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19 Mar 2020 14:58 - Coronavirus
L’anarchia del tennis (e il suo calendario) ai tempi del Coronavirus
di Davide Bencini
“Olè. Benvenuto a Kuzcotopia!”.
Disse un bel giorno un Forget travestito da imperatore sbattendo un modellino dello Chatrier sul calendario ATP, euforico come non mai. In barba a tutto e a tutti. “Ma…Il calendario?“ Chiederanno i nostri piccoli lettori. Mah…
Tralasciando naturalmente per un attimo da parte la presunzione e anche per certi versi l’arroganza di sapere a priori quando la durissima crisi che sta mettendo in ginocchio l’Europa in particolare ma che si appresta (per quanto si speri di no) a coinvolgere il resto del mondo, la decisione di spostare il Roland Garros al 20 Settembre non solo ha spiazzato tutti ma ha aperto una serie di domande che non possono venire ignorate.
Partendo dal presupposto che l’intero sport in questo periodo si stia muovendo praticamente a tentoni, senza sapere come portare avanti le varie stagioni o chiudendole in anticipo, la presa di posizione dello slam francese e della FFT è sembrata una mossa pari a quella di chi davanti alla fila chilometrica di un casello autostradale a Ferragosto prende uno spazzaneve e spariglia tutto, dicendo alla Polizia basita “zitto e puci”.
I giocatori si son svegliati con i piedi nel vaso da notte, gli organizzatori hanno creduto a una Candid Camera e l’ATP, in un silenzio che sa di sfida, pare voler quasi dire “Sì, certo, come no. Due volte…” Il tutto mentre il presidente della FFT, con aria flemmatica e una tranquillità di chi pare non rendersi conto della realtà circostante, afferma di aver preso “una decisione difficile, ma coraggiosa”… Dunque, più che difficile potremmo parlare di “quasi irrealizzabile”; riguardo al “coraggiosa”, beh, in bocca al lupo!
Partiamo dalla decisione in sé per sé: si stanno spostando intere stagioni e tornei su tornei stanno finendo nel cestino di questo 2020 condizionato dal fenomeno Coronavirus. È di pochi giorni fa la notizia che il tennis si fermerà sicuramente fino al 7 Giugno. Addio a tutta la stagione sul rosso pre-Parigi. Non solo; nessuno sa se poi dopo questa data si tornerà a una certa normalità. E non parliamo di sport ma della vita giornaliera stessa di ogni singolo individuo. Già per questo resta difficile individuare se e come altri tornei di grande importanza verranno ricollocati in un calendario fittissimo dove siamo pronti a scommettere tutte le organizzazioni, appena intravisto un barlume di normalità, cominceranno a farsi la guerra e a difendere i propri interessi.
Oltre a ciò lo spostamento unilaterale del Roland Garros pare ignorare completamente che nel periodo scelto si giochino 5 tornei (S. Pietroburgo, Metz, Chengdu, Zuhai, Sofia), la Laver Cup (non proprio Nazionale Cantanti-Resto del mondo, ecco) e che nel fine settimana precedente sia in calendario un fine settimana di Coppa Davis. Che facciamo di ‘sti tornei? Stringiamo la mano a tutti, anzi no, visti i tempi che corrono salutiamo con la manina e “all’anno prossimo e stateci bene”? Inventiamo un tredicesimo mese per recuperarli? Alcuni poi giustamente pensano “Guardate che rischia di saltare anche Wimbledon!” E allora sì che sarebbe una corsa a vedere cosa spostare e dove fare incastrare tutto, con Wimbledon da recuperare forse (è solo un’ipotesi) in Agosto, con lo US Open subito dopo e infine il suddetto Roland Garros. Certo, poi travestiamo i tennisti da Cavalieri dello Zodiaco per giocare tre slam avanti e indietro tra un continente e l’altro in un mese e mezzo o giù di lì prima di stramazzare a terra urlando a “Atena” in greco antico… Il calendario che ne uscirebbe sarebbe semplicemente da “Giro del pazzo”.
Alcuni hanno poi guardando alla ricollocazione di Parigi hanno seraficamente commentato “la Laver Cup? Tanto Federer il Roland Garros non lo gioca mica”. Certo, come se della Laver Cup, un evento che in due anni ha mosso un pubblico e un fatturato superiore a vari Master 1000 importasse solo a Federer… Tralasciando anche il fatto che, come l’ATP, la quale a tutt’ora ha completamente ignorato lo spostamento di Parigi, l’organizzazione della Laver Cup abbia fatto spallucce manco le fosse passata accanto una zanzara.
L’FFT addirittura si è sbilanciata con un ardito “Forget ha chiamato Nadal: lui è d’accordo”. Tirati su, Nadal sarebbe d’accordo di giocarlo anche a Natale con i Moon Boot il Roland Garros, ci mancherebbe.
E a contorno di tutto ciò, in una realtà in preda a una pandemia della quale ancora non si vede la fine e che comincia a allargarsi fino in America, l’organizzazione del Roland Garros pare non prendere minimamente in considerazione che una settimana prima del declamato 20 Settembre dovrebbe concludersi un certo US Open. Non proprio il torneo di Lamporecchio. Ora, se lo US Open dovesse slittare, gli americani, con i loro palinsesti da Paperon de Paperoni secondo voi davvero farebbero caso al Roland Garros? O anche se tutto restasse come “kuzcotopizzato” da Forget, voi ce lo vedete Nadal a andare a New York a giocare gli US Open e dopo una settimana giocare l’amato Parigi? E sempre restando su questa programmazione, come reagirebbero sempre i ricconi americani a un Nadal che rinuncia a New York?
Tante, tantissime domande senza risposta e, finora, lasciate nell’oblio dal silenzio dell’ATP, a monito di una lotta di potere che forse è solo all’inizio.