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28 Feb 2019 11:37 - Extra
“Devo vedere un dottore, il mio corpo sta crollando”. Allarme Kvitova?
Sport.cz riporta delle dichiarazioni di Petra Kvitova dopo Dubai, dove raggiunse la finale malgrado fosse sotto i suoi standard. Può essere la conseguenza di un mese molto delicato, con anche la testimonianza in tribunale, ma lei stessa è parsa abbastanza preoccupata.
di Diego Barbiani
Malgrado uno strepitoso, in termini di costanza, inizio di stagione, Petra Kvitova è apparsa molto negativa dopo la finale persa a Dubai contro Belinda Bencic. Le frasi riportate sul portale ceco sport.cz sono tutto il contrario di quello che ci si potrebbe attendere dalla giocatrice che a ora, e fino almeno alla fine di Indian Wells, siede al numero 1 della classifica WTA Race.
“Devo vedere un dottore, il mio corpo sta crollando” sono le parole che ha pronunciato in una sofferta conferenza stampa coi giornalisti cechi. E siccome lei stessa è una giocatrice che non si è mai appellata ad alibi di vario genere per giustificare sconfitte, la cosa ottiene probabilmente ancor più rilevanza.
Quella nell’Emirato è stata la sua terza finale del 2019 dopo la vittoria a Sydney e la finale persa all’Australian Open. Non aveva mai vissuto un inizio così fruttuoso e nessun altra giocatrice ha vinto così tante partite come lei, eppure fin dall’inizio della settimana di Dubai è subito apparsa in grande difficoltà fisica, prima probabilmente anche per una questione di asma (la si sentiva di frequente far fatica a prendere fiato tra un punto e l’altro fin dall’inizio delle sfide poi vinte contro Katerina Siniakova e Jennifer Brady) mentre nelle ultime partite contro Su Wei Hsieh e Belinda Bencic è apparsa comunque in grande affanno fisico per grande parte delle partite.
“Quando tornerò a casa, dovrò vedere un dottore il prima possibile. Il mio corpo sta crollando” ha detto ai giornalisti, con un tono di voce piuttosto abbattuto, pur senza specificare quale sia il tipo di problema che sta attraversando. “Ho bisogno di una settimana di totale riposo, sia a livello fisico che mentale” ha poi aggiunto. Facile il collegamento a un mese molto delicato sotto vari aspetti. Prima la finale persa a Melbourne, poi il lungo viaggio per tornare in Europa, giocare a San Pietroburgo e andare in patria per testimoniare nel processo contro la persona che l’ha accoltellata alla fine del 2016: “Il tennis nell’ultimo periodo è stato utile per tenere la mia mente libera su altri aspetti. Sono felice di come abbia cominciato la stagione, ma ora ho bisogno di riposo”.
Nel giorno del processo, Kvitova ha preferito rimanere in una sala a parte e di registrare via video la propria testimonianza per non doversi presentare in aula e ritrovare il proprio aggressore di fronte a lei. Ha raccontato nel dettaglio, con grande minuzia di particolari, il momento dell’aggressione: “Ho sentito la lama sul mio collo, sono riuscita ad afferrarla con la mano sinistra e ad allontanarla, sono caduta sul pavimento e c’era sangue ovunque. C’era sangue ovunque, e lui mi ha chiesto quanti soldi avessi. Gli ho risposto 10.000 corone (440 euro) e lui ha detto ‘Ok’, glieli ho dati ed è scappato, mentre io ho chiamato la polizia. Quando mi sono accasciata e ho visto il sangue intorno ho cominciato a tremare: tutte le dita della mia mano sinistra erano state tagliate, e in maniera importante anche i nervi e i tendini. Quando poi ho visto le foto della polizia l’ho subito riconosciuto. È stato lui, l’ho capito principalmente dagli occhi”.
Potrebbe essere un semplice annuncio di un bisogno personale di staccare un po’ la spina dopo tante settimane intense che hanno influito sul proprio rendimento per tutta la parte di Dubai, o (peggio) essere un monito per l’immediato futuro, che c’è bisogno di tirare meno la corda perché il corpo davvero non riesce più a gestire certi ritmi sia in allenamento che in partita. A tal proposito, sempre secondo quanto riportato dal sito ceco sport.cz, ha parlato anche Klara Koukalova con tono abbastanza preoccupato: “Sembra esserci un problema alle ossa, se così fosse c’è bisogno di intervenire perché non so per quanto tempo potrebbe reggere a questo stress”.