di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
26 Feb 2018 16:17 - Commenti
Cosa resterà della Coppa Davis?
L' ITF annuncia cambiamenti epocali riguardo alla Coppa Davis che potrebbero divenire ufficiali da Agosto se la maggioranza voterà per un unico evento a 18 nazioni a fine Novembre. In cosa consiste esattamente la rivoluzione?
di Rossana Capobianco
Non sono più gli anni ’80 e nemmeno la loro fine, quando Raf imperversava nelle radio cantando di una nostalgia che era chiaro si stesse avvicinando e sarebbe pesata.
È però, con molta probabilità, la fine di un’era: un’era durata più di un secolo, da quando nel 1899 quattro membri dell’Università di Harvard sfidarono i britannici in una competizione tennistica; Il primo incontro tra Stati Uniti e Regno Unito si svolse nel Massachussets un anno dopo. Il torneo, inizialmente conosciuto come International Lawn Tennis Challenge, venne successivamente ribattezzato Coppa Davis dopo la morte di Dwight Davis, dopo la seconda guerra mondiale.
Oggi l’ITF annuncia un’importante partnership con il gruppo Kosmos (una società internazionale che si occupa di costruire e sviluppare un portfolio e beni sportivi, il cui presidente è Gerard Pique) che porterà ad una rivoluzione in merito a un torneo -a squadre- pieno di tradizione.
L’idea è infatti quella di un evento di fine stagione, che avrà luogo in Novembre, al quale parteciperanno 18 squadre (nazioni) e si giocherà in una settimana e prevederà anche sostanziosi premi economici. L’idea del cambiamento era in giro da qualche anno e in tanti all’interno del tour ATP chiedevano una cosa del genere, fatta eccezione per qualche nostalgico ancorato alle tradizioni e consapevole del fatto che è una componente non trascurabile in uno sport individuale come il tennis.
Haggerty, presidente dell’ITF, si espone: “Sarà un cambiamento epocale per la competizione e siamo ancora aperti a cambiamenti, evoluzioni per perfezionare più possibile, però quello che ci interessa è avere un festival, un evento a cui tutti parteciperanno e che sarà visto anche come una festa nella quale chiunque può rappresentare il proprio Paese”.
Si può muovere qualche critica a queste affermazioni indicando che magari, a Novembre, un tennista non è esattamente al culmine della sua forma fisica e tennistica e che il formato suggerito, ovvero quello con round-robin e 3 match per confronto (due singolari e un doppio), non garantisce -in una settimana poi- una sicura spettacolarità.
Ormai però il dado pare tratto e la partnership economica è importante: se ne parlerà ad Agosto in un importante meeting in Florida e se due terzi del consiglio sarà d’accordo, si farà.
In barba a tradizioni e pareri contrastanti.