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Roland Garros: Zverev salva match point, Verdasco elimina Dimitrov, Djokovic vince in quattro

[2] A. Zverev b. [26] D. Dzumhur 6-2 3-6 4-6 7-6(3) 7-5 (Cristina Pozzoli)

Sascha Zverev vince un’altra durissima battaglia, rimonta Damir Dzumhur da due set e un break di svantaggio, annulla un match point e raggiunge per la prima volta il quarto turno al Roland Garros. Lo Zverev visto con Lajovic aveva lasciato più di un dubbio su quale versione del numero tre del mondo sarebbe scesa in campo contro il bosniaco, avversario sempre difficile da affrontare, specialmente se la partita si sposta sul piano nervoso. E così è stato. Dopo aver dominato per un set e mezzo, Sascha ha attraversato tutte le emozioni che si possono vivere su un campo da tennis passando dalla distrazione, al nervosismo e alla paura ma non essersene lasciato completamente sopraffare e aver trovato la forza di reagire sono segnali importanti. Le perplessità che il tedesco non sia ancora in grado di gestire la pressione giocando sui cinque set non sono ancora del tutto svanite. Dzumhur gli ha dato un grosso aiuto fallendo nel quarto set l’occasione di servire per il match ma poi è stato Zverev soffrendo e lottando come un leone ad andarsi a prendere la vittoria.

Zverev parte come un treno. Concentratissimo, potente e molto altro. Solo due game per sciogliersi e il resto viene facile. Con il servizio perde solo quattro punti sparsi qua e là e da fondo campo comanda a proprio piacimento facendo valere la sua pesantezza di palla. Sascha è in fiducia e si capisce perché gioca più vicino alla riga di fondo, si muove bene e alterna splendide accelerazioni vincenti con entrambi i fondamentali a gustose smorzate deliziando il pubblico con una strepitosa stop volley di dritto giocata sulla riga del servizio grazie alla quale, nel terzo game, si procura le prime palle break che gli spianano la strada. Dzumhur riesce a tenere solo un altro turno di battuta e in ventiquattro minuti Sascha chiude 6-2.

Il secondo set non cambia di una virgola, Zverev è sempre in totale controllo e strappa il servizio a quindici al bosniaco nel terzo game. Cosa succede in questo momento nella testa del tedesco non è dato sapere. Certo, un lieve calo, vista la situazione del punteggio e, specialmente, del totale dominio espresso, ci può stare ma non il crollo che si sviluppa quasi senza che lui se ne renda conto. Un attimo di distrazione e il ritmo di Zverev cala quel tanto che basta a Dzumhur di avere il tempo di preparare i suoi colpi. Ed ecco che comincia a variare le rotazioni e a giocare una smorzata dietro l’altra innervosendo sempre di più Zverev. I suoi movimenti non sono più fluidi, la palla viaggia la metà e Dzumhur può disporre liberamente di lui chiudendo 6-3.

Il barometro segnala variabile e le nuvole grigie sullo Chatrier sono le stesse che oscurano la mente di Zverev. Il suo avversario non è solo quello che c’è dall’altra parte della rete. Il tedesco gioca principalmente contro se stesso, l’avversario più difficile da battere e la sua inquietudine sale. Non riesce più a prendere l’iniziativa nello scambio ed è quasi sempre lui a volereste liberare per primo. Dzumhur gioca con intelligenza utilizzando soluzioni sempre diverse senza dare punti di riferimento a Zverev che solo a sprazzi riesce ad esprimersi come quando recupera subito il break offerto nel terzo game e quando nel settimo annulla tre palle break consecutive con altrettanti vincenti. Ma è troppo poco, il gioco rimane nelle di Dzumhur che nel nono game gli strappa il servizio e fa suo anche il terzo set.

Nel quarto parziale regna l’attenzione dovuta dalla consapevolezza di poter vincere da una parte e dalla paura di perdere dall’altra. Zverev ovviamente è il meno tranquillo tra i due e non ha il coraggio di prendere in mano la situazione. Sta troppo sulla difensiva e con il servizio ottiene pochi punti diretti soffrendo tantissimo nel quinto game salvato al quinto vantaggio. Il disagio psicologico del tedesco è sempre più evidente e nel settimo game si manifesta in due errori clamorosi sotto rete, uno smash lungo e una volèe di dritto in uscita dal servizio a campo aperto che appoggia solo di là offrendosi al passante di Dzumhur che vale palla break e che il bosniaco trasforma con un dritto incrociato vincente. Due set e un break di vantaggio però pesano nella testa di Dzumhur che vede la vittoria, avverte il timore di non raggiungerla e regala il contro break al tedesco che però non riesce a scrollarsi di dosso tutte le sue paure e cede di nuovo il servizio nell’undicesimo game. Chiamato a servire per il set Dzumhur fa un altro disastro e regala il tie break al tedesco che riesce a liberare la mente, lascia andare il braccio e chiude 7-3.

Saltano gli schemi, se mai ce ne sono stati finora, nel set decisivo. Si parte con tre break, due sono per Zverev che tiene il servizio per primo e sale 3-1 ma, nonostante il vantaggio non sembra tranquillo. Nel sesto game si salva ai vantaggi e poi subisce un parziale di dieci punti a zero che portano Dzumhur 4-4 e 30-0. Ormai ogni punto pesa come un macigno e si lotta senza riserve, Dzumhur salva una palla break e tiene il servizio al quarto vantaggio, Zverev annulla un match point con una prima sulla riga nel decimo game, poi mette a segno il break grazie ad un punto spettacolare a rete e, chiamato a servire per il match, mette in campo la personalità e chiude.

