Fognini b. Ymer 6-4 6-1 6-2
Fognini ha fatto il suo e questo è un qualcosa che sorride al suo tennis e a quello italiano maschile, che dalle parti del Bois de Boulogne sembra aver trovato una Primavera inoltrata parigina alquanto positiva. Il secondo turno al Roland Garros, seconda prova dello Slam, è stata poco più che una passeggiata di salute per il tennista di Arma di Taggia, convinto dei propri mezzi, concentrato quanto basta, per fare in modo che il modesto svedese, Elias Ymer, numero 122 dell’ultima classifica mondiale, restasse al suo posto.
In effetti, l’unico piccolo passaggio a vuoto, la restituzione di un break al nono gioco del primo set, poi peraltro riacquisito di nuovo nel decimo e decisivo per portare a casa la prima partita. Il resto, pura formalità di buon mattino, sul campo 18, assolato quanto basta per riscaldare il gioco aggressivo del buon “Fogna”, capace di dare un seguito materiale al fulmine nero dopinto sulla rossa sponsorizzata maglietta. Ymer, che forse di svedese ha veramente poco, ad iniziare dai suoi illustri predessori scandinavi, ha fatto la parte del semplice sparring partner, trovando, soltanto sporadicamente, la forza per provare a dare una parvenza di match alla propria deludente partita. Troppo forte ma, soprattutto, troppo solido questo nostro Fognini, come un rullo compressore al terzo turno dell’Open di Francia come Cecchinato e Berretti: 6/4 6/1 6/2 in un’ora e cinquantasette minuti.
Coric b. Fabbiano 4-6 6-2 6-1 6-1
Tremenda la terra rossa del Roland Garros. Ti regala e, al tempo stesso, ti leva in un nano secondo. Facendoti sprofondare nelle sabbie mobili, senza possibilità di potersi rialzare. Il sogno di Thomas Fabbiano di eguagliare il terzo turno dello scorso anno all’Open degli Stati Uniti, è durato un set. Sul campo numero 3, contro il croato Borna Coric, numero 40 del mondo, il tennista azzurro ha tenuto molto bene il campo nel primo set, portato a casa con il punteggio di 6/4, finendo poi per spegnersi come una piccola candela. E’ dura la vita in uno Slam, perchè non c’è assolutamente nulla di scontato, nemmeno se il “pronti, via” finisce per lanciare dei buoni segnali. E’ successo anche a Fabbiano, che in cuor suo, a maggior ragione dopo il primo set, ha sperato di fare un’altra partita ed invece si è visto schiacciare dal tir croato, capace di lasciargli la miseria di quattro giochi nei tre set successivi. E’ finita male, dunque, l’avventura del tennista azzurro, che dopo un avvio convincente ha sognato a lungo, al pari di Fognini, Cecchinato e Berrettini, un posto nel terzo turno al Bois de Boulogne: 4/6 6/2 6/1 6/1 in due ore e quattordici minuti con Borna Coric a risolvere una “pratica” che dopo un avvio, almeno per lui in salita, si è dimostrata sin troppo pianeggiante.
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