Si può fare dunque. Si può giocare, e addirittura vincere, comportandosi come si deve in campo, garbati, senza essere nervosi o insultare qualcuno, spesso a caso. Quello che Cecchinato e Berrettini oggi e Fabbiano ieri hanno messo in mostra non è solo un tennis più che decente ma un comportamento esemplare, che in un solo posto al mondo può essere notato e sottolineato.
L’Italia ha scoperto (o sta scoprendo) che dietro c’è anche la pazienza educata di gente che forse non arriverà nei primi 20 ma che in campo ci sa stare, senza che nessuno si debba preoccupare di qualche inopinata reazione.
L’impresa di Cecchinato – che potrebbe non essere finita, domenica giocherà con Goffin o Monfils che dovrebbero essere un po’ affaticati dal terzo giorno di fila di gara – travalica l’importanza tecnica, per diventare una specie di speranza: quella di poter arrivare agli anni ’20 di questo secolo senza inseguire mattane varie.
Il modo con cui il palermitano è riuscito a superare Carreno-Busta è stato normale. Un primo set perso senza troppe discussioni, un secondo giocato aggrappandosi all’avversario approfittando della imprudente rilassatezza dello spagnolo dopo aver fatto il break, un terzo e un quarto dominati, vinti entrambi col vantaggio di due break e soprattutto con una prestazione al servizio davvero impeccabile. Certo, Carreno-Busta l’ha aiutato non poco, facendo sempre molta fatica in risposta, ma il modo sereno con cui ha condotto il match, normale appunto, è sembrato assurdamente anomalo.
Stessa cosa per Berrettini, che sarà il caso di lasciare un po’ tranquillo perché il ragazzo sembra avere la testa giusta ma anche dei problemi di non facile soluzione, a partire dalla mobilità. Ma fare partita pari per un’ora e mezza abbondante con Dominic Thiem, che è pur sempre uno dei favoriti del torneo, dovrebbe dargli quanto meno la fiducia per insistere su questa strada. Berrettini non deve fare l’errore di credere di essere arrivato, perché Thiem non è mai sembrato in reale difficoltà anche se ha passato un momento difficile all’inizio del terzo set, e deve capire che la differenza è ancora tanta. Ma, di nuovo, l’approccio sembra quello giusto e senza tante sbraitate qualche soddisfazione, soprattutto sui campi veloci, potrebbe togliersela e togliercela.
Parigi insomma ci sta regalando emozioni inaspettate, se si considera che siamo a sabato e abbiamo ancora da vedere Camila Giorgi e Fognini. Entrambi non partono con i favori del pronostico, ma non hanno davanti partite chiuse e almeno uno dei due potrebbe farcela, decidete voi chi. Ma non solo in casa Italia ci si è divertiti, perché la parte bassa del tabellone maschile è stata fin qui spettacolare. Zverev per la seconda volta di fila è riuscito a risalire da uno svantaggio di due set a uno ma più che nella partita contro Lajovic è sembrato oggi in bilico. Dzumhur si è mangiato una serie di occasioni che chissà se gli ricapiteranno, ha servito per il match, ha avuto un match point, ha buttato al vento due possibilità per tornare a match point tirando sotto al rete due semplicissimi colpi ad un metro dal net. Sono partite che solo alla fine del torneo sapremo come interpretare. Se il campanello d’allarme di un problema ancora non risolto negli slam per Zverev o, viceversa, se il fatto di uscirne in un modo o nell’altro indichi una raggiunta maturità che potrebbe portarlo almeno in semifinale. Lo aspetta un ottavo non certo impossibile – ma Lajovic e Dzumhur non erano certo Vilas e Higueras – ma ai quarti ci sarà o Thiem o Nishikori e chissà se riuscirà a scamparla.
A proposito di Nishikori va detto che il giapponese, dopo la bellissima partita contro Paire, ha sgretolato quel che resta di Simon, che come se non bastasse il fatto di trovarsi nella fase calante della carriera, aveva raggiunto la finale di Lione appena sabato scorso. Quindi non è certo il caso di farsi abbagliare dalla facilità con cui Kei è approdato agli ottavi ma contro Thiem è la classica partita in cui tutto può succedere. Certo che chi vince quell’ottavo non è improbabile che ce lo troveremo al cospetto di Nadal il 10 giugno.
Appuntamento che ha mancato, ancora una volta, Grigor Dimitrov. Altro slam, altro torneo sconcertante del bulgaro, che contro Verdasco ha lottato a intermittenza ma ha ancora trovato una giornata no. Solo che a differenza di Donaldson, il buon Nando ha fatto in fretta, evitando di farsi venire i crampi.
Grande torneo insomma. Nella parte bassa. Domani però giocano quelli dall’altra parte.
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