[30] F. Verdasco b. [4] G. Dimitrov 7-6(4) 6-2 6-4 (Simone Milioti)

Il termometro era già diventato rosso durante il secondo turno in cui il bulgaro aveva sofferto troppo contro Jared Donaldson. A fine partita, dopo aver chiuso al quinto per 10-8, Grisha si era baciato le gambe postando poi la foto sui suoi canali social ringraziando a parole i suoi quadricipiti. In conferenza stampa era tornato sull’argomento dicendo che lui fisicamente si sentisse a posto.

Difatti oggi è stato evidente il suo problema non è assolutamente fisico, bensì di testa e quindi di gioco. Nel primo set dopo essersi scambiati break e contro-break in apertura di incontro i due avevano tenuto comodamente i servizi. Dimitrov al 12° gioco non sfruttava quattro occasioni per far suo il primo set. Nel tie-break cedeva per 7 punti a 4.

Nel secondo parziale ad avere le prime occasioni era nuovamente il bulgaro che al terzo gioco si faceva annullare due palle break, non consecutive, dallo spagnolo. A quel punto toccava a Dimitrov subire il contraccolpo, cedendo al sesto gioco il servizio a zero e subendo 7 giochi consecutivi dal 2-2 del secondo fino al 3-0 nel terzo. Grisha riusciva comunque a rimetterla in piedi recuperando il break nel terzo e pareggiando i conti sul 4-4. A quel punto Verdasco teneva il suo servizio, mentre Grigor servendo per riequilibrare il set concedeva palla match che lo spagnolo prontamente faceva sua.

Tutto da dimenticare e da rifare dunque per Grigor Dimitrov, adesso il consiglio è di staccare completamente qualche settimana e tornare prima di Wimbledon ritrovando prima di tutto sé stesso e il suo gioco, sennò è inutile star a correre per i campi senza un’idea di gioco e senza essere convinto di quello che fa.

[19] K. Nishikori b. G. Simon 6-3 6-1 6-3 (di eddi)

Segnali confortanti per Kei Nishikori che ha disposto con grande facilità di uno che a Parigi da solo non si batte. “Gilou” è sembrato senza armi contro il giapponese, che pare essere arrivato con una discreta preparazione alle spalle. Il percorso fino al Roland Garros per Nishikori è stato abbastanza accidentato, e le due sconfitte contro Djokovic, a Madrid e Roma, hanno fatto dubitare delle reali condizioni in cui si sarebbe presentato a Parigi. Ma dopo il facile esordio Nishikori ha vinto una partita tutt’altro che banale contro Paire e oggi ha un po’ gettato la maschera: il giapponese è in buona, se non ottima, condizione, e ha ritrovato la misura dei colpi. Rimane da registrare la concentrazione e più in generale la tenuta mentale, perché Nishikori tende a distrarsi soprattutto nei momenti decisivi del match. In una partita senza storia il finale è stato sorprendentemente teso, con Simon che ha avuto anche una palla per recueprare il break e con Nishikori che ha sbagliato uno dietro l’altro ben quattro match point. Almeno uno proprio per una certa distrazione, visto che era arrivato su una palla corta con grande tranquillità per poi incrociarla malamente in corridoio. In accelerazione, quindi nella propria comfort zone, alla fine Nishikori ha chiuso game, set e match. Adesso dovrà vedersela probabilmente con Thiem, e allora sapremo tutto.

[20] N. Djokovic b. [13] R. Bautista-Agut 6-4 6-7(6) 7-6(4) 6-2

Passa il turno Novak Djokovic, ma che fatica. Bautista-Agut era sicuramente un osso duro su questa superficie, ma un Nole totalmente tornato a pieno regime lo avrebbe archiviato in tre set. Non è andata così per il serbo che per tre set ha dovuto lottare, innervosendosi anche, prima di venire agevolmente a capo del match vincendo con margine il quarto set.

Le fasi importanti del match sono state nei parziali centrali, i due set che si sono decisi al tie-break. Il primo perso da Djokovic in seguito ad un dritto finito in corridore corretto dal nastro su cui il serbo perde la pazienza e distrugge la propria racchetta. Nel terzo la reazione del serbo, scappato sul 3-0, viene contenuta dallo spagnolo che riesce a condurre il parziale al tie-break, stavolta vinto dal serbo che si tranquillizza e conclude il match senza ulteriori sbavature.

Terzo turno

[8] D. Goffin vs [32] G. Monfils
M. Cecchinato b. [10] P. Carreno Busta 2-6 7-6(5) 6-3 6-1
[20] N. Djokovic b. [13] R. Bautista-Agut 6-4 6-7(6) 7-6(4) 6-2
[30] F. Verdasco b. [4] G. Dimitrov 7-6(4) 6-2 6-4
[7] D. Thiem b. M. Berrettini 6-3 6-7(5) 6-3 6-2
[19] K. Nishikori b. G. Simon 6-3 6-1 6-3
[15] L. Pouille vs K. Khachanov
[2] A. Zverev b. [26] D. Dzumhur 6-2 3-6 4-6 7-6(3) 7-5

 

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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