L’avversario è di quelli che si ricorda l’appassionato medio: Tennys Sandgren, originario del Tennessee, che gioca non male a tennis. Quarti quest’anno a Melbourne, emerso però per vicende molto meno piacevoli di quelle che si possono raccontare guardando un campo da gioco: accusato di essere omofobo, razzista e sostenitore della supremazia della razza bianca. Di certo c’è il suo grande egocentrismo e le “simpatie” per idee che tendono a quella destra estrema che non conferma né smentisce.
Oggi però ha solo dovuto fare la comparsa davanti a Novak Djokovic, che nonostante fosse infastidito da un forte vento sul Campo numero 1 non ha comunque concesso praticamente nulla all’avversario, giocando un tennis non appariscente ma di discreta solidità, limitando gli errori sebbene il dritto oggi fosse ballerino e gli appoggi -come sempre sull’erba- non fossero dei migliori.
Dopo la finale al Queen’s e un buon finale di stagione sulla terra – malgrado la sconfitta contro Cecchinato al Roland Garros – Djokovic ha ripreso molte delle sue certezze, che si è andato a cercare tornando tra le sicure braccia e cure di Vajda, facendo momentaneamente sparire dalla circolazione il Guru Pepe Imaz, concentrandosi molto di più sul tennis e forse risentendo un po’ di fame.
Il primo vero avversario potrebbe chiamarsi Kyle Edmund al terzo turno ed è lì che si vedrà qual è la vera condizione psico-fisica di Djokovic, che a trovare ritmo sull’erba ci ha sempre messo un po’, nonostante i grandi successi.
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