20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
29 Gen 2018 17:03 - Extra
Australian Open, il pagellone: 20 a Federer, 10 a Wozniacki e Halep
Due settimane di Slam sono andate vie, è giunta l’ora di fare un po’ di conti con i protagonisti. Chi ha confermato le attese, chi invece ha deluso, chi ha sorpreso e chi ancora ha fatto vedere dei miglioramenti, è ora di dare i voti come a scuola sia ai maschietti che alle femminucce.
di Simone Milioti
10 a Federer, Wozniacki e Halep.
Avremmo potuto dare simpaticamente 20 come voto all’elvetico. Nella prima settimana mai in discussione supera tutti gli ostacoli sul suo cammino, mentre gli avversari più accreditati hanno difficoltà o vengono proprio eliminati dalla corsa al titolo. Nei quarti testa la tenuta fisica contro Berdych, in semifinale il suo gioco fantastico contro Chung, in finale unisce le due cose e riesce a vincere il 20° titolo Slam della carriera. Cilic la porta al quinto, ma nei tre set vinti dallo svizzero non c’è mai stata lotta se non nei primi due game del set finale.
Wozniacki e Halep, le premiamo entrambe con un 10. Mentre uno si giocava il 20° queste due ragazze hanno lottato furiosamente durante tutte le due lunghe settimane di torneo per arrivare al primo titolo e il primo posto nel ranking. Entrambe se la sono vista brutta dovendo salvare match point durante il torneo – Wozniacki con Fett e Halep con Kerber – ma giunte all’appuntamento finale hanno dato vita ad una grande partita, terminata solo con il punteggio di 9-7 al terzo set. Non si sono potute dividere il titolo, ma noi possiamo dare un 10 pieno ad entrambe.
9 a Cilic e Kerber.
Il croato si prende il posto di primo degli umani e lo fa raggiungendo la terza finale Slam, la seconda negli ultimi tre Major giocati. Autore di un grande torneo disputa una buona finale, partendo però con un set di svantaggio, a tratti gioca benissimo impedendo qualsiasi mossa a Federer, nel quinto dopo due game ai vantaggi persi esce dal match. Il suo torneo è solido e concreto, finale strameritata e terza posizione del ranking che rispetta le gerarchie attuali del tennis maschile.
Per quanto riguarda Angie era da un po’ che non la vediamo così combattiva, insieme ad Halep regale una grandissima semifinale, è un po’ lo stesso discorso della finale, anche qui potevano vincere entrambe, avevano tutte le carte in regola. Sicuramente abbiamo ritrovato una protagonista per i titoli pesanti e i piani alti della classifica del circuito femminile.
I left my ❤ out there! Thanks to everyone that shared the excitement with me during this trip…including the emotional rollercoaster ride tonight! I’m proud of this journey and grateful for the support 🙏🏼 #TeamAngie pic.twitter.com/bry3ZUNZae
— Angelique Kerber (@AngeliqueKerber) January 25, 2018
8 a Chung, Kostyuk e Edmund.
I giovani, il nuovo che avanza, ovviamente sono due percorsi diversi, ma il voto è lo stesso. Nel caso del coreano dopo aver vinto il Masterino a Milano tra i suoi coetanei si è ritrovato a giocare coi grandi e lo ha fatto alla grande, la vittoria su Djokovic, anche se il serbo non al meglio, resta una grandissima sorpresa e impresa. Un po’ meno grande, ma comunque resta alto il voto per il torneo e il gioco mostrato, quando in semifinale si è ritirato, capiamo il problema al piede, ma hai appena fatto uno scatto per recuperare una palla poco più corta non stai malissimo, non diciamo che doveva restare in campo se stava male, ma aspettare almeno la fine del game?
Marta Kostyuk, ragazza di 15 anni, data di nascita ’02, inteso come 2002, supera le qualificazioni e supera anche un paio di turni in un tabellone principale. È vero nel femminile capita più facilmente, ma non vuol dire che la ragazza non avrà un futuro roseo o che non debba meritarsi un voto alto.
Edmund invece è stato l’altro semifinalista maschile, anche lui alla prima apparizione in un evento così importante, ci può stare la tensione, stesso discorso come per Chung il torneo – con la vittoria ciliegina su Dimitrov – è ampiamente positivo, approfitta degli spazi vuoti in tabellone? Probabilmente si, ma se acquisisce esperienza può essere testa di serie nei prossimi Major senza problemi, anche se dovessero ridurle a sole 16 unità.
7 a Kyrgios e Mertens.
Un po’ gli sconfitti che non hanno avuto spazio di dire la loro, Kyrgios in particolare ha vissuto un torneo strano, ma che sicuramente lo farà maturare. La vittoria contro Tsonga, la sfida poi alla pari contro Dimitrov, il bulgaro ha alzato il livello del suo gioco quasi esclusivamente per batterlo. Chissà se saranno stati i consigli di Hewitt o la compagnia di Tomljanović, ma Nick è sembrato finalmente sulla strada giusta e non quella del soldatino che fa il compitino, ma quella del giocatore che sfrutta concretamente il suo gioco frizzante e vario.
Elise Mertens autrice di uno splendido torneo, si spinge sino alla semifinale, ma sembra proprio che oltre non possa andare, come il suo connazionale Goffin appare forse un po’ leggerina. In semifinale non ha scampo contro la futura campionessa, ci si chiede se farà sempre da gregario o se riuscirà a realizzare qualche exploit, isolato o meno.
6 agli Italiani.
