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30 Ago 2018 12:26 - Ultim'ora
US Open: polemica fra Murray e Verdasco per coaching durante la partita
Scatta la polemica sul mancato warning a Fernando Verdasco reo, secondo Murray, di aver parlato col coach durante i dieci minuti di pausa concessi a fine terzo set.
di Francesca Padoin
Piccola polemica fra Andy Murray e Fernando Verdasco durante i dieci minuti di pausa concessi, a fronte del gran caldo di questi giorni, al termine del terzo set. L’ex numero uno del mondo si lamenta col giudice di sedia per il comportamento, ritenuto scorretto, di Verdasco il quale a suo dire approfitta della pausa per parlare col coach. Subito pronta la risposta dello spagnolo che sostiene di aver parlato con Baghdatis ed il suo allenatore, incontrati in pausa, ma di non aver profferito parola col suo. Qui un estratto delle due interviste:
Murray: “Ero andato a farmi la doccia e lui il bagno ghiacciato e quando sono tornato ho visto il suo coach ed uno dei giocatori di doppio spagnoli che chiaccheravano con lui. Poiché per regolamento non si può parlare col proprio coach sono andato dal supervisore e gliel’ho detto. E allora lui è andato via. Avevo controllato le regole prima del torneo ed era chiaro che non si potesse parlare col proprio coach in nessun momento. Questo è uno dei maggiori tornei e se non sei capace di far rispettare le regole ci si trova con un giocatore che ha parlato col proprio coach e l’altro no e non è affatto giusto.”
Verdasco: “Conosco perfettamente le regole e non ho assolutamente parlato col mio coach. L’ho visto in spogliatoio e non gli ho neanche rivolto la parola. Ho parlato con Marcos sì (Baghdatis) perché in quel momento stava facendo anche lui il bagno ghiacciato e gli ho detto di fare attenzione perché forse serviva ad Andy la vasca e quando lui ha detto che si sarebbe fatto la doccia ho detto a Marcos che poteva restare, tutto qua. Non so cosa abbia visto Andy, non voglio dire che mentiva, forse ha visto il mio allenatore e ha pensato ci avessi parlato, ma io non ho detto una parola né al mio coach né a quelli del mio team. Conosco le regole e non sono uno di quelli che non le rispetta. Inoltre c’erano dei controllori con me ai quali chiedevo il tempo per non tornare tardì in campo e se mi avessero visto parlare col coach credo mi avrebbero dato un warning, cosa che non ho avuto. Ho parlato solo con Baghdatis ed il suo coach e ripeto, se avessi fatto qualcosa di irregolare, mi avrebbero detto qualcosa”.
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