Trentasette anni e non sentirli, nemmeno con la pressione addosso di difendere un risultato di prestigio, il migliore nei Major della sua storia tennistica.
Con un denominatore del nostro racconto un sempreverde Paolo Lorenzi, che ha aperto la giornata italiana a Flushing Meadows sul campo numero 13, cuocendo a fuoco lento la testa di serie numero 16 di questo Open degli Stati Uniti, quarta ed ultima prova dello Slam, il britannico Kyle Edmund. Il tutto alla faccia dei trentuno gradi e del 53% di umidità, con una cappa non indifferente sopra la testa del tennista azzurro, che però non si è fermato davanti a nulla, tantomeno al britannico che sopra di un set in avvio del match, si è visto rimontare sino al 4/6 6/4 7/5 6/1 finale maturato in tre ore e dodici minuti.
Una bella sorpresa azzurra, soprattutto per quello che Lorenzi è riuscito a fare controproposto e nel quarto set dove il numero 1 inglese non è praticamente mai esistito.
Cuore Sonego, avanti tutti
Cuore di Toro, cuore granata, di quelli che battono forte e che vivono di passioni vere. Lorenzo Sonego, da questo primo pomeriggio newyorkese non è più soltanto un privilegiato di questo Open degli Stati Uniti, ripresi per la coda grazie ad un ripescaggio dalle qualificazioni lasciate vacant al terzo turno, ma un giocatore capace di giocare quattro ore e sedici minuti, di sudare oltre misura, ma alla fine di avere ragione in cinque set del lussemburghese Gilles Müller, mancino serve and volley che lo scorso anno si permise il lusso di rispedire al mittente a Wimbledon un certo Nadal.
Oggi Sonego è stato bravissimo a rimanere nel match, sciupando due set Point per andare avanti di due set e a rimontare da due set ad uno quando il match, a quel punto, sembrava ormai compromesso. Un battesimo con il fuoco per il piemontese, capace di uscir fuori da un match difficile e ad un certo punto decisamente in salita, con la forza dichi gli Slam sembra giocarli davvero da una vita: 7/6 6/7 5/7 7/6 6/2 il punteggio finale in quattro ore e sedici minuti su un campo numero 15 ribollente di passione. E dire che l’estate di Sonego non era stata delle migliori, ma gli Slam invogliano a far bene, anzi benissimo ed oggi il cuore granata, al di là dell’Oceano, ha pulsato alla grande quasi come quello dell’idolo Belotti.
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