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01 Lug 2018 08:00 - Extra
Wimbledon, analisi del tabellone femminile: occasione d’oro per Serena Williams
È al quarto torneo dal rientro, ma un tabellone così è una manna dal cielo per Serena Williams che può puntare allo Slam numero 24 come una delle favorite, se non la vera favorita di Wimbledon. La concorrenza c'è, ma è quasi tutta nella parte alta del tabellone.
di Diego Barbiani
Chi vince Wimbledon? La risposta non può arrivare ora, ma dal momento del sorteggio la prima opinione generale di chi segue a fondo il mondo del tennis femminile è stata quasi unanime: Serena Williams ha un’occasione d’oro davanti a sé. Rientrata a Indian Wells, ha poi atteso altri 2 mesi per ripresentarsi e a Parigi si è ritirata prima di scendere in campo per il quarto turno, ma al Roland Garros (e di questo ne è convinto per primo il coach Patrick Mouratoglou) il problema che ha causato il dolore ai pettorali non era niente più che un affaticamento generale dovuto alle tante partite senza sosta.
Oltre alle 3 vinte in singolare, Serena aveva preso parte anche al doppio con la sorella Venus e fin dal primo turno le due erano state impegnate in partite al meglio dei 3 set. Dopo 2 mesi di stop e, più in generale, un anno e mezzo quasi senza tennis il fisico della statunitense al sesto giorno consecutivo sui campi ha detto “basta”.
Questa volta l’ex numero 1 del mondo non giocherà il doppio e la testa di serie regalatale dagli organizzatori dei Championships alla fine si è rivelata decisiva. Un esordio contro la numero 107 WTA Arantxa Rus, poi una sfida tra due qualificate (Viktorija Tomova e Tereza Smitkova). Il terzo turno contro Elina Svitolina è sulla carta il test migliore se doveva trovarsi di fronte una delle prime 8 del seeding a quel punto del tabellone visti gli scarsi risultati dell’ucraina e sull’erba e il recente fallimento al Roland Garros che ha confermato ancora qualche difficoltà a tramutare tutto il bel tennis che fa vedere con regolarità nel circuito WTA a qualcosa che possa aiutarla a raccogliere i frutti nei palcoscenici più importanti. Insomma, poteva andare molto peggio. E nell’eventuale seconda settimana la più temibile avversaria al quarto turno sarebbe Madison Keys da cui ci si aspetta sempre tanto, ma ancora non ha trovato la via per far fruttare al meglio il suo gioco. In più, se Serena arriverà alla quarta partita avrà già rodato il suo gioco, scoperto l’eventuale limite, avrà capito come gestirsi al meglio per provare a mettere le mani sullo Slam numero 24 (in singolare), con un quarto di finale da giocare eventualmente da favorita contro un po’ tutte, in primis Caroline Wozniacki, lei che non è mai arrivata tra le migliori 8 di Wimbledon. Ci potrebbe essere la variabile CoCo Vandeweghe, bravissima su erba e dotata di un grande ego che non le fa avere paura di nessuna, ma in questo 2018 non sta trovando risposte positive in campo e senza i 305 punti della finale di Stoccarda il suo ranking nella Race sarebbe addirittura al numero 135.
Attendersi almeno una Williams in semifinale sembra dunque il passo più scontato per quanto, nel caso di Serena, c’è pur sempre una forma fisica che ancora non può dirsi spettacolare come mise invece in mostra dalle parti di Church Road nel 2016. Nel caso di Venus la scommessa sembra ancor più importante ma a conti fatti, anche qui, il tabellone le sorride e non poco. La numero 9 del seeding, che quest anno tolti Indian Wells e Miami ha vinto una sola partita nei restanti 5 eventi, aprirà il torneo contro Johanna Larsson. La svedese, che quest anno ha vinto a Norimberga il secondo titolo WTA in carriera, su erba ha un record pessimo: solo 3 vittorie su 16 apparizioni in un tabellone principale tra tornei WTA e Wimbledon, l’ultima 10 giorni fa a Maiorca a spezzare un digiuno che durava da ‘s-Hertogenbosch 2011. Può essere interessante il secondo turno eventuale contro Kristyna Pliskova, che su erba può far più male, ma se Venus saprà alzare il livello dovrebbe proseguire la strada così come al terzo turno dove l’ipotesi migliore è quella Kiki Bertens, che negli ultimi 4 anni ha vinto solo 3 partite su 11 e non ha, in generale, vittorie contro top-20. Come per la sorella Serena, l’approdo alla seconda settimana sembra molto probabile e forse è al quarto turno che potrebbe esserci il match più intrigante, che sia contro Karolina Pliskova (mai oltre il secondo turno a Wimbledon), Victoria Azarenka (che però non sta vivendo un momento particolarmente felice), Aryna Sabalenka reduce dalla finale di Eastbourne o, eventualmente, Mihaela Buzarnescu. Sloane Stephens, numero 4 del seeding, potrebbe già rischiare al primo turno contro Donna Vekic e a quel punto, con un exploit, l’intero ottavo sotto la trentottenne statunitense sarebbe aperto a un altro nome a sorpresa. In questo scenario, un confronto tra Serena e Venus in semifinale non appare più improbabile, con la prima che diventerebbe favorita d’obbligo alla finale e, salvo un paio o poco più di avversarie, partirà con tutti i favori del pronostico.
