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Le settimane da ricordare nel 2018 al maschile

L’anno sta per concludersi, e la stagione in realtà è già finita, tirando le somme il tennis nel 2018 non ha entusiasmato. Ci sono stati dei momenti più o meno forti, delle settimane che hanno premiato alcuni più di altri. Pensiamo al “solito” Roland Garros di Nadal, o alle altre vittorie Slam a Melbourne di Federer o la rinascita di Djokovic a Wimbledon e la conferma in seguito a Flushing Meadows.

La nostra ricerca delle settimane indimenticabili però è andata a studiare quelle settimane, anche non vittoriose, ma che comunque hanno significato qualcosa, o aiutato a mettere in mostra le qualità del tennista in crescita o da cui ci aspettavamo una conferma.

Isner a Miami. Long John ha trovato al prima vittoria 1000 nell’ultima edizione del torneo a Key Biscayne. L’americano ha sfruttato una settimana in cui ha esordito sconfiggendo Marin Cilic numero 3 del seed, poi ha regolato un del Potro in stato di grazia (l’argentino arrivava dalla recente vittoria di Indian Wells), sconfitto in finale Sascha Zverev testa di serie numero 5.

Federer a Rotterdam. In sé il torneo non ha regalato grosse emozioni dal punto di vista del gioco, lo stesso elvetico è sembrato non al top della forma. La finale contro Dimitrov poi condizionata da un problema del bulgaro che, prendendosi i ringraziamenti di Krajicek direttore del torneo, non si è ritirato all’atto conclusivo. È importante perché grazie ai punti ottenuti nella settimana olandese Federer è tornato in cima al ranking, giusto il tempo di far segnare ancora un altro record in suo favore.

Cecchinato al Roland Garros. Non ce ne voglia Nadal e il suo undicesimo trionfo parigino, ma la storia del Ceck è stata emozionante anche per i non italiani. Non aveva mai vinto nemmeno un turno a livello Slam, il palermitano ha messo in fila 5 vittorie. Al secondo turno fa terminare la bella storia di Trungelliti (che si è fatto 14 ore in macchina per accedere al tabellone da LL e superando il primo turno), ma El Ceck ha una sua storia, ancor più bella da scrivere, batte in fila [11] Carreno-Busta, [9] Goffin e (il recente semifinalista di Roma) [22] Djokovic che è sulla via della ripresa. La sua corsa termina contro Thiem in semifinale, in una settimana e mezza in cui ha dimostrato di essere, sulla terra battuta, uno degli interpreti più puri.

Coric ad Halle. L’annata del croato, e quella settimana in particolare, ha dimostrato una crescita e una consapevolezza maggiore nei propri mezzi. Esordio contro Zverev al primo turno e vittoria in finale contro un Federer comunque esperto della superficie e padrone del torneo. Una bella prova di carattere per un giocatore che di base non si adatta perfettamente ai prati. Senza tralasciare che Federer proprio grazie a quella vittoria si sarebbe potuto presentare testa di serie numero uno ai Championship.

Anderson a Wimbledon. Lo slam londinese regala sempre emozioni e siamo sicuri che per il sudafricano a parità di risultato, ovvero sconfitta in finale, sia più nobile e preziosa da ricordare quella a Londra 2018 che quella a Flushing Meadows dell’anno passato. Tra l’altro a Wimbledon ha battuto un certo Federer, campione uscente, rimontandogli due set e annullandogli match point e poi ha staccato il biglietto per la finale sconfiggendo Isner in una maratona (e l’americano è il massimo esperto di maratone ai Championship) terminata al quinto per 26 a 24. Poi in finale stremato non ha potuto opporre resistenza a Djokovic.

Tsitsipas a Toronto. Per il greco andrebbe fatto un articolo a parte, ha dimostrato molto del suo potenziale, è cresciuto e ha ottenuto tanto. La vittoria della seconda edizione delle NextGen a Milano può passare in secondo piano, il primo titolo a Stoccolma indoor e la finale a Barcellona battendo fior fior di terraioli su una superficie che non si adatterebbe proprio alle sue caratteristiche sono settimane altrettanto importanti, ma quella che andiamo a sottolineare è quella del 1000 canadese.
A Toronto Tsitsipas ha sfidato solo giocatori con ranking inferiore alla 30ª posizione, sconfiggendo in fila ben quattro top10: [8] Thiem, [10] Djokovic, [3] Zverev (che lo aveva umiliato la settimana precedente a Washington) e [6] Anderson in semifinale. Si era presentato all’atto conclusivo contro il numero uno del mondo Rafael Nadal, sarebbe stata una ciliegiona sulla torta: vincere il primo torneo in carriera, un 1000, sconfiggendo cinque top10 di fila e il quinto era anche l’attuale numero uno del mondo.

Djokovic a Cincinnati. Non tanto la vittoria di un ulteriore 1000 in stagione, in un torneo comunque a senso unico, ma la vittoria dell’unico 1000 che mancava alla sua collezione che adesso tra Coppa Davis vinta, i 4 Slam detenuti tutti contemporaneamente, le cinque vittorie alle Finals, aggiunge anche (almeno) una vittoria in tutti e 9 i 1000 che attualmente si giocano. Un’impresa che non era riuscita mai a nessuno, nemmeno a Federer o Nadal tanto per chiudere il discorso.

Khachanov a Bercy. Anche la settimana del russo non è stata per nulla da buttare, anzi. Ovviamente la solita obiezione che il torneo minore di Parigi, anche per la collocazione nel calendario, è un po’ snobbato e ha in sé una competitività inferiore rispetto ad altri 1000. Comunque Karen in quella settimana ha espresso una volta di più il suo ottimo gioco, riuscendo a sconfiggere ben quattro top10: [9] Isner, [5] Zverev, [8] Thiem e in finale Novak Djokovic, già numero uno in pectore, ma lo sarebbe diventato, ufficialmente e per il computer, solo il giorno dopo. Tutta gente comunque che la settimana successiva si sarebbe messa in viaggio per Londra per giocare il Master di fine anno, tutta gente maltrattata dal russo in quella settimana per lui indimenticabile.

Zverev alle Finals. Chiudiamo con il tedeschino, Sascha nel 2018 ha dimostrato di essere fortissimo due su tre, ma ancora arranca quando si tratta di avanzare negli Slam. In un appuntamento intermedio quale il Master di fine anno che mette tutti i migliori in una competizione due su tre (va sottolineato alla seconda presenza) riesce a laurearsi campione. Nel girone perde da Djokovic, passa come secondo e si ritrova Federer in semifinale, sconfigge l’elvetico in una partita tiratissima, in finale ritrova Djokovic che batte facilmente, risultato ancor più sorprendente se si pensa alla sconfitta di qualche giorno prima.

Si chiude con questa settimana il 2018 tennistico, con protagonista quel Sascha Zverev ormai davvero troppo chiacchierato e vedremo se il tedesco riuscirà a prendere lo slancio o se come a Dimitrov nella passata stagione le Finals porteranno sfortuna.

Simone Milioti

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Simone Milioti
Tags: ATP 2018

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