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06 Feb 2018 13:16 - Extra
Fed Cup, la guida dettagliata: le Williams in campo, all’Italia serve l’impresa
Forfait di Simona Halep nella Romania. L'Ucraina ha 2 singolariste che insieme non fanno 30 anni. Lettonia e USA uniche con due top-15. La Repubblica Ceca vuole la decima semifinale consecutiva.
di Diego Barbiani
WORLD GROUP 1
USA vs Olanda (US Cellular Arena, Asheville, North Carolina, hard indoor)
Ricomincia l’avventura in Fed Cup, riparte la caccia al trofeo per nazioni che lo scorso anno fu vinto dagli Stati Uniti trascinati per tutta la competizione da una grande CoCo Vandeweghe. La tennista californiana, autrice di un 2017 sopra le righe anche nel circuito WTA, chiudeva la stagione in uno stato di forma eccellente e con 3 vittorie su 3 partite disputate regalava alla propria squadra il primo titolo dal 2000.
Kathy Rinaldi non poteva non ripartire da lei, ma ad Ashville, in North Carolina, CoCo non sarà la star principale: assieme a lei, anche entrambe le sorelle Williams. Serena ha fatto capire già da mesi di voler rientrare dopo aver avuto la piccola Alexis Olympia e ha bisogno di partite per ritrovare un po’ di sensazioni positive, quale momento migliore della Fed Cup? Due partite in due giorni consecutivi, un’avversaria (l’Olanda) che non ha chiamato l’unica top-100 di cui disponeva (Kiki Bertens). Venus invece da qualche tempo ha fatto capire di voler provare ad arrivare a Tokyo 2020, dunque ci sono degli obblighi da adempiere per quello che riguarda la nazionale: una presenza nel primo biennio (in questo caso 2017-2018) e due in quello successivo (2019-2020). Non basterà solo questo, perché servirà che a giugno 2020 Venus si trovi nelle prime 4 del proprio paese e, in caso negativo, che non ci sia una coppia tutta USA nella top-10 di doppio. Stessa condizione ci sarà per Serena, se vorrà andare ancora avanti per 3 anni. Con una sola vittoria, tra l’altro, eguaglierebbe la cubana Yamile Cordova, che negli anni ’70 ha messo insieme 14 vittorie su 14 partite in singolare. Serena, che gioca in Fed Cup dal 1998 (pur non avendo partecipato tutti gli anni, anzi…) è a quota 13 vittorie su 13 ed è al momento quarta in questa classifica guidata, a pari merito, da Margaret Court e Martina Navratilova, entrambe con 20 vittorie su 20.
Si giocherà sul veloce indoor della US Cellular Arena e i pronostici sono tutti per la nazionale di casa, condizione a cui le olandesi sono abituate fin dal loro primo anno nel world-group, il 2016: sempre in trasferta, sempre sfavorite. Memorabile quello che fecero in Russia, nel match d’esordio del 2016: 3-1 alle padroni di casa che contavano 4 top-30 mentre Bertens, la loro numero 1, era fuori dalle prime 100. Senza di lei, che aveva già comunicato a capitan Paul Haarius la sua assenza (la prima dal 2013) da qualche mese, dovranno fare affidamento su Richel Hogenkamp e Arantxa Rus. La prima, nella scorsa stagione, ha fatto per la prima volta l’ingresso in top-100, la seconda sta invece avvicinando sempre più quella soglia anche se è reduce da un paio di sconfitte a sorpresa nelle ultime settimane (compresa quella contro Camilla Rosatello a Glasgow). Niente però che possa pensare a totalizzare 3 punti: anche vedendo Serena e Venus in campo solo per il primo giorno, la “riserva” Vandeweghe garantisce enorme affidabilità.
Francia vs Belgio (Vendéspace, La-Roche-Sur-Yon, Francia, hard indoor)
Francia-Belgio, sfida dove le padrone di casa hanno tutto da perdere. Il pronostico è abbastanza in equilibrio, ma la squadra belga ha tutto per creare l’upset: mix tra giovani (Elise Mertens e Alison Van Uytvanck) ed esperta (Kristen Flipkens), gli exploit di Mertens e la garanzia di risultati di Flipkens, la consapevolezza che la Francia in questo momento è una polveriera. Della squadra che nel 2016 andò a una manciata di game dal vincere il titolo è rimasto ben poco.
