Provaci ancora, Stan!

Uno dei più amati tennisti di questa generazione ha ancora dei colpi per le grandi imprese

“Sempre più persone oggi amano esprimere il lato più intimo del proprio essere e raccontare agli altri di sé tatuandosi il corpo. La pelle si trasforma nella tela immacolata di un pittore e affiorano in superficie i sentimenti più nascosti sotto forma di immagini oniriche, simboli tribali o frasi significative.
Moda intrigante quella dei tatuaggi che ha conquistato anche il mondo del tennis, un tempo riottoso, ma adesso ricco di atleti affa scinati da questa tendenza.
Uno dei tattoo che preferisco lo mostra sul braccio sinistro Stan Wawrinka che ha scelto di tatuarsi queste parole: “Hai sempre provato. Hai sempre fallito. Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.” Frase di Samuel Beckett che descrive la visione della vita e del tennis del giocatore, elegia romantica della abnegazione che ben si addice alla storia personale di Stan. Anche lui svizzero, anche lui dotato di un rovescio potente ed elegante ma salito sul palcoscenico tennistico nello stesso periodo in cui un altro elvetico calcava la scena da indiscusso protagonista, costringendolo al ruolo di attore comprimario del più grande Roger. Stan è uscito fortificato dalla convivenza tennistica con quello che lui stesso ha definito un fratello maggiore, fonte di grande ispirazione e con cui ha creato un armonioso rapporto dentro e fuori dal campo, niente affatto scontato.
Come ogni fratello minore che si rispetti, divertente, libero e con meno responsabilità da onorare, Stan ha dato sfogo a tutta la sua abilità accaparrandosi un singolare record che detiene con orgogliosa fierezza: aver conquistato tre Slam battendo in finale ogni volta il numero 1 del ranking. Finali tirate e memorabili quelle con Nadal e Djokovic che lo vedono trionfatore, addirittura unico e decisivo ostacolo alla conquista del Grande Slam da parte di Nole nel 2015.
Per fortuna Djokovic non l’ha presa male e i due sono tutt’ora legati da una goliardica amicizia. Viene da chiedersi: e con il cosiddetto fratello maggiore? Con Federer la bagarre tennistica si è svolta al Master 1000 di Montecarlo, conclusa proprio con la rivincita del fratellino. Ma lo scontro “familiare” più infuocato è avvenuto durante la semifinale delle ATP Finals del 2014, vinta da Roger al tie break del terzo set, dopo aver annullato quattro match point a Stan. In verità l’animata lite tra i due non ha molto a che fare con il match vero e proprio: potremmo maliziosamente dire “cherchez la femme”.
Pare infatti che la moglie di Federer, Mirka, durante l’incontro, abbia dato a Wawrinka del “frignone”, perché si lamentava con l’arbitro per i rumori provenienti dal box di Roger. Inutile dire che i due tennisti svizzeri hanno ben discusso dell’episodio, evitando però di commentarlo in pubblico e preferendo, proprio come in una decorosa famiglia, lavare i panni sporchi…nello spogliatoio.
Una polemica che rischiava di minare la serenità della squadra elvetica prima della finale di Coppa Davis contro la Francia, ma che lo stesso Wawrinka è riuscito a disinnescare ridimensionando l’accaduto. Giocare a tennis nello stesso periodo di The King ha sicuramente costretto Stan a saper mediare e conciliare all’occorrenza, dimostrando un lungimirante buonsenso.
Quella stessa saggezza che ha scelto di imprimersi sulla pelle. Stare all’ombra del più grande giocatore di tutti i tempi – come ha spiegato lui stesso – ha avuto lati negativi ma lo ha anche spronato a cercare ogni volta un approccio positivo alla situazione. Sull’altalena del successo si dice dondolino insieme il destino e la tenacia. In questi anni di vere e proprie montagne russe, dall’alto di una incrollabile perseveranza, di sicuro Stan avrà pensato almeno una volta che con un tale fraterno rivale sarebbe stato tutto un po’ più facile da figlio unico.”

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