie break del quinto set! Chi invece di fiato ne consuma tanto è Nadal che già gronda di sudore dopo pochi minuti di gioco. Difensore potente e aggressivo, con colpi carichi di topspin, per il suo stile di gioco necessita di caratteristiche fisiche notevoli come forza e velocità. Ma oltre alla potenza fisica, caratteristica dello spagnolo è la forte tenuta mentale e una capacità irriducibile di non darsi mai per vinto. Così diversi che insieme si completano a vicenda. Uniti dall’atteggiamento umile e da una discreta riservatezza, dopo quasi un ventennio di epiche sfide i loro nomi viaggiano all’unisono verso la leggenda. Adesso che condividono anche il record di Slam conquistati sono perfettamente appaiati e contenti. Pareggio: si va ai supplementari verrebbe da dire. Ma nel calcio la dura legge del goal fa sì che vince chi segna di più, un rigore sbagliato e tutto può andar perso. Invece tra i primi a complimentarsi con Rafael per la vittoria è stato proprio il rivale appena raggiunto nel mitico record. Simulazione verrebbe da fischiare. Invece basta osservarli insieme per rendersi conto che abbiamo davanti un raro esempio di sano antagonismo, quello che ci riporta con la memoria alle lotte tra gli indimenticabili Coppi e Bartali, tra i leggendari Lauda e Hunt, tra i giganti Larry Bird e Magic Johnson. Perché una rivalità non necessariamente è una ostilità. Chissà se Roger e Rafa avessero continuato a giocare a calcio…ma tutto va come deve andare. Adesso via negli spogliatoi a riposare: tra poco inizia il secondo tempo e ricomincia lo spettacolo.”