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07 Set 2020 06:42 - Extra
US Open, Osaka continua la sua protesta: mascherina per Treyvon Martin
Treyvon Martin, afroamericano di 17 anni, ucciso nel 2012 da una guardia armata che sparò mentre lui girava nei dintorni della casa dei suoi parenti. L'assassino riuscì a farla franca ottenendo l'atto di legittima difesa adducendo (senza testimoni) a una colluttazione con la vittima, disarmata.
di Diego Barbiani
Per la quarta partita consecutiva Naomi Osaka è entrata in campo in questo US Open indossando una mascherina con il nome di un membro della black comunity USA vittima di violenze e ingiustizie.
Dopo il primo turno contro Misaki Doi e la mascherina con la scritta ‘Breonna Taylor’, e soprattutto dopo il gesto che ha mandato in pausa il torneo di Cincinnati, Osaka aveva raccontato come adesso la sua protesta si sarebbe riproposta mostrando i nomi di chi ha pagato col prezzo più alto: la loro vita.
Per il quarto turno contro Anett Kontaveit la giapponese è entrata in campo con una mascherina a ricordare Treyvon Martin. L’episodio incriminato risale al febbraio del 2012 quando Martin venne ucciso a colpi di arma da fuoco da George Zimmerman, che stava facendo il turno di guardia all’interno di un vicinato a Sanford in Florida dopo che nei mesi precedenti le chiamate alla polizia per denunciare movimenti sospetti, furti e tentativi di infrazioni di domicilio si erano moltiplicate.
Martin si trovava da quelle parti perché, come spesso succedeva, andava a fare visita ai propri parenti. Quella sera di fine febbraio, però, Zimmerman chiamò la polizia per avvisare che vedeva una persona sospetta muoversi intorno a una casa. Riferì che sembrava drogato (non ci fu mai alcuna prova che ne confermò questa tesi) e cercò di avvicinarsi. Martin, che vide arrivare una persona armata, cominciò a scappare dalla paura e fu raggiunto. Zimmerman sparò, lo uccise, ma non venne mai incarcerato malgrado venne subito riconosciuto responsabile. La guardia riuscì a far passare la tesi di un gesto di legittima difesa, malgrado il minorenne fosse disarmato, a seguito di una presunta colluttazione.
Con la vittoria per 6-3 6-4, Osaka si è guadagnata l’accesso ai quarti di finale dove indosserà la quinta mascherina con un nome diverso per ricordare a tutti che certe situazioni sono tutt’ora condannabili e non basteranno anni a rimarginare le ferite di chi deve vivere situazioni del genere in una discrepanza sociale enorme.