di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
05 Ott 2020 14:12 - Extra
Anche l’Italtennis al femminile ha la sua meglio gioventù
Se si rivela strepitoso il poker di ragazzi italiani al terzo turno del torneo parigino, non sono da meno neppure le nostre fanciulle
di Annalisa Migliorini
“La meglio gioventù del nostro tennis arriva alla Ville Lumière con l’ambizioso obiettivo di tingere di sole e d’azzurro un grigio e gelido Roland Garros. Se si rivela strepitoso il poker di ragazzi italiani al terzo turno del torneo parigino, non sono da meno neppure le nostre fanciulle che colorano di rosa il Bois de Boulogne e ci regalano emozioni entusiasmanti al pari dei colleghi. E questa metà del cielo è illuminata tutta dal sole della Toscana. Martina Trevisan è nata a Firenze mentre Jasmine Paolini, di madre polacca, è nata a Castelnuovo di Garfagnana. Il piglio deciso da vere toscane, queste ragazze lo hanno portato fino alla corte del Roland Garros, scendendo in campo contro le Favorite del tennis
. E se Jasmine deve purtroppo arrendersi con onore al secondo turno contro la Kvitova, Martina prosegue nel torneo sconfiggendo sul campo prima la Gauff, poi la Sakkari e la Bertens, volando strepitosa ai quarti. Una gioia incontenibile a cui lei stessa fa fatica a credere. Una felicità stampata sul suo giovane volto che non ha bisogno di spiegazioni, a parlare è il suo bellissimo sorriso. Quel sorriso che appare anche mentre gioca, forse un riflesso o l’effetto di un’attitudine mentale che affiora inconsciamente mentre sta facendo quello che ama, giocare a tennis.
Jim Morrison diceva che dietro un sorriso si nasconde una lacrima di dolore e da quello luminoso di Martina si intravedono alcune ombre. Fantasmi che lei stessa non esita a raccontare, fornendo un esempio positivo per tanti adolescenti. È una di loro Martina quando ricorda le lotte con quel subdolo nemico che le mangiava la spensieratezza mentre il suo corpo di nutrirsi non ne voleva proprio sapere. Cinque anni di buio per poi tornare alla luce con una grande forza di volontà e una intelligenza che l’hanno spinta a fare una delle cose più difficili per una persona: chiedere aiuto. Fermarsi e accettare che si è in crisi, per quanto doloroso, è l’unico punto di partenza per poter guarire. Spesso ci si vergogna, si ha timore di mostrarsi deboli ed invece la vera forza è riconoscersi fragili e provare a ricomporre i tasselli incasinati del nostro puzzle interiore. In Toscana abbiamo un’espressione popolare molto amata, usiamo spesso dire che “non si frigge mica con l’acqua” per indicare che si sta agendo nei modi e con gli strumenti corretti, cioè si è consapevoli di stare facendo tutto nel modo giusto. Proprio come ha fatto Martina, che si è presa il suo tempo per curare le ferite, per capire cosa voleva davvero da se stessa e per provare ad agguantare tutte le possibilità che la vita le mette davanti con uno spirito rinnovato e consapevole. Perché ci sarà sempre un’altra opportunità, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio ed in questo caso è tutto da scrivere. A differenza di noi infatti la vita non è impaziente e sa aspettare il momento giusto per realizzare le cose belle. Fa bene oggi a sorridere Martina, a godersi ogni attimo della sua straordinaria impresa. Il suo entusiasmo finisce col contagiare pure noi quando in conferenza stampa sogna di comprarsi con il montepremi appena guadagnato un appartamentino a Firenze, un loft “ganzetto”, scherza gioiosa. Ganzo proprio come lei.”