Roland Garros: Errani perde un match incredibile, Bertens esce in sedia a rotelle

Sara Errani spreca una chance clamorosa di tornare a battere una top-10 mancando un match point contro Kiki Bertens che già prima del match non stava bene fisicamente e dopo tre ore era in agonia totale. L'olandese esce dal campo in sedia a rotelle urlando dal dolore.

[5] K. Bertens b. [Q] S. Errani 7-6(5) 3-6 9-7

Il pensiero di tanti, in questo momento, sarà probabilmente pari a quanto Sara Errani ha violentemente esternato al cielo uscendo dal campo 14 del Roland Garros. Un urlaccio potente, un’imprecazione a pieni polmoni per sfogare una rabbia covata negli ultimi 40 minuti di una partita durissima fisicamente e a livello di gioco contro Kiki Bertens, conclusasi 7-6(5) 3-6 9-7 in favore dell’olandese, che tutto faceva fuorché fingere dolori e in qualche modo che forse non riesce ancora a immaginare è riuscita a vincere dopo oltre tre ore divenute un’agonia pura.

Bertens, e lo abbiamo scritto più volte nelle ultime settimane, non sta bene. Aveva prima del match problemi al tendine d’Achille del piede destro e durante la maratona contro Errani ha cominciato ad avvertire dolori ovunque, probabilmente esasperati dal continuo appoggiarsi sulla prima infiammazione. Dalla metà del terzo set ha cominciato a chiedere l’ausilio della fisioterapista per un problema alla coscia sinistra, poi i crampi alla mano sinistra e alla fine quelli al braccio destro.

Sara, purtroppo, probabilmente non sapeva di avere di fronte a sé un’avversaria già lontana dal suo livello a causa di qualche fastidio fisico e si è trovata in lotta punto a punto in uno di quegli scenari che più le piacciono e le possono essere favorevoli: il servizio di entrambe era annullato, contava il cuore e il carattere prima di un dritto o un rovescio, e lei in quell’aspetto ne ha da vendere tanto da farsi trascinare emotivamente con picchi di agonismo e temperamento incredibili. Ha perso lucidità nelle fasi finali, era in lotta e vedeva l’avversaria che sembrava rallentare sempre più quando era al servizio. Voleva divorare la palla e prendersi la vittoria, si sentiva frenata e infastidita da cominciare a innervosirsi e lamentarsi perché lei riceveva vari warning per perdite di tempo al servizio a causa dei problemi che sono riemersi, purtroppo, nella giornata odierna, mentre per Bertens avvertiva, Sara, maggiore tolleranza da parte di Kader Nouni e in quel concitato finale ha sentito troppo il momento.

Già un attimo dopo aver vinto un punto ha guardato la sua avversaria e ha mimato il gesto di toccarsi il piede, poi si faceva sempre più trascinare in questa situazione fino a esplodere dopo la veronica vincente della numero 7 del mondo sul match point. Mentre Bertens era a terra, collassata e incapace quasi a rialzarsi lei di corsa arrivava al proprio angolo, metteva via la racchetta e non guardava nemmeno l’olandese che si era avvicinata per “toccarle la racchetta”, il gesto che ora ha sostituito la stretta di mano post-gara. Errani le ha dato le spalle, andandosene via furiosa. Kiki a quel punto ha raggiunto il suo angolo, lentamente, e si è accasciata cominciando a urlare dal dolore. Nelle fasi finali ha accusato anche dolori al braccio destro. Non si alzava più dalla sedia, è entrata la fisioterapista a controllarne le condizioni, ma la situazione era tale che in breve è arrivata anche una sedia a rotelle e Kiki, a fatica, è stata caricata su e scortata fuori.

Il match è stato altrettanto movimentato, per usare un eufemismo. Errani sembrava avere la situazione in mano nel primo set, ma sul 5-4 30-0 ha cominciato ad avere gravi problemi al servizio. Gli stessi avuti anche nel 2019, con parecchi lanci sbagliati e lei costretta a dover servire da sotto. È successo all’improvviso, e una Bertens già abbastanza dimessa si è guadagnata un tie-break dove, sul 5-5, ha approfittato di una seconda “da sotto” di Errani per prendersi il 6-5 e tramutarlo in 7-5. Nel secondo parziale la lotta continuava, e Sara dopo aver annullato 6 palle break nel game sul 3-3 ha preso il break decisivo portando tutto al terzo. Qui, dal 2-2, ci sono stati solo break. Errani non riusciva più a servire con tranquillità, Bertens stava crollando fisicamente e tra i vari punti divenuti deboli c’è un servizio normalmente affidabile a cui però mancavano, per la prima palla, almeno 30 chilometri orari. Sul 5-4 Errani, già visibilmente sofferente, Bertens ha preso degli antidolorifici dalla fisioterapista e sul 6-5 ha annullato in qualche modo la chance che l’azzurra ha avuto per chiudere la partita. Sara stava affondando il colpo con la smorzata, ma sul punto decisivo non è riuscita perché la risposta di Bertens era troppo forte e profonda, ha provato col dritto incrociato ma non è stato abbastanza perché l’olandese ha colpito un gran dritto vincente stretto.

La serie di break consecutivi si è fermata a 8 con Bertens che sul 7-7 riusciva a tenere la battuta giocando solo smorzate e facendo correre Errani. Sembrava, in quei pochi minuti, aver ritrovato un minimo (ma veramente un minimo) di energie per essere lucida abbastanza da cambiare tattica e non mettersi a scambiare. Lei che come Errani è un’ottima giocatrice da terra battuta, ha avuto un momento in cui è riuscita a salvarsi, aggrappandosi all’ultimo centimetro di cornicione. Sara, al servizio sul 7-8, andava sotto 0-40 con altre smorzate dell’olandese ma era bravissima a rifarsi sotto. Al quarto match point, ottenuto con l’ennesima smorzata di questa serie, Bertens faceva centro chiamando l’azzurra a rete e chiudendo con un gesto atletico da cui non si è ripresa. Probabilmente sarebbe stato difficile per lei riprendere a giocare se la palla fosse uscita. Ragionamenti che ora non si possono però fare ed è giusto allora parlare di un match qualitativamente interessante, che si prospettava estremamente duro e combattuto e che in qualche modo ha rispettato le premesse. Non sempre spettacolare, ma ha dato il meglio di sé, ahinoi, nelle fasi concitate.

Bertens, se riuscirà a riprendersi, giocherà il terzo turno contro Katerina Siniakova, vincitrice 6-3 6-3 contro Anastasia Pavlyuchenkova.

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