La parte alta, e lo dicevamo anche al momento del sorteggio, è un gran macello. Tanti nomi forti, tante mine vaganti, tante giocatrici che potrebbero dire la loro. Da questo punto di vista, per i reali valori su erba, le due metà di tabellone sono completamente sbilanciate. Quella che sembrava poter essere la prima favorita, Petra Kvitova, avrà invece una strada che si farà ardua nel momento in cui dovesse superare la prima settimana. In quel caso, c’è un 25% di chance che di fronte a lei avrà Alona Ostapenko (che vanta una vittoria contro la ceca, a Birmingham 2016) o Maria Sharapova. La lettone qui ha vinto il titolo junior (2014) e lo scorso anno raggiunse i quarti di finale, mentre la russa non gioca su questa superficie addirittura dal 2015 quando raggiunse la semifinale, proprio a Wimbledon. Ai quarti, verosimilmente, una tra Simona Halep e Johanna Konta. Poteva andare molto meglio, anche se proprio contro la britannica ha ottenuto un 6-3 6-4 10 giorni fa a Birmingham. In questo caso, entrano in ballo anche le variabili del non consumare troppe energie nelle prime fasi, nello spendere poco da un punto di vista emotivo, psicologico, per dare poi tutto (in caso) nelle fasi finali, ma il rischio concreto è di avere test già molto provanti a metà torneo, per una semifinale eventuale che avrà un nome da top (Garbine Muguruza, Angelique Kerber, Caroline Garcia), o una giovane (Ashleigh Barty, Daria Kasatkina, Naomi Osaka). Difficilmente si uscirà da questi nomi, e ognuno di questi è tosto, e su erba Muguruza ha già vinto, Kerber ha fatto finale, Garcia i quarti lo scorso anno, Barty si trova a meraviglia, Kasatkina sa adattarsi molto bene e Osaka sta imparando a capire come adattare il proprio gioco. La giapponese avrà una sfida non banale contro Monica Niculescu, l’esatto contrario del suo tennis, mentre Kasatkina e Barty potrebbero trovarsi contro al terzo turno per decidere l’avversaria di Muguruza, a meno che una Bouchard per una volta senza troppe attenzioni non possa fare una bella partita prima contro l’australiana e poi contro la russa.
In una possibile griglia, a sorteggio effettuato, la maggior parte delle nostre fiches andrebbero su Serena. Per storia, per carisma, per grandezza, per potenza e per la voglia che sta dimostrando nel provare a tutti i costi ad aggiungere un nuovo tassello alla sua storia sportiva. Poi Petra Kvitova, che ha bisogno di un grande risultato Slam per evitare di ampliare la differenza tra Major e circuito WTA, unica pecca del suo 2018. In seconda fila Garbine Muguruza, che da campionessa in carica ha da dimostrare qualcosa in una nuova annata di alti e bassi, e Simona Halep, che da numero 1 del mondo ha un ottimo tabellone fino al quarto turno e può puntare ai quarti di finale, con uno step in più approfittando, finalmente, di una mente libera dal peso di dover togliere lo “0” dalla casella degli Slam vinti. Angelique Kerber è in quinta posizione, perché ha giocato molto bene a Eastbourne e su erba diventa forse una giocatrice molto più offensiva che su altri terreni, ma prima ci sarebbe l’eventuale e intrigante sfida contro Osaka (dove partirebbe avanti per caratteristiche di gioco) e poi nell’eventuale ottavo Garcia ma soprattutto Muguruza nel quarto di finale, contro cui non vince da 5 partite e lo scorso anno proprio qui buttò una grande chance nel quarto turno. Accanto a lei Maria Sharapova e Venus Williams e, perché no, Wozniacki per seguire un po’ quello che disse ieri il fratello Patrick alla tv danese dopo il successo a Eastbourne: “C’è voluto un po’ a Caroline per prendere confidenza, ma ora io e Piotr pensiamo che per batterla la sua avversaria debba fare una grandissima partita”. Infine, sarebbe bello comunque ci fosse spazio anche per una sorpresa: una giovane arrembante. I nomi, qui, potete immaginarli da soli. Una ha vinto Indian Wells con 7 successi consecutivi battendo Maria Sharapova, Karolina Pliskova, Agnieszka Radwanska, Simona Halep. L’altra ha perso in finale ma dopo aver battuto Venus Williams, Caroline Wozniacki e Sloane Stephens. La terza ha fatto finale a Miami e ha già uno Slam in tasca. La quarta è una bielorussa. Più chiari di così.