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09 Dic 2018 10:29 - Extra
Il gioco dell’oca dei NextGen
Tirando le somme della stagione, partendo proprio dall'annata appena conclusa, quali step mancano alle giovani promesse del tennis mondiale per raggiungere lo status di top player e soprattutto su chi puntare.
di Simone Milioti
Tenendo conto dei giovani in circolazione, delle meteore, ormai chiamati NextGen, ci aiuta un semplice schemino, una linea guida, degli step da compiere, quasi fosse un gioco dell’oca.
La prima casella, il primo step, è sicuramente farsi conoscere sia tennisticamente sia come personaggi all’interno del circuito; per accedere alla seconda casella bisogna ottenere dei risultati, parliamo di qualche finale di torneo minore e perché no qualche titolo; terzo, giocare alla pari con i big, ma soprattutto cominciare a batterli, altrimenti si resta incompiuti; penultimo step, logicamente dopo aver battuto i grandi magari in grandi eventi, conquistare titoli che contano, un esempio un torneo dello Slam?; in ultimo, ma il giochino dell’oca sarebbe già finito da un pezzo, riconfermarsi. Che non vuol dire vincere una finale Slam all’anno, ma quantomeno spingersi in semi o finale e perché no mantenersi stabilmente nella top10.
Tra i giovani che analizziamo teniamo fuori Zverev, che è un po’ più avanti, quasi a fine percorso, come sono fuori ovviamente gli ormai meno giovani Thiem e Kyrgios, che apparentemente sono rimasti incompiuti.
Nella prima casella troviamo:
Shapovalov, il canadese era sotto osservazione già da un anno. Passi avanti purtroppo per lui, e noi, non ce ne sono stati. Denis sembra fermo a compiacersi narcisisticamente al quanto e bello e bravo in campo, ottimo tennis, poche finali, zero titoli e non riesce neanche a incontrare i big. Deve riuscire a mettere la testa a posto senza snaturare il suo gioco, temiamo che per l’anno prossimo comunque non possa ancora maturare.
Chung, aveva finito da principino del tennis lo scorso anno (vincendo le primissime NextGen) e aveva cominciato alla grandissima il nuovo anno, vittorie contro Zverev e Djokovic a Melbourne prima di arrendersi a Federer (o alla vescica?) in semifinale, dopo di ciò è scomparso, quasi una regressione alla prima fase. Deve farsi conoscere nuovamente dagli addetti ai lavori e poi mettersi in marcia per conquistare primi risultati anche minori, ha tempo.
Alla seconda casella, dove si cominciano a vedere risultati:
De Minaur, il giovane australiano non è così bello da vedere ed è poco estroverso. A parlare per lui sono la costanza di risultati e la cultura del lavoro. Sembra un mini combattente che non molla mai un punto, premiato in questa stagione con la finale alle NextGen, ma ancora più importante la finale in estate nel 500 di Washington. Per il prossimo anno ci aspettiamo prosegua così, ma è importante che arrivi anche un titolo.
Un po’ più avanti in questa casella, quasi tendente alla successiva Tsitsipas, il greco è entrato nella top-20, ha giocato le prime finali, ha vinto il primo titolo. Ben figurando su tutte e tre le superfici (terra, erba, cemento). Dovessimo fare una scala di gradi diremmo che è quasi a metà percorso: si è fatto conoscere, ha già vinto qualcosa. Manca qualcosina che deve arrivare e conoscendo il talento greco arriverà nella prossima stagione, confrontarsi con i più forti e batterli. Quest’anno quando si è trovato di fronte ad esempio Nadal a Barcellona ha fatto la comparsa, sicuramente nel 2019 avrà una diversa consapevolezza.
Nella terza casella quelli che hanno già battuto i big e magari lo hanno fatto in finale dove conta di più:
Coric, il croato forse leggermente incostante, ma se ripensiamo alla settimana di Halle è stato impeccabile. Vittoria di un torneo minore battendo Roger Federer. Siamo tranquillamente nella terza fase. Per l’anno a venire non ci aspettiamo che vinca Slam, però non lo vedremmo male a confrontarsi con Nadal su terra o Djokovic sul duro, dopo aver già disinnescato Federer sull’erba.
Khachanov, un filino meno nuova generazione, appena un anno fuori soglia. Però il russo è un altro che nel finale di stagione ha fatto vedere tanto. Il gioco c’è, i titoli arrivano, le vittorie pesanti pure. Forse addirittura un pelo più avanti di Coric nel nostro gioco dell’oca a caselle/step, d’altronde ha vinto un 1000 contro il numero uno dell’anno. Per la prossima stagione crediamo possa mantenere questo livello e come successo nell’ultimo mille stagionale, se si presenta l’occasione approfittarne subito.
Per il penultimo step, troviamo da almeno due anni Sascha Zverev, nella quarta casella è appena all’inizio e ne uscirà solo vincendo uno Slam altrimenti seguirà la sorte di Kyrgios e Dimitrov resterà anche lui incompiuto, ma noi siamo pronti a scommettere che già il 2019 potrebbe essere il suo anno.