Diamo i Numeri

Statistiche delle NextGen Finals: la Corea sogna e la Russia gongola

L’evento milanese è risultato una splendida trovata riscuotendo il successo di pubblico auspicato nonostante l’assenza di Alexander Zverev, che alla vigilia avrebbe dovuto essere il protagonista più atteso e che invece, ben per lui, sarà questa settimana tra gli 8 protagonisti delle Atp Finals di Londra. E’ stata una splendida e credibile vetrina del futuro del tennis maschile rappresentato dai 7 protagonisti (tre dei quali russi) che hanno conquistato il diritto a partecipare con i risultati ottenuti nell’arco di tutta la stagione, cui si è aggiunto Gianluigi Quinzi, che si è aggiudicata la wild card che gli organizzatori del torneo hanno deciso di riservare ad un tennista italiano.

Ha vinto Hyeon Chung, primo tennista coreano a vincere un torneo Atp dal 2003 allorchè Hiung Taik Lee vinse a Sidney superando in finale Carlos Ferrero. Il coreano (classe 96), numero 6 del seeding, ha sconfitto in finale il numero 1, il russo Andrey Rublev, classe 97, bissando il successo ottenuto quattro giorni prima nella fase a gironi.

Chung, pur non evidenziando una tecnica sopraffina nè colpi da ko, è apparso per tutto il torneo il tennista più solido, atleticamente e mentalmente, con più continuità di rendimento e maggior lucidità nei momenti topici dei match come dimostrano le 3 vittorie ottenute rimontando il set iniziale e i due successi al quinto set contro Quinzi, nel girone di qualificazione, e contro Medvedev, in semifinale.

I due tennisti che hanno invece impressionato di più per esplosività, qualità dei colpi e capacità di entusiasmare il pubblico sono stati senz’altro Rublev e il giovanissimo canadese Shapovalov, classe ’98, che durante i match pagano ancora momenti di rottura prolungata che, specie con una formula di punteggio “short” come quella utilizzata nell’occasione, sono risultati decisivi come ad esempio i 4 games scellerati giocati da Rublev in finale dal 4-3 3-2 e servizio a favore nel secondo set che avrebbe consentito al russo di portarsi avanti di due set, al 4-3 3-4 0-2 del terzo set durante i quali ha conquistato solo 6 punti 25 giocati.

La delusione maggiore è stata la prestazione di Coric, 21 anni, che dopo aver compiuto percorso netto nella fase eliminatoria, è stato letteralmente travolto in semifinale da Rublev  che gli ha lasciato solo 5 games in un’ora esatta di gioco, prima di rinunciare alla finale per il terzo posto contro Medvedev. Il croato che è stato il più precoce ad emergere già nel 2014, quando a 17 anni battè Nadal nei quarti a Basilea salendo l’anno successivo al numero 33 della classifica, in realtà non è mai esploso veramente e questa di Milano sarebbe stata un’occasione irripetibile per ridare slancio ad una crescita che sembra non avere più margini significativi di miglioramento.

E veniamo alla prestazione di Gianluigi Quinzi che, per essere della partita ha dovuto superare le prequalifiche al fotofinish, rimontando in finale due set all’amico Baldi che ha destato a sua volta un’ottima impressione. Il tennista marchigiano, una volta sulla scena principale, non ha per niente sfigurato, così come la sua classifica, 306 del ranking, potesse far temere, dando filo da torcere a tutti gli avversari incontrati che lo hanno battuto solo in virtù della loro maggior esperienza che ha fatto premio nei momenti chiave del match come dimostrano i due tie-break persi nel quinto set contro i due finalisti del torneo: Rublev nel match di esordio (1-4 4-0 4-3 0-4 4-3) e Chung nel terzo match quando di fatto non aveva più possibilità di qualificazione (1-4 4-1 4-2 3-4 4-3).

Da ieri Quinzi, è entrato nel cuore degli italiani a cui lancia  questo messaggio: “Io ci sono, sto lavorando duramente, sono consapevole di dover ancora migliorare ma non ho paura dei miei avversari e saprò darvi soddisfazione“.

In realtà al di là dei margini di miglioramento che ancora ci sono, ha colpito la capacità di non arrendersi, la consapevolezza di poter combattere ad armi pari, il che non era per niente scontato tenuto conto degli impatti psicologici che negli ultimi anni Quinzi ha dovuto subire, nel constatare di non riuscire a tener fede alle tante aspettative riposte il lui e di vedersi sfilare in classifica a mano a mano tutti gli avversari contro cui da junior vinceva quasi sempre.

Adesso sarà importante, una volta fuori dai riflettori, riuscire ad esprimere lo stesso animus pugnandi sui palcoscenici meno stimolanti dei tornei Challenger cui la sua attuale classifica gli consente di partecipare, con l’obiettivo di salire rapidamente in classifica e occupare stabilmente una posizione più consona alle qualità che ha dimostrato di aver raggiunto, che gli consenta di maturare l’esperienza che gli altri suoi coetanei stanno facendo già da un po’.

La Russia gongola e ne ha ben donde: tre connazionali ai nastri di partenza del torneo -Rublev, Medvedev e Khachanov – con i primi due sul podio e una classifica mondiale che con questo terzetto qualifica la Russia come nazione più forte a livello di under 25 e chiaramente dal futuro più radioso.

Altri numeri del torneo:

4– i games concessi nella fase a gironi da Chung a Rublev nell’incontro più breve del torneo (per numero di games).

6 i matchs conclusi al quinto set  di cui 3 decisi al tie break nel set decisivo : oltre ai 2 matchs di Quinzi persi contro Rublev e Chung di cui si è già detto, c’è stato anche l’incontro decisivo tra Rublev e Shapovalov  , forse il più entusiasmante del torneo, che ha deciso il passaggio in semifinale del russo (4-1 3-4 4-3 0-4 4-3 in 2 ore esatte)

8 – le vittorie di Chung (senza sconfitte) in carriera, contro i tennisti della Next Generation presenti nei top 100: alle 7 vittorie nei confronti dei tennisti presenti a Milano si somma quella ottenuta quest’anno contro Zverev  a Barcellona (6-1 6-4) .

2h 4m – la durata del match più lungo del torneo tra Chung e Quinzi

Giancarlo Di Leva

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