Caroline Garcia ha probabilmente detto addio al gruppo: è il terzo appuntamento consecutivo che salta, non si è affatto placato il terremoto dello scorso anno e la spaccatura è rimasta ben aperta tra lei e tutto lo staff. Non è solo una questione di problemi interni avuti con Kristina Mladenovic, ma se nessuno della squadra ha provato a ricucire la situazione è probabile che si sia elevato un muro ben più ampio. Alizé Cornet ha la grana dell’udienza a marzo per dimostrare che le 3 assenze a controlli antidoping a sorpresa erano causate da motivi validi per evitare una sospensione. Oceane Dodin è in contrasto netto con la squadra e la federazione anche a causa di un padre che si è sempre imposto in maniera troppo autorevole nella sua vita.
Yannik Noah, alla fine, ha deciso per una squadra ridotta a sole 3 unità. Mladenovic è l’unica che può veramente guidare la barca fuori dalla tempesta all’orizzonte: l’unico successo di spicco di Pauline Parmentier in questa competizione risale al 2011, quando batté Julia Goerges; Amandine Hesse, nonostante gli elogi ricevuti lo scorso anno da tutta la squadra per essersi aggregata come riserva saltando una settimana di tornei, non ha il livello per competere. Servono 3 punti, dove trovarli? È ipotizzabile che Kiki possa vincere uno dei due singolari, mentre avrà bisogno di una gran giornata per battere Mertens alla domenica. Le prestazioni di San Pietroburgo inducono all’ottimismo, ma non possiamo cancellare con una passata di spugna cosa le è capitato per 6 mesi.
Il Belgio lo scorso anno ha battuto in trasferta Romania e Russia con Mertens che ha fatto 4/4 compreso il doppio decisivo in Russia (battendo Vesnina, Pavlyuchenkova e Kasatkina) in una condizione di squadra peggiore rispetto a quella attuale, con la sola Mertens in top-100. Va a caccia della prima semifinale dal 2011. Capitan Dominique Monami dovrà decidere chi tra Flipkens e Van Uytvanck avrà il ruolo di seconda singolarista anche se la prima sembra leggermente favorita. Un bel sacrificio quello di rinunciare a priori a Yanina Wickmayer, anche se ultimamente i suoi risultati sono stati molto negativi come l’eliminazione al secondo turno di qualificazioni dell’Australian Open contro Priscilla Hon.
Repubblica Ceca vs Svizzera (O2 Arena, Praga, Repubblica Ceca, hard indoor)
La Repubblica Ceca vuole la decima semifinale consecutiva, capitan Petr Pala lo ha fatto capire chiamando a raccolta lo squadrone: Karolina Pliskova, Petra Kvitova, Barbora Strycova, Lucie Safarova. Nessuna nazionale ha una media ranking migliore della loro (20,5) e soltanto la Lettonia, però nel gruppo 1, può dire di avere una media ranking di singolariste migliore (10,5 contro 13). Era inoltre dalla finale del 2015 che non si riaveva questo quartetto che pure tantissime gioie ha regalato alla potenza tennistica più importante dell’ultimo decennio.
La sfida contro la Svizzera rievoca ricordi dolci. Fu il weekend in cui gli appassionati si innamorarono del rovescio a una mano di Viktorija Golubic, che da semplice comparsa si prese la scena battendo prima Pliskova e poi Strycova a suon di tennis-spettacolo, trampolino di lancio perfetto per quella che rimane al momento la sua miglior stagione a livello di singolare con il titolo a Gstaad e la finale a Linz, più un best ranking nei pressi della top-50. Fu però il weekend in cui Pala e le sue ragazze fecero una delle tante imprese di questi anni, con una nazionale rimaneggiata, priva di Kvitova e Safarova e senza la vera spinta di giovani come Katerina Siniakova o Marketa Vondrousova, che lo scorso aprile stavano per ribaltare il pronostico negli Stati Uniti, arrendendosi solo al doppio decisivo.
Tra le ospiti sarà la prima uscita senza Martina Hingis e al suo posto è stata chiamata la debuttante Jil Teichmann, classe 1998, qualche anno fa tra le migliori a livello junior e che ancora pecca in continuità. Importante, sotto tanti aspetti, il rientro di Timea Bacsinszky: la svizzera è stata operata alla mano a causa di un grave problema all’osso e subito ha lasciato il segno a San Pietroburgo vincendo il doppio con Vera Zvonareva. La superficie, che immaginiamo sia rapidissima, la costringerà a remare e tener duro il più possibile, ma il carisma e la dedizione della ex numero 8 del mondo, unita alla fame di una Belinda Bencic rientrata in grande stile possono dar vita a confronti interessanti contro la potenza e la qualità delle avversarie.