In realtà Seppi e Fognini meritavano anche un sette bello pieno per essere giunti agli ottavi. Aggiungeteci poi Caruso e Sonego nel tabellone principale, stavolta i nostri non hanno deluso. Lo hanno fatto invece le nostre, le ragazze, non che ci aspettassimo molto da Schiavone ma da Giorgi si. Camila sembrava poter tranquillamente giocarsi gli ottavi di finale, ma il problema muscolare (a quanto ha riferito lei) contro la Barty dopo aver vinto il primo l’ha condannata nuovamente ad essere rimandata. Torneo comunque sufficiente per i nostri colori.
5 a Djokovic, Wawrinka e Pliskova.
I primi due erano al rientro, nel caso di Wawrinka è stato palese come fosse completamente fuori condizione, non possiamo esprimerci su di lui perché lui stesso è venuto a Melbourne per capire a che punto fosse.
Storia diversa per Djokovic resta fuori mesi e al rientro perde facendo sembrare il suo avversario Superman, il coreano completamente ridimensionato i semifinale contro Federer, mentre il serbo lascia il torneo con ancora più dubbi e molti dei quali ancora fisici: il gomito non è a posto e l’operazione non è un’ipotesi così remota.
Karolina Pliskova non merita la sufficienza, ma neanche la bocciatura, se non vogliamo considerare l’anonimia del suo torneo, batte tutte le avversarie che doveva battere, poi in quarti cede quasi senza lottare ad Halep. Fino a qualche settimana fa era lei la numero uno e si giocava lei il primo Slam della carriera, deve tornare a quel livello perché insieme alle altre non sfigura affatto.
That was an incredible performance #Chung! Keep up great work. You’ve got this! 👏 #AusOpen pic.twitter.com/GjCwmnhXOd
— Novak Djokovic (@DjokerNole) January 22, 2018
4 a Dimitrov e Svitolina.
Non ci piace bocciare il bulgaro, ma deve essere fatto specie dopo la conquista del Master lo scorso novembre. Ci si aspettava una prova di maturità da lui, che in realtà è arrivata perché nella prima settimana ha giocato davvero male ma con l’esperienza per sua stessa ammissione ha superato gli incontri. È salito di livello per estromettere dal torneo un grande Nick Kyrgios, eravamo pronti per la semifinale rivincita contro Nadal, ma il bulgaro si è fatto sorprendere da Edmund giocando una prestazione da prima settimana e non da Maestro del 2017.
Elina bocciata anche lei, ma le diamo qualche attenuante, ha fatto una buona stagione lo scorso anno ma non fantastica e forse tra servizi fotografici e altro si è leggermente distratta dal tennis, potrebbe essere in ritardo di preparazione quindi stiamo a vedere anche se il suo torneo, da numero quattro de mondo con possibilità di scalare il ranking, è insufficiente.
3 a Nadal, Ostapenko e Muguruza.
Rafa si era fermato sul finire dello scorso anno dopo aver difeso la posizione di numero uno del mondo, lo fa anche stavolta, è un caso ma vedere Rafa giocare sulla difensiva in questo modo fa storcere il naso. Il problema sembrava gravissimo a caldo, a freddo invece è rientrato anche se non del tutto. Parliamo comunque del finalista dello scorso anno che prima di ritirarsi e accusare il problema si ostina a giocare da 6 metri oltre la linea di fondo. Così ha perso contro Muller a Wimbledon e così stava perdendo prima di ritirarsi contro Cilic. Aldilà dei problemi fisici, Nadal forse deve cambiare piano tattico, quello attuale va bene contro alcuni non tutti e va bene su superfici non velocissime.
Ostapenko è pur sempre una diciottenne che si ritrova una Slam in bacheca e forse proprio quello inganna. Il fatto che lo ha conquistato contro Simona non so se ci fa più essere duri con lei o con la rumena che tra tutte le tre finali Slam la più abbordabile era proprio quella contro la lettone. Jelena va collocata, futura numero uno o giocatrice discreta che otterrà (anzi l’ha già ottenuto) qualche exploit?
Chiudiamo con Garbine Muguruza, dispiace perché è l’unica che ci dà la garanzia di essere una numero uno degna. Continua, concreta con un gioco solido, solo che sembra un po’ fregarsene, ricorda Serena Williams negli anni di mezzo. Ovviamente bocciata perché non può perdere al secondo turno in un torneo dello Slam.
2 agli Americani.
Senza Serena e con Venus eliminata subito da Bencic il movimento a stelle strisce ha faticato parecchio, solo Lauren Davis giunta al terzo turno. Nel maschile hanno sorpreso le eliminazioni premature di Isner e Sock specie vista la superficie che avrebbe dovuto facilitarli, gli americani sono salvati dalla prestazione di Tennys Sandgren che ha fatto il suo buon torneo, senza mostrare un tennis eccezionale, approfittando del buco lasciato in tabellone da Wawrinka.
1 a Tennys Sandgren persona.
Quello che ha fatto vedere in campo non era eccezionale, il risultato finale però in termini di piazzamento lo è stato. Quello che invece non riguarda il tennis dichiarazione uso dei social e contestuale difesa invece non dovrebbe esistere nel genere umano, ne abbiamo parlato ampiamente qui.
0 Al “tifoso” idiota.
A tutti farebbe piacere un attimo di gloria, a chi è meno megalomane basta partecipare in qualche modo al match magari facendo partire un coro o un applauso quando non disturba. Vuoi fare il simpatico tra una prima e una seconda, già peggio, vuoi incoraggiare il tuo giocatore prima di un momento importante, hai sbagliato tutto. Ma mettersi a cantare dietro il giocatore che serve, perché sai di essere ripreso, e riprenderti postando poi il video sul tuo canale Social è da idioti e ci fermiamo qui. Fortunatamente il tizio in questione ha beccato Kyrgios confessato, come si dice, però chissà forse qualcuno del pubblico non lo era.