T. Berdych b. [4] M. Cecchinato 7-6(6) 6-3
Esce di scena all’ATP di Doha nel rammarico generale, Marco Cecchinato, sconfitto da Tomas Berdych e, ahinoi, da se stesso.
Il siciliano ha, infatti, disputato uno splendido primo set, tenendo testa al ceco e, anzi, dominandolo nello scambio, annullandolo in risposta e brekkandolo, nel sesto gioco. Anche l’immediato controbreak ha solo lasciato un pizzico di amaro in bocca, perché si credeva, si sperava, visto il livello di gioco, che comunque ci sarebbero state altre occasioni di sigillare il parziale. Cosa effettivamente successa nel tiebreak.
Un cinico Ceck si porta prima 4-1, poi 6-3…poi, si spegne la luce. Berdych infila cinque punti consecutivi ed incassa il set e, come se non bastasse, dilaga immediatamente nel secondo, centrando il break ed issandosi 3-0, naturalmente a causa del contraccolpo emotivo subito da Marco, che non riuscirà, purtroppo, a rimettersi in carreggiata. Tomas, dal canto suo, raggiunge una finale che mancava da più di un anno, meritatamente, mostrando una bella versione del suo tennis…e chissà che non riserbi qualche colpo grosso per lo Slam australiano.
[7] R. Bautista Agut b. [1] N.Djokovic 3-6 7-6(6) 6-4
Sembrava un altro Nole, oggi. In grado di gestire sé stesso, le circostanze, l’avversario. E invece no, non è servita a nulla nemmeno la partenza a razzo, che gli ha garantito il break immediato, l’allungo sul 4-1 e la successiva chiusura di un primo parziale giocato alla grande, non permettendo a Bautista di prendere campo, tenendolo sempre con la testa sott’acqua. Già l’avvio di secondo set lasciava presagire qualcosa di diverso, Djokovic inizia a concedere qualcosina, due palle break, per la precisione, che, però, annulla senza problemi sul 2-2. Riesce addirittura a strappare il servizio allo spagnolo, a toccare con mano la finale, perché bastava solo tenere due turni di battuta. Ma così non è stato; il controbreak è immediato, nella mente di Bautista comincia ad echeggiare la fiducia di poterla girare a suo favore ed è bravo a raggiungere il tiebreak, nel quale non concede nulla al serbo in risposta e, al secondo set point, incanala il match al terzo.
E, giunti qui, diciamolo, sembra proprio che il numero uno al mondo sia spiritualmente a Melbourne, perché si spegne, viene brekkato in apertura e, nell’arco di tutto il parziale, non è in grado di raccogliere le forze per un’offensiva, vincendo solo quattro 15 in risposta. Lascia, quindi, Brisbane con molti interrogativi, una forma fisica non ottimale, e un pessimo gioco espresso…perché, oggettivamente parlando, abbiamo visto sprazzi di Djokovic solo nei secondi set contro Fucsovics e Basilashvili…è arrivato in semifinale facendo appello ai colpi del campione e per via del fatto che i suoi avversari si sono sciolti strada facendo. Oggi Bautista ha avuto il merito di crederci e di stare lì, incollato al match, e ha approfittato di blackout che il suo avversario ha sempre avuto in questa settimana, ma, forse, sono passati in secondo piano per via delle vittorie finali. Complimenti comunque allo spagnolo, che domani lotterà per conquistare il primo sorriso in carriera in questo 250.
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