Bielorussia vs Germania (Chizhkova Arena, Minsk, Bielorussia, hard indoor)
Nonostante la sconfitta dello scorso novembre, la Bielorussia è forse la nazionale uscita meglio dall’ultima edizione della Fed Cup. Aliaksandra Sasnovich (per chi non avesse letto l’intervista che le abbiamo fatto a Brisbane rimedi ora perché ha raccontato molto nel dettaglio che cosa volle dire quel weekend per tutte loro) e Aryna Sabalenka hanno dimostrato quel giorno che la loro corsa, priva di Victoria Azarenka, non fu casuale e la loro crescita in questo inizio di 2018 continua il percorso intrapreso: la prima è entrata in top-50, la seconda è poco al di fuori. La prima ha giocato la finale a Brisbane e ha fatto il terzo turno all’Australian Open, la seconda ha vinto il titolo WTA 125k a Taipei a fine 2017.
Questa sarà probabilmente l’ultima sfida senza Azarenka. Per la causa legale bisogna sempre fare riferimento al giudizio dato dal tribunale californiano che in via cautelare aveva impedito al figlio di lasciare lo stato americano: dal momento in cui ha giudicato la situazione priva di potere in suolo USA bisogna far riferimento al tribunale bielorusso che si era espresso in favore della ex numero 1 del mondo, che dal momento della sentenza ha ricominciato una fitta attività tra campo e palestra, annunciando il rientro a Doha e a Indian Wells (con tanto di video messaggio). Sono comparsi anche i primi video della Nike con i suoi completi, dunque sembra effettivamente che siamo un passo più vicini di prima.
Sasnovich e Sabalenka dovranno portare in porto la prima sfida in cui partono come favorite da quando sono rientrare nel World Group 1: battere una Germania falcidiata dalle assenze, in casa. A Minsk è tutto pronto per rivedere le proprie beniamine che un paio di mesi fa avevano fatto sognare. Contro di loro Tatjana Maria e una tra Antonia Lottner e Anna Lena Friedsam. Assenti Angelique Kerber, Julia Goerges, Carina Witthoeft, Mona Barthel, Andrea Petkovic. Hanno in Anna Lena Groenefeld una doppista di buon affidamento, ma bisognerà pensare a trovare 2 punti nei singolari dove in questo momento sembra difficile individuare una vera favorita tra le fila tedesche.
WORLD GROUP 2
Slovacchia vs Russia (AEGON Arena, Bratislava, Slovacchia, hard indoor)
La Russia sembra tornata al periodo tra 2013 e 2014, quando non riusciva a rimediare le proprie big per la competizione a squadre. Questa volta, però, la verità è che Anastasia Myskina ha iniziato da un anno un periodo di totale rinnovamento della squadra. La differenza rispetto al 2017 è che manca la figura della veterana: prima Elena Vesnina, poi Ekaterina Makarova, chiamate a fare da “chioccia” alle giovani. Tolto lo spareggio contro il Belgio dove erano stato chiamato il miglior team possibile, la Russia vuole inserire le giovani anche a costo di sacrificare qualche anno nelle serie minori. Terza chiamata per Natalia Vikhlyantseva, classe 1997, la più “vecchia” del gruppo, e Anna Kalinskaya, classe 1998. Oltre a loro, Veronica Kudermetova e, soprattutto, il gioiellino Anastasia Potapova, classe 2001.
Proprio quest ultima è reduce da San Pietroburgo dove ha ottenuto il primo successo in un main draw WTA prima di cedere nettamente, sia sotto l’aspetto dell’esperienza che quello del livello, a Caroline Wozniacki. Eppure in quei due match ha fatto intravedere diverse belle cose, come tutti le hanno sempre riconosciuto fin dalla brevissima attività junior, conclusasi prima ancora di compiere 16 anni. Potrebbe essere la seconda singolarista, visto anche il problema fisico che aveva avuto di recente Kalinskaya a Melbourne, contro Camila Giorgi, e che non l’ha vista più in campo da allora.
Per la Slovacchia l’assenza di Dominika Cibulkova non è tanto una sorpresa, quanto fa sorgere alcune domande su quello che sarà il futuro dell’ex numero 4 del mondo: una come lei ha bisogno di giocare tanto, eppure quest anno ha già avvisato che ridurrà tantissimo la programmazione. Che stia arrivando alla fine delle energie? Nel frattempo la nazionale di casa sarà guidata da Magdalena Rybarikova e Jana Cepelova, che pur rimanendo fuori dalla top-100 ha sempre garantito buone prestazioni contro avversarie di seconda/terza fascia. Victoria Kuzmova, terza nel gruppo, è reduce a sua volta da un interessante inizio di stagione e potrebbe essere una valida sostituta di Cepelova.
