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Thiem VS Zverev: un’altra prova tecnica di futuro

RIproviamoci. Dopo la finale di Cincinnati e quella del Master ci è sembrato di poter finalmente imparare a fare a meno dei Big 4. Non di questo o di quello, a turno, ma di tutti quanti contemporaneamente. A Cincinnati Kyrgios aveva travolto Nadal, a Londra Goffin aveva mostrato tutta l’età di Federer. Tutti e due erano stati poi battuti da Dimitrov che finalmente, per l’ennesima volta, pareva pronto. Se si aggiungevano le due vittorie di Zverev a Roma e Montreal e si considerava che persino l’inutile Bercy se l’erano giocato due pellegrini capitati da quelle parti chissà come c’era la piccola possibilità di considerare un incidente di percorso l’ennesimo Fedal di Shanghai.  .

Invece, cominciato lo Slam australiano, tutto è sembrato tornare come prima. Federer ha stravinto battendo in finale Cilic, non proprio uno di primo pelo; Dimitrov ha trovato il modo di perdere contro Edmund; degli altri giovani pochissime tracce. Il cammino di Chung veniva fermato dalle vesciche, dai nervi, dal momumento. E i mesi successivi non miglioravano le cose. Federer tornava in vetta alla classifica con disarmante facilità, e se lasciava le briciole erano i “vecchi” del Potro e Isner a raccattarle. Tornata la terra rossa è tornato l’altro cannibale, con Nadal che non vinceva: stravinceva, Montecarlo e Barcellona.

Proprio quando non sembrava ci fosse niente da chiedere fino a quando la generazione precedente non fosse stata costretta a usare le stampelle è arrivata la grande sorpresa: il giovane ha battuto il vecchio. Strano eh? La vittoria di Thiem contro Nadal, venti giorni dopo un 6-0 6-2 abbastanza eloquente, ha riacceso animi e speranze e l’apprensione con cui si è osservato l’austriaco contro Anderson è legata alle mille delusioni di questi ultimi anni, più che a un distaccato giudizio tecnico. Invece Thiem ha vinto col cipiglio del giovane pretendente che pensa sia arrivato il suo momento, permettendosi anche alcuni tocchi forse un po’ irridenti ma necessari per stabilire le giuste distanze dall’avversario.

Dall’altra parte Zverev – che ha compiuto da meno di un mese 21 anni anche se ce lo scordiamo sempre – è approdato alla sua quarta finale di un “1000”. Il problema del tedesco è che gli è mancata la consacrazione di uno Slam, fin qui giocati molto male, ma Zverev è ormai da qualche mese nei top5 e se mai dovesse vincere oggi si avvicinerebbe più di quanto non possa sembrare a Nadal. A Madrid ha trovato un tabellone abbastanza su misura ma il modo con cui ha battuto uno dei giovani pretendenti mostra che intanto quello più avanti è lui. Così, anche se l’abbiamo detto così tante volte che è più il timore di essere smentiti che una qualche valutazione tecnica a preoccuparci, Thiem-Zverev potrebbe essere uno dei big match del futuro prossimo anche in uno slam. Intanto si giocheranno il quarto Masters 1000 della stagione, e ci arrivano con Thiem in vantaggio negli scontri diretti per 4-1. Sulla terra rossa si sono incontrati le prime tre volte e Thiem ha sempre vinto senza particolari problemi. Quest’anno si sono già incontrati a Rotterdam e di nuovo ha vinto l’austriaco, in ogni caso è molto probabile che si arriverà al terzo set, visto che tra di loro non è mai finita rapidamente. Un favorito? Secondo i bookmakers Thiem, di pochissimo. Non possiamo che adeguarci.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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