I conti nella tasca di Federer

La decisione di Roger Federer di chiedere la Wild Card a Rotterdam sembra legata all'idea di tornare numero 1 del mondo. Ma quanto potrebbe durare?

E quindi il dado è tratto. Federer pare abbia rotto gli indugi e lanciato la sua sfida (l’ultima. Come sempre) a Rafa Nadal: il numero 1 deve ritornare a casa e la casa non può essere che quella del Re. Del resto una dichiarazione sibillina di Federer alla fine dello scorso anno lasciava intravedere un pensiero non proprio diplomatico sulla vicenda: “Rafa ha meritato il numero 1, visto che ha giocato di più”. Il sotto testo era: “avessi fatto un paio di partite in più se lo sognava”. Del resto, paghiamo pure il nostro scotto al luogo comune, anche se i due sono amici questo non implica certo che non siano rivali, come la storia degli ultimi 15 anni di tennis è lì a dimostrare. E dunque ecco l’attacco ad uno dei due regni di Rafa (chissà se avrà voglia di tentare l’altro, quello davvero complicato): il primato nel ranking.

Come ormai sapranno anche le pietre a Federer è sufficiente vincere tre partite la settimana prossima per tornare in vetta al ranking. Se perdesse poi in semifinale, visto che potrebbe trovarsi uno tra Zverev, Dimitrov e Goffin, scavalcherebbe Nadal di 25 punti e si guadagnerebbe la sua trecentotreesima settimana in vetta al ranking. 303. Per arrivare a 304 però gli servirebbe che Nadal non vincesse il torneo di Acapulco, al quale è regolarmente iscritto e dove difende la finale dello scorso anno. In caso di vittoria spagnolo guadagnerebbe 200 punti e quindi – con Federer sconfitto in semi – tornerebbe in vetta al ranking.
Da questo punto di vista – la vittoria di Rafa ad Acapulco – per Federer fare semifinale o finale a Rotterdam cambia poco: in entrambi i casi sarebbe costretto a cedere di nuovo il numero 1 in classifica. Cambia qualcosa invece se Federer vince il torneo, perché a quel punto lo svizzero non potrebbe più essere raggiunto fino – almeno – alla fine di Indian Wells, e quindi resterebbe numero 1 almeno fino al 19 marzo, arrivando così a 306 settimane.

In ogni caso sembra che il “nuovo” primato in classifica per Federer non dovrebbe durare tantissimo, perché a Indian Wells Federer ha vinto mentre Nadal ha perso al secondo turno, proprio contro di lui. Il che significa che Nadal può senz’altro aggiungere i punti necessari a scavalcarlo ancora anche se Federer riuscisse nell’impresa di ri-vincere il torneo. Sarebbe semplice per Rafa? Vediamo un po’ i casi.

Se Federer vince Rotterdam e Indian Wells raggiungerà 10.105 punti (9605+500-1000+1000).
Nadal parte da 9.370 punti ai quali aggiungere quelli di Acapulco e quelli di Indian Wells (abbiamo già sottratto i 300 punti di Acapulco e i 90 di Indian Wells dello scorso anno). Sarebbero necessari quindi “solo” 640 punti per tornare in vetta al ranking. Questi 640 punti Rafa può ottenerli in vari modi naturalmente. Se vince Acapulco a Indian Wells gli basta arrivare ai quarti di finale (500+180=680). Se arriva in finale ad Acapulco deve raggiungere almeno la semifinale a Indian Wells (300+360=660). Se non arriva in finale nel torneo messicano a Indian Wells deve raggiungere la finale (e potrebbe non bastare nel caso Rafa uscisse subito ad Acapulco).

Insomma per lo spagnolo sarebbe relativamente facile tornare in vetta ad Indian Wells solo se Federer non rivincesse il torneo. Ma se lo svizzero continua a far miracoli allora per Rafa si fa dura, perché poi a Miami anche lui deve difendere la finale. Per non parlare di quello che succede dopo, e cioè la stagione sulla terra battuta dove sarà Rafa quello chiamato a compiere miracoli.

E gli altri? I due continueranno indisturbati così per tanto tempo ancora? In effetti dietro sembrano ancora abbastanza lontano, ma nel tennis sappiamo come le cose cambino con un certa rapidità.
Cilic, terzo nel ranking, in questo momento ha 4960 punti, cioè poco più della metà di quelli di Nadal (-4800). Ma tra Indian Welle e Miami difende la miseria di 20 punti, gli riuscisse di giocar bene lo svantaggio sarebbe già praticamente dimezzato, soprattutto nei confronti di Federer. Stesso discorso sostanzialmente per Dimitrov, che sembra lontanissimo ma che dopo Parigi potrebbe essere molto vicino ai due. Un po’ meno forse per Zverev e Thiem, che sulla terra difendono un maggior numero di punti.

Insomma allo stato l’ipotesi più verosimile è che Federer, nel caso rimanesse primo fino a Miami, cosa non certo impossibile, possa star tranquillo fino a Wimbledon, raggiungendo almeno le 325 settimane in vetta alla classifica, cioè aggiungendone 23 alle 302. Sarebbero 39 settimane in più di Sampras, che è secondo in questa classifica. Quasi un anno, non proprio pochissimo.

 

 

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