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01 Apr 2020 17:27 - Extra
Coronavirus: ufficiale la cancellazione di Wimbledon e tutta la stagione su erba
Per la prima volta dal 1945 il torneo di Wimbledon non verrà disputato. ATP e WTA hanno ufficializzato la sospensione dei due circuiti fino almeno al 13 luglio, ma il rischio di aver chiuso qui la stagione tennistica è molto alto.
di Redazione
It is with great regret that the AELTC has today decided that The Championships 2020 will be cancelled due to public health concerns linked to the coronavirus epidemic.
The 134th Championships will instead be staged from 28 June to 11 July 2021.https://t.co/c0QV2ymGAt
— Wimbledon (@Wimbledon) April 1, 2020
Quello che tutti avevano già annunciato da una settimana è diventato realtà. Wimbledon, nel 2020, non vedrà la sua luce, cancellato a causa dei continui sviluppi della pandemia covid-19 che ha investito con forza il nostro pianeta da metà gennaio.
Sarà la prima volta dal 1945 che lo Slam su erba non verrà disputato, e con esso ATP e WTA hanno stabilito che tutti i tornei dei circuiti maggiori sono cancellati fino a lunedì 13 luglio. Saltano quindi gli ATP di Halle (500), Queen’s (500), Stoccarda (250), s’Hertogenbosch (250), Maiorca (250), Eastbourne (250). Con essi anche i WTA Premier di Berlino e Eastbourne e gli International di Bad Homburg, s’Hertogenbosch, Birmingham (che proprio quest anno è stato retrocesso da Premier a International) e Nottingham.
Per quello che riguarda gli appassionati, la questione si fa molto grigia. Pensare che il carrozzone dei due circuiti possa riprendere effettivamente a metà luglio è molto ottimistico. Ci vogliamo sperare, ma nella dura realtà dei fatti c’è da considerare una situazione globale che quasi sicuramente sarà di grande caos e problemi. Le Olimpiadi di Tokyo, cancellate, dovevano tenersi 10 giorni dopo la finale dei Championships e i tornei maschili e femminili dovevano ripartire dopo Londra con qualche evento minore sulla terra battuta (e l’ultima parentesi erbivora a Newport), ma molti stati europei staranno facendo ancora i conti con la pandemia, e come se non bastasse lo step successivo vedrebbe giocatori e giocatrici a sfidarsi negli USA.
Gli Stati Uniti sono il posto in assoluto più colpito e che è proiettato a pagare gli effetti più grandi del covid-19. LO US Open si tiene a New York, che è la città al mondo in assoluto più colpita (e con numeri spropositatamente alti rispetto alle altre) tanto che il Billie Jean King National Tennis Centre di Flushing Meadows verrà riadattato a ospedale di terapia intensiva per accogliere i contagiati perché il sistema sanitario è al collasso. Per vedere effettivamente al via lo US Open, il Nord America dovrebbe essere libero da contagi almeno due/tre mesi prima per permettere tutti i lavori di preparazione e garantire sicurezza alle persone impegnate. A oggi, con la curva dei contagi non ancora delineatasi e una forte tendenza ad accelerare nelle morti e nei numeri di infetti, lo scenario per l’immediato futuro è pessimo.
Al momento la USTA non fa passi indietro e dice di voler continuare secondo la tabella di marcia, ma molti tornei immediatamente successivi allo US Open hanno già cominciato a prepararsi al peggio cancellando alcuni eventi promozionali. Il rischio che la stagione tennistica si sia chiusa tra fine febbraio e inizio marzo è dunque una possibilità ben altro che remota.