Australia vs Ucraina (Canberra Tennis Centre, Canberra, Australia, grass)
L’Ucraina vuole fare di necessità virtù: la trasferta in Australia era scomodissima per Elina Svitolina, che avrebbe poi dovuto rapidamente tornare in Asia per il duo Doha-Dubai, ma le ulteriori assenze di Lesia Tsurenko, Kateryna Kozlova, Kateryna Bondarenko e Dayana Yastremska hanno spinto il capitano a convocare una squadra che si affiderà a due singolariste che assieme non fanno 30 anni: Marta Kostyuk, di cui si è letto e scritto qualsiasi cosa dopo l’exploit di Melbourne e quello successivo a Burnie, e Dasha Lopatetskaya (il cui vero nome è Dariya, ma nelle competizioni ufficiali troverete il soprannome Dasha), la grande novità e all’esordio tra i professionisti. La prima classe 2002, la seconda 2003. La prima è appena entrata in top-200, la seconda deve ancora avere ranking ma è reduce da un’annata dove ha fatto finale al Le Petit As, tra i più importanti tornei giovanili a livello mondiale, e si allena alla Patrick Mouratoglou Academy. È un momento importante per il tennis ucraino e questa abbondanza a livello giovanile spinge a pensare che anche in caso di sconfitta (molto probabile) ci siano basi solide per ripartire. Si riforma inoltre la coppia Marta-Dasha, che tante soddisfazioni ha dato alle selezioni giovanili ucraine con le vittorie nei campionati a squadre u-14 tra Fed Cup, Winter Cup e Summer Cup: ora la prima è campionessa del Master juniores, la seconda è campionessa europea a livello u-14.
Completano la squadra le sorelle Kichenok, Nadiia e Lyudmyla. Contro di loro, Alicia Molik ha chiamato la miglior formazione: Ashleigh Barty, Daria Gavrilova, Destanee Aiava, Casey Dellacqua. Si giocherà sull’erba del Canberra Tennis Centre e sarebbe un bel risultato se si riuscisse a concludere la prima giornata sull’1-1. Sarebbe una storia da raccontare.
Romania vs Canada (Sala Polivalentia, Cluj-Napoca, Romania, hard indoor)
Proprio ieri è arrivato il forfait di Simona Halep: i medici che la stanno tenendo sotto osservazione dal rientro dall’Australia le hanno dato parere negativo sulla partecipazione alla sfida di Cluj-Napoca tra la sua Romania e il Canada. La caviglia sinistra ha bisogno di riposo, così pure tutta la gamba destra dove poi la numero 2 del mondo ha appoggiato il peso del corpo per 6 partite di fila, all’Australian Open. Al suo posto è stata chiamata l’esordiente Ana Bogdan, che si unirà a Irina Camelia Begu e Strana Cirstea, oltre alla doppista Raluca Olaru.
L’esito non sembra in discussione, visto l’enorme vantaggio sulle rivali che hanno chiamato Carol Zhao, Bianca Andreescu, Katherin Sebov e la doppista Gabriela Dabrowski. Halep sarà al palazzetto a fare il tifo, ma non scenderà in campo. Salta così la sfida con Andreescu, romena di origine ma con la famiglia emigrata in Canada, che non ha perso l’amore per lo stato europeo e definisce la stessa Halep un vero idolo nella sua crescita. Poche speranze per la formazione ospite, che probabilmente dovrà fare affidamento agli spareggi di aprile per mantenersi tra le migliori 16 al mondo.
Italia vs Spagna (Pala Tricalle “Sandro Leombroni”, Chieti, Italia, Clay indoor)
L’Italia ha bisogno di un’impresa. Non vogliamo esagerare la situazione, né creare quale titolo a effetto. Al momento la Spagna, pur senza Garbine Muguruza, ci è superiore. Carla Suarez Navarro vista a Melbourne è una giocatrice che può arrivare tranquillamente a un 80%, 90% del rendimento e mantenerlo inalterato dal primo all’ultimo punto, senza cali, con una forza mentale che non le si vedeva da tempo. Di solito era lei a subire rimonte brucianti, invece in Australia per 2 volte ha ripreso partite in cui era pesantemente in svantaggio, rimontando grazie al suo gioco e a quel rovescio a una mano che è sempre un piacere veder viaggiare.
