dal nostro inviato a Barcellona
Il dritto di Carreno Busta è carico di rabbia e speranza sul secondo match point, Stefanos guarda la pallina superare la linea di fondo, andrà fuori e la sua prospettiva si capovolge non più il rosso del campo e il blu degli sponsor a Barcellona, ma l’azzurro del cielo e il bianco di qualche nuvola passeggera compaiono nel suo campo visivo mentre è sdraiato sulla terra della Pista Rafa Nadal.
Magari chiude un attimo gli occhi e pensa, magari sogna, è in finale la prima della sua carriera e giocherà contro il re indiscusso della terra, giocherà contro Nadal a casa sua letteralmente perché il Centrale di Barcellona ha il suo nome. Starà ripensando là steso alle parole di fiducia che ha espresso nei giorni scorsi durante le sue conferenze con la stampa. Fiducia tanta fiducia nei propri mezzi e anche tanta voglia di competere con i più forti, anzi con il più forte. “Sei l’unico nel mondo che vorrebbe giocare contro Rafa sulla terra in questo momento” è la domanda che arriva dopo la vittoria contro Pablo in sala stampa, proprio mentre Nadal ha vinto il primo set contro Goffin ed è scappato via nel secondo.
La sua risposta è, come nei giorni scorsi, sorridente, raggiante, spensierata: “Chi non vorrebbe una lezione gratis da Rafa su terra battuta?”. D’altronde non l’ha mai affrontato, non sa cosa l’aspetta può immaginarlo ma provarlo sulla propria pelle è diverso, non sa che probabilmente neanche lui andrà troppo oltre una manciata di giochi, nonostante i suoi intenti, visto che è molto in fiducia, di fare del suo meglio ed essere molto aggressivo. Qualcuno gli avrà detto che lo spagnolo non è imbattibile, che Nadal anche su terra si può battere e in effetti nessuno l’ha mai affermato a parole, solo a gesti, facce, impressioni degli sconfitti che escono dal campo totalmente sfiduciati e lui invece ci crede che tutto è possibile. Stefanos sogna, sa ancora esaltarsi sulle ali dell’entusiasmo della prima finale e del primo confronto contro un numero uno del mondo, contro Rafa (visto che sarà la prima volta che si affrontano) e parecchie volte incalzato ha sempre risposto che voleva quasi questa partita: “Sarebbe sicuramente fantastico giocarci contro.” Questo ‘amazing’ ripetuto più e più volte.
Così diverso dai bocciati di questa settimana, Thiem e Dimitrov, che neanche arrivano al confronto col temibilissimo spagnolo. Forse ne hanno prese tante che al solo pensiero escono prima? Forse sanno che è impossibile batterlo o forse non hanno abbastanza fantasia. Ce l’ha invece Stefanos che continua, più si avvicina il momento, a non temere lo spagnolo a far sembrare tutto bello e divertente. Vedere la faccia di Goffin, subito dopo la stesa in semifinale dice tutto, dà la misura di quanto sia dura e di quanto segnato ne esca un giocatore dopo un match contro lo spagnolo. Sentire le parole del belga sono quelle di chi ci ha provato ed è letteralmente rimbalzato indietro con perdite.
Chissà magari ha ragione Tsitsipas, nel tennis di oggi serve forse incoscienza, spavalderia, non avere paura neanche di fare una brutta figura. Lo ha ripetuto spesso, non ho nulla da perdere, ma quando ottenuto qualche risultato importante l’avrà? Riuscisse a mantenere sempre lo stesso sorriso, la stessa voglia di misurarsi alzando l’asticella e superare anche le batoste che potrebbero fargli venire più di un dubbio sicuramente avrà successo.
Per il momento il pronostico non è troppo dalla sua in vista di domani. Alle ore 16 scenderà in campo per detronizzare Rafa, i suoi colpi contro altri giocatori definitivi potrebbero non bastare contro Nadal, maestro della palla in più, e Stefanos potrebbe cadere, stavolta non una caduta liberatoria con sguardo al cielo, bensì un tonfo che lo riporta con i piedi sulla terra. Nel frattempo lui ancora non si è rialzato, magari è ancora lì per terra incredulo per la finale conquistata. Forse si è addormentato e sta sognando di giocare alla pari e battere Nadal. Quindi per favore, voi che sapete già tutto e sapete già come andrà a finire, non diteglielo che in finale è impossibile, non svegliatelo dal suo sogno. Abbiamo bisogno di poveri illusi in questo tennis, c’è bisogno di visionari capaci di compiere l’impossibile, nonostante tutti gli vorrebbero far credere, a parole o nei fatti, il contrario.
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