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11 Giu 2019 11:16 - Extra
Gianluigi Quinzi, il sogno non è ancora finito
Una giovane promessa che per sua stessa ammissione in questi anni poteva fare di più, ma che non si è ancora arreso a diventare uno dei migliori al mondo
di Redazione
Di Edoardo Diamantini
In questa occasione abbiamo un ospite speciale, Gianluigi Quinzi. Giovane promessa del tennis italiano a livello mondiale, che ci si è gentilmente concesso per raccontarci quanto ha fatto sino ad oggi, e quelle che sono le sue ambizioni per il futuro.
Quando hai iniziato a giocare a tennis per la prima volta? E ho saputo che non praticavi solo questa disciplina nell’età della tua fanciullezza
La prima volta che ho giocato è stata quando avevo 4 anni, praticavo come hai accennato diversi sport: sci e go kart, anche a livelli abbastanza buoni! Ho dovuto poi lasciar tutto quando a 8 anni ho avuto una borsa di studio in America da Nick Bollettieri e da li è cominciata la mia carriera tennistica.
Parlami del ricordo e del piacere che hai provato per la tua vittoria a Wimbledon Juniores nell’anno 2013, senza dimenticare la tua partecipazione alle Next Generation ATP Finals 2017 a Milano…
Ho bellissimi ricordi di Wimbledon, ogni partita che vincevo provavo un’emozione che non si può descrivere, ogni volta che il sento il nome di quel torneo, anche al giorno d’oggi, provo una sensazione davvero speciale: è stato il torneo più bello della mia vita. Il torneo ‘’Nextgen’’ è stato ugualmente molto bello, anche se venivo da un periodo in cui non giocavo benissimo, non avevo aspettative e non sentivo pressioni, in quanto non essendo in uno dei miei migliori periodi, mi dicevo fra me e me: ’’Vabbè, vado e vediamo come va’’. Partendo poi dalle qualificazioni, sono riuscito ad accedere alla fase finale del torneo ottenendo l’unica Wild Card che attribuivano e da li è cambiato tutto… Avevo tanta voglia di giocare con i miei coetanei (Shapovalov, Chung, Rublev nel suo girone, N.d.R.) che in passato battevo, ma siccome in quel momento erano sopra di me in classifica, la cosa mi faceva sentire un po’ triste. Sono stato comunque contento del torneo giocato.
Eri e sei attualmente, nonostante il periodo condizionato dagli infortuni e altre problematiche, una delle maggiori promesse del tennis italiano a livello mondiale: ti ritieni soddisfatto complessivamente di quanto fatto fino ad oggi?
Tra i vari infortuni e altro ho fatto bene, ma non benissimo… Ho qualche rimpianto perché potevo fare meglio in questi anni, ma non mi posso lamentare.
L’Italia tennistica e non solo crede ancora molto in te: come stai vivendo il tuo momento e quali i tuoi sogni ed obbiettivi principali?
l mio sogno è vincere lo Us Open ed il mio obbiettivo è arrivare tra i primi 100 al mondo. C’è tanta gente che mi scrive e che mi cerca e questo è positivo, basta che mi cercano, positivamente o negativamente non importa! L’importante è che mi cerchino (ride,N.d.R.). Devo ringraziare la mia famiglia perché se sono arrivato fino a qui è anche grazie a loro e spero di raggiungere il mio obiettivo.