Lara Arruabarrena è una dignitosissima seconda singolarista, che vale la top-100. In più, queste giocatrici sulla terra si trovano benissimo. A Chieti, dunque, Sara Errani potrebbe non bastare. Non solo, ci sarà bisogno della miglior Errani, cosa che ancora non si è vista con grande continuità. La semifinale a Tianjin, la vittoria a Lizhou, le tre ore contro Barbora Strycova e poco altro nel rientro dell’azzurra dalla vicenda doping che ancora aspetta l’ultimo atto: manca la decisione sul ricorso, ma Tathiana Garbin l’ha comunque convocata. Oltre a lei, Jasmine Paolini come seconda che potrebbe però lasciar spazio a Deborah Chiesa, visti i momenti di forma totalmente diversi. Per Elisabetta Cocciaretto invece si tratta di un premio dopo la semifinale all’Australian Open junior.
Siamo sfavoriti in 3 singolari su 4, con una coppia di doppio da inventare sul momento. Dall’altra parte invece è probabile che a Suarez Navarro venga chiesto lo straordinario, in caso di 2-2, per far coppia con l’esperta Maria José Martinez Sanchez. Proprio lei. Proprio quella che trionfò al Foro Italico nel 2010.
Gruppo 1
Euro-Africa (Tallink Tennis Centre, Tallin, Estonia, hard indoor)
Asia-Oceania (RK Khanna Tennis Stadium, Nuova Dheli, India, hard)
America (Club National de Tenis, Asuncion, Paraguay, clay)
Il gruppo 1 della Fed Cup è un terreno abbastanza complicato: sparisce il tabellone tennistico, entrano in ballo i gironi. 3 macro-zone: euro-africana, asiatico-oceanica, americana. Al loro interno un totale di 8 gironi: 4 per quella euro-africana, 2 per gli altri raggruppamenti. Nella zona euro-africana, che si svolgerà per il secondo anno di fila a Tallin, ci sono 3 grandi favorite: la Gran Bretagna di Johanna Konta e Heather Watson, che ogni anno cerca disperatamente di uscire dai bassifondi della competizione; l’Estonia di Anett Kontaveit e Kaia Kanepi, lo scorso anno assente; la Lettonia di Jelena Ostapenko e Anastasija Sevastova, che torna in nazionale dopo 8 anni. L’urna ha già combinato un bello scherzetto: Gran Bretagna ed Estonia nello stesso raggruppamento, il B, con solo 3 squadre (oltre a loro il Portogallo). Chi vince lo scontro diretto è in finale contro la vincente del girone C dove l’Ungheria sembra favorita sulle altre se non altro perché dispone di Timea Babos, giocatrice molto in forma nelle ultime settimane e unica top-100 del raggruppamento. Ostapenko invece guiderà una formazione che dispone addirittura di 2 top-15 (solo gli Stati Uniti possono vantare questo privilegio) e dovrebbe aver vita abbastanza facile contro Turchia e Austria mentre potrebbero arrivare al doppio contro la Polonia (le sfide si basano su 2 singolari e 1 doppio), dove c’è Magda Linette ormai a un passo dalla top-50, ma sono comunque favorite per giocarsi un posto per i play-off del World Group 2 (e sarebbe la prima volta dopo 24 anni) contro la vincente del girone A, anche questo a 3 squadre, dove la Serbia nonostante non abbia giocatrici dentro le prime 250 ha due tenniste di valore come Ivana Jorovic, reduce dalla prima qualificazione Slam dopo anni di attesa, e Olga Danilovic, classe 2001, mancina e figlia di Sasha che a Bologna ricordano tanto bene, potenzialmente molto forte.
Nel raggruppamento asiatico ci sarà una sola promozione: chi vincerà la sfida tra le prime dei due gironi. Cina e Kazakistan si giocheranno il primo posto nel gruppo A, il Giappone dovrebbe avere vita facile nel B anche se Naomi Osaka quest anno non è presente. Il Kazakistan, inoltre, è l’unica nazionale ad avere due top-100 (Zarina Diyas e Yulia Putintseva).
Nel raggruppamento americano, infine, anche qui solo una squadra andrà agli spareggi per il World Group 2: Brasile e Paraguay, inserite in due gironi diversi, si giocheranno verosimilmente quel posto nello spareggio di sabato.